Lo sguardo della strega si era fatto triste, perdendo luminosità; lenta si avvicinò al mago, inoffensiva, e allungò la mano: sul palmo aperto vi erano le due rune. Gebo e Algiz. Due rune positive, che parlavano di unione e di equilibrio: Gebo, la runa dell’amore, della gioia e del perdono; Algiz, la runa della purificazione e della protezione. Erano rune che parlavano di futuro, un bel futuro, un futuro senza solitudine.

All’improvviso, un prolungato lampo violò la calma silvana e un bagliore apparve nel cielo, perpendicolare alle acque: s’intensificò fino a far dolere gli occhi, quindi il raggio si restrinse diventando un punto accecante. Un battito di ciglia e quel puntino era svanito: al suo posto, sospesa nell’aria, una pietra levigata di un nero lucente, che con un tonfo precipitò al centro del tranquillo specchio d’acqua.