Il segreto di Ida

Dentro l'anima (romanzo pubblicato Aprile 2019)

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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020

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    La trama del romanzo, in fondo, è abbastanza semplice: c'è un'anima da salvare e sarà necessario, letteralmente, entrare dentro l'anima con un pericoloso incantesimo, per scoprire il retaggio di un passato che minaccia il presente. Da qui, nuove e importanti scoperte conducono verso lo scontro finale tipico del fantasy, la lotta tra luce e oscurità, il bene e il male, che a volte può semplicemente essere una povera anima divisa da stessa e che ce cerca solo la propria integrità, a scapito del resto del mondo.

    Nel romanzo ci sono descrizioni accurate, sia dei paesaggi sia degli effetti (scenografici) degli incantesimi. Spero di essere riuscita a farvi "vedere" ciò che io avevo davanti agli occhi mentre scrivevo.

    Un altro allievo, Pierluigi Bardozzo, interviene con bei complimenti nei miei confronti.

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    Pierluigi legge un brano estratto dal capitolo 28 - Magia d'amore (pag 203/5).

    Accadde in quell’istante, mentre Xeymus baciava con ardore lastrega.
    La terra tremò e un sordo rombo di tuono li avvolse minaccioso: l’atmosfera soleggiata del meriggio si tramutò in tenebra confondendosi con le volute di denso fumo nero che scendevano rapide dalle pendici della montagna tagliata a metà.
    «L’Anima Oscura!» esclamò il mago, rizzandosi in piedi di scatto, ansimante per l’appassionato bacio, ma la bacchetta già stretta in pugno, pronto a difendere la donna che amava.
    Dal confine della valle, lungo la spaccatura della catena montuosa, il buio si era esteso allungando le dita rapaci verso di loro, nascondendo perfino il sole: si dirigeva veloce sulla strega, nel parossistico tentativo di ricongiungersi con la parte mancante, alla disperata ricerca della propria unità.
    L’aria si era fatta fosca e fredda, rischiarata solo dal candido bagliore pulsante dei petali della Platonia stretti tra le mani di Nimue. Un vortice più consistente e scuro del resto circondò turbinando la strega che gettò a Xeymus la sfera trasparente contenente i preziosi petali.
    L’oscurità la risucchiò, sommergendola come una potente onda inarrestabile e per un istante il mago non la vide più: l’Anima intendeva catturarla per averne il dominio fisico!
    Xeymus la guardò svanire nel buio, perduta alla vista ma non al cuore: ne sentiva forte il richiamo, quasi come se la strega continuasse a pronunciare il suo nome.
    Corse verso il nucleo più corposo delle tenebre che, ritraendosi con rapidità verso la montagna, gli stavano portando via la donna che amava, la bacchetta tesa in avanti con decisione, pronto a combattere fino alla morte per salvarla... o perire con lei!
    «Nimue!» urlò disperato.
    L’anima della strega gli rispose accorata, guidandolo con sicurezza verso di sé, là dove la tenebra era più intensa; il mago s’immerse con coraggio, determinato a strapparla alla malvagia Anima che voleva fagocitarla e distruggerla: lo avrebbe impedito, a costo della sua stessa vita. Aveva finalmente trovato l’amore e il perdono e non avrebbe permesso a niente e nessuno di privarlo della felicità che, ora, anche lui riteneva di meritare.
    Si trovò inglobato nella più nera oscurità, guidato solo dal contatto con l’anima di Nimue: nel buio che lo circondava, non riusciva più a distinguere neppure le proprie membra e temette che l’Anima Oscura si fosse insinuata in lui, congiungendosi alle tenebre della sua stessa anima.
    All’improvviso, la strega apparve, luminosa, bellissima ai suoi occhi che infine vedevano l’amore; e nella luce il mago vide l’ombra che cercava di avvincere Nimue e farla per sempre sua.
    In quella tenebra rivide se stesso: i giovanili errori, le scelte sbagliate e tutte le tremende colpe; vide il giovane e orgoglioso Serpente alato, da tutti umiliato e rifiutato, precipitare nell’abisso del male, la sua anima lacerarsi e il cuore diventare di ghiaccio.
    Ma il mago sapeva di essere diverso, adesso: conosceva la luce dell’amore e del perdono e l’oscurità non lo avrebbe più reso cieco, perché aveva scoperto di averla dentro, la sua luce, nel cuore e nell’anima, nella sofferenza e nel rimorso. Nell’amore per Nimue.
    La grande mano di tenebra si stava stringendo attorno alla vita della strega, voleva spezzarla a metà per strapparle l’anima, per sempre.
    Xeymus si slanciò in avanti con un ultimo strenuo sforzo, incuneandosi tra la luce emanata da Nimue e l’Ombra che cercava di annientarla: «Non le farai del male!» urlò con quanto fiato aveva in gola, ergendosi come uno scudo davanti a lei e immolandosi all’oscurità.
    «No, Xeymus, non....»
    Il mago la strinse a sé in un ultimo abbraccio disperato; convinto di morire, volle rivelarle il suo amore in modo chiaro e diretto contravvenendo le consuetudini dell’epoca: «Ti amo, Nimue. La mia vita senza di te non ha alcun senso!» esclamò levando con determinazione la bacchetta contro le tenebre che stavano per entrare in lui e prendere possesso del suo corpo. «Se non posso salvarti, condividerò la tua sorte!»

    Unitre_10_Pierluigi_RIDUnitre_10_Pierluigi1_RID



    Per concludere, spero che possiate:
    o sperimentare una lettura coinvolgente, con immedesimazione nei personaggi;
    o trovare nel romanzo qualcosa che vi parla di voi, per la vostra crescita personale
    o divertirvi e passare del tempo piacevole leggendo.

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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020

    I video del'evento (prima parte)


    Video

    All'interno della rassegna "Un tè con...", organizzata dall'Unitre di Vigevano, il 14 febbraio 2020 ho presentato il mio romanzo fantasy "Dentro l'anima". In questo primo video la cara amica Fernanda Cotta fa una mia breve presentazione.



    Video

    La prima parte della presentazione del libro con l'intervista di Fernanda Cotta all'autrice Ida Daneri che risponde alle domande:
    - come è nata l'idea per il romanzo?
    - quanto lugo e difficile è stato scriverlo?
    - quali autori fantasy hanno influenzato la tua scrittura/immaginazione?
    - quali progetti letterari hai per il futuro?



    Video

    La sinossi del romanzo con relative spiegazioni.



    Video

    La spiegazione della parte fantasy del romanzo: ambientazione, personaggi e incantesimi.


     
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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020

    I video del'evento (seconda parte)


    Video

    Una parte importante nel romanzo è rappresentata da una storia d'amore che ha lo scopo di spingere il personaggio a credere in se stesso e ad accettare il perdono. Alcuni allievi del corso di scrittura intervengono con le loro considerazioni e leggono alcuni brani della storia.



    Video

    La parte fondamentale del romanzo, quella introspettiva e di crescita del personaggio, con relative letture di brani della storia.



    Video

    Si parla di rune, erbe potenti e fiori crudeli, il Giardino del Tempo, incantesimi e personaggi, con le relative letture di brani del romanzo ad opera di alcuni corsisti dell'Unitre.



    Video

    Descrizioni, incantesimi e lettura di una brano con una feroce battaglia per la sopravvivenza.



    Edited by Ida59 - 17/2/2020, 16:40
     
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    Un booktrailer magico per Dentro l'anima, fatto per gioco con le ombre della mia collezione di fatine.


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    Edited by Ida59 - 14/5/2020, 11:21
     
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    Un booktrailer casalingo, fatto da mio marito con le sue foto per illustrare alcuni paesaggi e personaggi del mio romanzo "Dentro l'anima".

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    Ancora dediche e foto coi lettori-amici.


    GiuliaGiulia_amica_Rossy



    LindaLinda_dedica



    MarilenaMarilena_dedica

     
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    Il booktrailer di prova per "Dentro l'anima".

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    Edited by Ida59 - 28/5/2020, 12:26
     
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    laguna_mari_sud
    Maldive 1991


    Laguna dei mari del sud



    Quello che dall’alto sembrava un tranquillo paesino rurale, adagiato in riva al lago più grande della valle, era invece il villaggio di una sperduta isola dei mari del Sud dove il mago navigatore Cook o altri esploratori non erano mai giunti. Gli ricordava alcune stampe, disegni e acquerelli ammirati anni prima nella “Sala dei mari del Sud” del British Museum: una laguna dalle acque cristalline, che dal blu cobalto dell’orizzonte sfumavano nel turchese e nel verde smeraldo, interrotta solo da palafitte con capanne rotonde dai piccoli e appuntiti tetti in paglia.



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    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:03
     
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    LagunaRID
    Lago di Garda (Riva del Garda) 2019


    Una piccola spiaggia riparata



    Erano davanti a una rientranza riparata del fiume: l’acqua scorreva pigra tra massi chiari, immersa nella flora tropicale di cui rifletteva il verde sgargiante in un tripudio colorato di fiori dal penetrante profumo. Alle loro spalle, seminascosta dalle fronde degli alberi, una cascatella scendeva impetuosa, con mille schizzi iridescenti illuminati dal sole, per immergersi in una profonda pozza d’acqua dal colore verde intenso, che, lenta, defluiva verso il fiume.
    Il mago prese Nimue per mano e la guidò verso la fine sabbia bianca della piccola spiaggia raccolta intorno alla cascata: era ombreggiata da grandi palme affiancate da un improbabile connubio d’intricate mangrovie e salici piangenti; gli alberi spingevano i loro rami ricurvi a carezzare dolcemente la superficie eterea dell’acqua che rifletteva le differenti tonalità di verde.
    «Talvolta i ricordi delle persone sono un po’ confusi» osservò il mago, indicando le impossibili presenze contemporanee nel paesaggio


    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:03
     
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    bacchetta_macica
    Foto di Pexels da Pixabay

    Bacchette magiche



    Aveva notato come il mago la osservava mentre compiva facili magie senza l’ausilio della bacchetta ed era arrivato il momento per svelargli il mistero: «No, Xeymus, non sono una strega particolarmente potente. È l’aria di questa valle arcana, permeata in profondità dalla magia, che permette ciò che altrove non è possibile o, forse, non è più possibile, ma un tempo lo era.»
    L’interesse balenò immediato negli occhi del mago.
    «Potete avere una facile dimostrazione da voi stesso: qui la bacchetta serve solo per incanti particolarmente complessi; per ogni altra cosa, basta solo un gesto per convogliare l’energia necessaria a compiere l’incantesimo» chiosò con un sorriso, soddisfatta di aver incanalato altrove il pericoloso interesse di Xeymus.

    Sollevò la bacchetta e riaprì gli occhi, fiamme nere scintillanti, quindi la mosse disegnando nell’aria, con ampie volute, il simbolo di Algiz: «Persigno Algiz!» esclamò determinato.
    Un acceso bagliore rosso scaturì dalla bacchetta e percorse l’aria; quando si spense, il simbolo di Algiz ardeva sopra la radura sacra illuminandola.

    Sotto gli occhi attenti di Nimue e quelli tesi e preoccupati di Ravi, il mago dispose a terra la lunga fiala con la resina dell’aloe ed estrasse la bacchetta puntandola sul sole che aveva iniziato la discesa pomeridiana, ma sfavillava luminoso, ancora libero dall’oscurità che si stava concentrando ai margini della valle.
    «Fortitudo candidae lucis!» declamò stentoreo, evocando l’energia luminosa del sole.
    All’inizio non accadde nulla, poi la bacchetta prese a vibrare e la punta s’illuminò sempre più, quasi divenisse incandescente, mentre il sole la alimentava con la sua energia vitale.
    «Corrobora elementum!» comandò, stringendo forte il legno magico con le mani e dirigendone con sforzo la punta abbagliante verso terra, sulla resina e gli steli di bardana.
    Un raggio di luce accecante eruppe dalla bacchetta, che perse di colpo ogni luminosità: inondò la fiala con la resina e gli steli rendendoli a loro volta incandescenti nel tintinnio dei vetri infranti. Per un attimo un intenso bagliore dorato li avvolse, poi ogni luce svanì.


    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:03
     
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    incensi
    Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

    Incensi magici



    Si avvicinò alla resina di aloe: l’incantesimo che aveva evocato l’energia della luce con il suo calore aveva infranto la lunga fiala sottile che la conteneva. La resina, ora, pareva una lunga e rigida bacchetta di incenso dorato.
    «Dividila in tre parti uguali, per favore» chiese alla strega «ne servirà un pezzo per ognuno di noi.»
    «Anche per Ravi?» chiese stupita.
    L’indiano, che già stava essiccando la ruta, tese le orecchie.
    «Sì» rispose Xeymus con sicurezza. «Sono certo che Merlino abbia fallito il sortilegio per due motivi.»
    Alle sue parole, un partecipe silenzio avvolse la radura.


    Nimue gli tese una bacchetta d’incenso dorato e l’indiano la rigirò tra le mani, quasi spaventato, mentre il bagliore del petalo di Platonia appuntato sul suo cuore pulsava un poco più rapidamente.
    Xeymus si pose a un estremo della pietra dell’altare, dove il Cerchio di Mvac era soffuso dal lucore intermittente di Algiz e Gebo, invitando la strega a mettersi al lato opposto e il ragazzo al centro.
    «Prendi la tua bacchetta d’incenso e imita i nostri gesti» ordinò tendendo il braccio sinistro sull’altare, la punta dorata che si congiungeva a quella di Nimue.
    Ravi, impacciato, allungò il braccio legando la punta dorata del proprio incenso con quella dei due maghi.
    Era un esperimento vitale, e Xeymus trattenne il fiato: l’intervento di un essere privo di energia, elemento che mancava nell’originario sortilegio di Merlino, avrebbe diminuito l’intensità della magia o l’avrebbe invece aumentata, proprio come lui sperava? Fece cenno alla strega di sollevare la bacchetta sopra il vertice degli incensi e la toccò con la punta della propria.
    Dapprima non accadde nulla, poi fu come se gli incensi si infiammassero: le punte sfrigolarono sprizzando faville e l’oro sfolgorò sprigionando lo splendore del sole, illuminando a giorno la radura.


    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:04
     
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    Maidread_Stowen
    (Maggie Smithn nel ruolo di Violet Downton Abbey)

    Signorina Maidread Stowen

    Strega, direttrice di un esclusivo collegio


    Si era fatta viva solo la signorina Stowen, la mia cara Maidread, come la chiamava Logant lusingandola mentre lei arrossiva vezzosa. Non riusciva a trattenere il sorriso materno apparso sul viso rugoso dopo le confessioni dei Serpenti alati e, soprattutto, il ritrovamento della missiva di Logant che lo scagionava. La strega si era sempre fidata di lui, al punto d’aver assunto O’Moore otto anni prima, quale giovane insegnante, solo su pressione di Angus. Durante gli anni di insegnamento, però, l’espressione del suo volto, un tempo affascinante e ora ricoperto da una fine ragnatela di rughe, era sempre rimasta rigida e seria nei suoi confronti, freddamente distaccata. Poi si era aggiunto il disprezzo, dopo la morte di Logant l’anno precedente, di cui gli aveva imputato la colpa: Xeymus si era stupito di non essere stato licenziato in tronco, con la perdita del protettore. Invece, tre mesi prima, finalmente scoperta la verità, l’atteggiamento della direttrice era mutato: un inaspettato sorriso premuroso era fiorito sulle fragili labbra e lo aveva nominato vicedirettore, palesando l’intenzione di ritirarsi presto e lasciargli la direzione del collegio. Quando gli aveva parlato, il pomeriggio prima della partenza, la direttrice si era finta stupita della decisione di concedersi una vacanza, ma era evidente che sapeva tutto...

    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:04
     
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    Breve estratto del capitolo 5: Fuori dal mondo e dal tempo (pag 36)


    L’aria della valle era satura di vibrazioni magiche e Xeymus scelse la prudenza: rinunciò al volo e imboccò il sentiero. Era angusto e scosceso, spesso invaso dalla vegetazione, e la discesa, seppure breve, fu faticosa; uscendo dalla pineta, si ritrovò proiettato in un’altra dimensione, indietro nel tempo.
    Quello che dall’alto sembrava un tranquillo paesino rurale, adagiato in riva al lago più grande della valle, era invece il villaggio di una sperduta isola dei mari del Sud dove il mago navigatore Cook o altri esploratori non erano mai giunti. Gli ricordava alcune stampe, disegni e acquerelli ammirati anni prima nella “Sala dei mari del Sud” del British Museum: una laguna dalle acque cristalline, che dal blu cobalto dell’orizzonte sfumavano nel turchese e nel verde smeraldo, interrotta solo da palafitte con capanne rotonde dai piccoli e appuntiti tetti in paglia.
    Eppure, Xeymus era certo d’aver intravisto, tra la vegetazione, solo tetti con scure tegole d’ardesia: invece della spiaggia dalla sabbia bianchissima con snelle piroghe che ondeggiavano pigre nelle acque trasparenti, avrebbe dovuto esserci il molo del lago, con attraccate malandate barche di pescatori dalle vernici multicolori in parte scrostate.


    estatto_capitolo_5
    Foto di Thành Đỗ da Pixabay



    Edited by Ida59 - 9/7/2020, 18:47
     
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    Breve estratto del capitolo 11: La pietra dell'anima (pag 75)



    Erano davanti a un piccolo acquitrino e il bosco dei druidi li avvolgeva in un silenzio ovattato fatto di luci e ombre; i loro tre riflessi li osservavano dalle calme acque tinte di verde, qua e là screziate dal sole che penetrava tra le fronde.
    Era lo stesso stagno, coperto da un velo di tenue foschia, che Xeymus aveva visto nei ricordi della signorina Mac Tiernan, il cui polso era prudenzialmente assicurato con una fune magica. La
    strega, però, non aveva mai dato segno di voler fuggire e lo aveva seguito, docile e silenziosa: sembrava davvero priva di volontà, a parte il sorriso fisso sulle labbra e la strana aria sognante quando i loro occhi s’incontravano.
    Ogni volta, davanti allo sguardo azzurro che conteneva qualcosa d’importante, ma per lui indecifrabile, il mago provava una sensazione strana: avrebbe dovuto sentirsi a disagio, invece ne era attratto. E questo lo preoccupava. Molto.
    Poteva essere una strega dalle rare abilità di ammaliatrice?
    Era irato con se stesso perché non conosceva quasi nulla in materia. Prima c’era stata Leah; poi, con un cuore di ghiaccio come il suo, si era sentito al sicuro da qualsiasi ammaliatrice. Quindi
    aveva ignorato l’argomento. E se ora ne fosse stato vittima?
    Scosse la testa, irritato e nervoso per non avere tutto sotto controllo.
    Prima di recuperare le pietre, doveva accertarsi che i ricordi della signorina non contenessero pericolosi inganni; ammesso fossero i suoi veri ricordi e non una manipolazione operata dallo spirito maligno.

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    Breve estratto del capitolo 17: Precipitare nell'abisso (da pag. 124)



    Fu quel pomeriggio sul prato, vicino al canneto del lago: Nimue aveva capito subito che era impaurito, che stava davvero per affogare. Ma era piccola, cosa poteva fare per aiutarlo? Non sapeva nemmeno usare la magia! Fu solo quando Xeymus si liberò dalle funi, e si mise a volare sul prato, che si rese conto di ciò che stava accadendo: le urla riempivano l’aria, insieme ai sortilegi proibiti lanciati dal giovane mago, folle d’ira. Stava usando la magia, davanti a tutti, in un luogo comune della scuola, frequentato anche dagli studenti senza poteri. Aveva infranto la loro legge più inviolabile: Nimue sapeva che vi era stato costretto per salvarsi la vita, ma gli adulti avrebbero compreso e perdonato?
    La strega sospirò al triste ricordo, che era anche suo. Nonostante avesse testimoniato a suo favore, era troppo piccina e nessuno volle crederle; ritennero che Xeymus l’avesse costretta a
    mentire e i professori condannarono il ragazzo, che subì una lunga e severa punizione. Nemmeno i compagni maghi naturali e apprendisti lo giustificarono mai.
    Ma, soprattutto, fu Leah a non perdonarlo: forse era davvero terrorizzata e come gli altri pensava che Xeymus fosse preda del demonio; di certo la sua famiglia ne approfittò per ottenere la rottura
    della promessa matrimoniale che la legava fin dalla nascita al ragazzo che non avrebbe mai ereditato il titolo di baronetto. Lui la implorò in ogni modo, le promise qualsiasi cosa, ma Leah di Doyle fu irremovibile e non gli rivolse più la parola.
    Per Xeymus fu la fine: rinnegato dal padre, abbandonato dalla promessa sposa, emarginato a scuola. Il suo bel mondo gli era crollato addosso: a soli diciassette anni non c’era più alcun domani
    per lui.
    Da sempre schivo e riservato, si richiuse del tutto in se stesso, la solitudine quale unica, fredda e silenziosa amica e un dolore sordo e continuo che gli ricordava l’errore commesso.
    Il primo dei tanti gravi errori che avrebbe continuato a commettere.
    Fu con gli occhi di un giovane Xeymus deluso, rabbioso e vendicativo che Nimue lo vide precipitare di sua volontà nell’abisso della perdizione e della colpa. Lo guardò abbandonarsi nelle spire perverse di Septilya, felice d’essere schiavo di un Dominio che gli permetteva di attingere ai segreti della magia nera, in cerca di una vendetta a lungo meditata.

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