Il segreto di Ida

Dentro l'anima (romanzo pubblicato Aprile 2019)

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    La mia copia del romanzo è molto consumata,

    ma il cuore rosso e appassionato di Xeymus

    è sempre intatto e pulsante!

     
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    Pag_150_capitolo_21


    Un capitolo importante, che, a dispetto del titolo, si affaccia sulla realtà.

     
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    Riflessi dell'anima

     
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    L'attore indiano Sukhpal Singh, detto Sonny

    Ravi, il ragazzo indiano


    Il mio Ravi, il ragazzo che vedevo mentre scrivevo, è un pochino più magro e giovane ma, sembra incredibile, il sorriso è proprio di Ravi e anche i suoi scurissi occhi, che hanno lo stesso sorriso sincero delle labbra.


    Poco lontano, sulla spiaggia, una figura minuta si sbracciava cercando di attirare la sua attenzione. Saltellava agitato, ripetendo ossessivo il suo nome. Nonostante l’ambiente circostante, non era seminudo e tatuato come un selvaggio: indossava una camiciola leggera di un celeste stinto e robusti pantaloni da pescatore arrotolati alle caviglie, i piedi nudi infilati in pratici sandali infradito.
    In veloci falcate lo raggiunse sul limitare del rigoglioso bosco di conifere che senza soluzione di continuità si trasformava nell’improbabile spiaggia.
    «Professor O’Moore! Professor O’Moore!» ripeté ancora, meccanicamente. «Grazie al cielo siete finalmente giunto! Sono Ravi» si presentò con un piccolo inchino reverente, la voce affannata dalla corsa.
    Xeymus lo squadrò con attenzione: in mezzo alle potenti vibrazioni magiche non riusciva a distinguere quella appartenente al ragazzo, il cui volto dal colorito scuro e i minuti tratti indiani appariva sconvolto. Poteva avere l’età di uno studente dell’ultimo anno, o poco più.

    [...]

    Gli occhi bruni dell’indiano brillavano nell’oscurità della grotta al riflesso delle fiamme sotto il bollitore, il luccichio alimentato dall’affidamento che traspariva dalle sue parole e dal rispettoso atteggiamento nei confronti del professore.

    [...]

    Ravi si era timidamente avvicinato al mago che rialzò il capo di scatto, le iridi nere fiammeggianti di sofferenza.
    «Non... non potete farlo?» chiese, un lampo di terrore ad allargare gli occhi bruni.
    Vedendolo chinare il capo, l’indiano fraintese e Xeymus vide la scintilla di quella fede, così importante per lui, vacillare. No, non doveva accadere! Quella che riluceva nel languido sguardo scuro era il riflesso del grande e totale affidamento che Angus aveva avuto in lui, trasmesso ad altri attraverso le sue parole: non poteva lasciare che si spegnesse!
    «Lo farò, Ravi, te lo prometto!» disse con voce ferma, sollevando il viso con decisione e continuando l’approccio diretto, ben accettato dal giovane interlocutore.
    E lui manteneva sempre le promesse. A qualsiasi costo.
    Gli occhi del ragazzo brillarono di sollievo, la fiducia di nuovo vincente sull’ombra di terrore che li aveva attraversati.


    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:10
     
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    Laghetto-anime-nebbiaRID
    Laghetto della casa di Giuseppe Verdi, con nebbia aggiunta ad arte. (foto di mio marito)

    Il laghetto delle Anime



    Erano davanti a un piccolo acquitrino e il bosco dei druidi li avvolgeva in un silenzio ovattato fatto di luci e ombre; i loro tre riflessi li osservavano dalle calme acque tinte di verde, qua e là screziate dal sole che penetrava tra le fronde.
    Era lo stesso stagno, coperto da un velo di tenue foschia, che Xeymus aveva visto nei ricordi della signorina Mac Tiernan...

    [...]

    Lanciò diversi incantesimi di protezione, anche contro sortilegi neri. S’inginocchiò vicino alla riva e mosse la bacchetta sollevando impalpabili sospiri di bruma: la passò lenta a pelo dell’acqua mormorando incanti di rivelazione. La voce divenne un tagliente sussurro mentre lanciava tra i riflessi verdi le più potenti magie per rivelare e contrastare oscure stregonerie, riducendo gli occhi a fessure sottili per seguirne con attenzione le tracce rimbalzare dal fondo del lago e perdersi tra gli arabeschi di nebbia mollemente adagiati sulla superficie.

    [...]

    Mentre la colonna d’acqua si disgregava e ripiombava nello stagno in mille spruzzi impetuosi che s’infransero senza danni sullo scudo protettivo evocato dal mago, in aria rimase sospesa una massa scura, composta di una moltitudine di piccole pietre dalla superficie levigata e lucente, che il mago guidò con destrezza a depositarsi sull’erba.
    Ne prese due dalla cima: erano grossi ciottoli neri che stavano nel palmo della mano, piatti e di forma ovale, lisci e identici agli altri.
    «Come facciamo a riconoscere la pietra di Nimue?» chiese Ravi, preoccupato «Sono tutte uguali!»


    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 13:11
     
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    Libro-Merlino
    Foto di Noupload da Pixabay

    Il libro di un potente stregone del passato



    «Dov’è il libro?» chiese, come sempre irresistibilmente attratto dal sapere magico.
    Ravi esitò.
    «Allora?» lo spronò.
    «Non lo so» ripose mesto. «È qui nella grotta, ne sono sicuro: Taran diceva che è molto prezioso e doveva restare nel suo nascondiglio.»
    «Quale nascondiglio?» domandò brusco.
    «Quello in cui lo trovò Nimue.»
    «Oh, per Merlino!» esclamò il professore, spazientito dalle risposte inconcludenti e alzando gli occhi al cielo. «E la signorina Mac Tiernan dove lo trovò?»
    Ravi lo guardò, gli occhi scuri spalancati, stupito dal nome che aveva appena esclamato. Esitò ancora un attimo, poi lo sguardo torvo del mago lo spinse a rispondere, rapido.
    «Qui, nella grotta» disse in un soffio. «Cioè, Nimue ha scoperto la grotta, che era il nascondiglio del libro. Sì, proprio quello del grande mago Merlino! Ma voi come facevate a saperlo, professore?»

    [...]

    I suoi occhi scintillarono quando lo ebbe infine tra le mani e in un attimo comprese il motivo per cui Mac Tiernan si era rintanato in quel posto fuori dal mondo e dal tempo. Stirò le labbra sottili in un ironico sorrisetto di scherno, diretto alle malelingue che per anni avevano dubitato della sanità mentale dello stregone e raccontavano irridenti di come avesse sprecato vita e potere nella futile ricerca del leggendario libro del grande Merlino.
    Xeymus aveva invece la prova del successo della ricerca: il favoleggiato tomo di Merlino era lì, tra le sue mani, le fragili pagine straripanti di simboli runici a riportare in vita potenti sortilegi sprofondati nelle nebbie del tempo.
    Come attratto da una forza irresistibile, cominciò a leggere avidamente, dimentico di tutto; le ore trascorsero veloci mentre il sole percorreva il suo arco nel cielo della valle incantata.
    Quando la luna tornò a rendere d’argento la notte senza stelle, Xeymus alzò la testa dal libro e sorrise, stanco e affamato, ma soddisfatto. Non solo aveva trovato il sortilegio per sconfiggere la presenza maligna che opprimeva la valle, ma era sicuro di aver trovato anche il modo per restituire l’anima alla strega.


    Edited by Ida59 - 27/3/2021, 08:42
     
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    Raccoglitore di sogni colorati

     
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    Esiste solo una runa senza alcun simbolo: la runa bianca, la runa che consente di forgiare il proprio destino.

     
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    Anima_nera
    Foto di Gerd Altmann da Pixabay

    Spirito maligno/Ombra



    «Che aspetto ha questo spirito maligno?» chiese a bruciapelo.
    Ravi scosse rapido la testa: «Non si può vedere, professore. Viene dall’interno della montagna: è stato Taran a scoprirlo. Non ha corpo e vive nell’aria, invisibile, ma talvolta le piante muoiono nelle sue vicinanze. E anche i piccoli animali: lo stregone diceva che succhia loro lo spirito vitale.»
    [...]
    «Mac Tiernan è riuscito a individuare la presenza malvagia con la sua magia» riassunse il mago «ritiene che provenga da un preciso punto della montagna a sud, ma non è stato in grado di ricacciarla indietro; lo spirito si è impossessato della volontà di gran parte degli abitanti della valle che ora vagano senza meta e di cui ogni tanto trovate il cadavere, essiccato come la vegetazione e i piccoli animali» finì con tono lugubre.
    «Sì, professor O’Moore» rispose Ravi, il terrore nella voce per la sorte degli amici. «Taran e Nimue ci hanno provato in ogni modo, li ho visti io stesso, ma non sono riusciti a distruggere lo spirito.»
    «Però erano riusciti a fermarlo temporaneamente erigendo una barriera magica, il cui potere si è in buona parte estinto quando Mac Tiernan è scomparso» aggiunse il mago, sempre in cerca di conferme.
    [...]
    Con un respiro preoccupato, si chiese se lo spirito malvagio non facesse la stessa cosa con le sue vittime, andando però oltre e privandole di ogni volontà. Septilya poteva, tramite qualche sconosciuto potere, essere tornata in vita? O qualcun altro, ancor più potente di lei, stava cercando di prendere il controllo della valle per appropriarsi della sua possente magia?
    [...]
    «Le anime che non avevano in sé abbastanza luce per usufruire dell’incantesimo protettivo ideato da Merlino furono fagocitate e inglobate nell’anima malvagia che ha così incamerato una grande potenza» spiegò il mago. «Non posso neppure escludere che, dopo la sua segregazione nella montagna, la parte negativa dell’energia delle anime morte sia stata in qualche misura assorbita dall’Anima Oscura, che si è così sempre più rinvigorita finché è riuscita a rompere i lacci magici che la imprigionavano da centinaia di anni ed è di nuovo dilagata nella valle.»
    «Ma perché, che cosa vuole fare?» chiese Ravi, spaventato.
    «Credo che la domanda giusta da porre sia che cosa sta cercando» mormorò cupa Nimue stringendosi all’indiano «o, meglio, chi sta cercando.»



     
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    Scrigno di sogni, rune del futuro... il mio romanzo tra gli altri nella libreria!

     
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    Cap. 26, pag 189: scopri la letale Platonia repellis aculeata

     
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    Spiaggia_nera_delle_rune_RID
    (foto di mio marito)

    La spiaggia delle rune


    All’improvviso le querce sparirono, sostituite da spaziosi filari di ulivi, le foglie di un verde argentato che stormivano nella brezza marina creando lucenti bagliori nell’aria piena di sole.
    Alla sua sinistra, poco lontano, vi erano le acque di un blu intenso, con mille riflessi scintillanti sotto i caldi raggi dell’astro diurno che sfolgorava nel cielo perfetto, limpido e senza una sola nuvola.
    [...]
    Continuò a camminare adagio, la camicia carezzata dalla brezza marina e i piedi che sprofondavano nella rena: era calda, formata da minuscoli sassi grigi, ed era forse il loro colore scuro a incupire il blu delle acque. Quando l’onda arrivava a lambire la singolare spiaggia, però, sul bagnasciuga la sabbia si animava e diventava una distesa d’argento, mercurio liquido che riluceva al sole danzando sinuoso tra la spuma.
    Si fermò a osservare lo spettacolo, affascinato, finché un’onda più forte delle altre arrivò ad accarezzargli delicata i piedi nudi.
    Quando il mare si ritirò, tra l’argentea sabbia una pietra bianca rotolò fino a insinuarsi tra i suoi piedi. Si chinò a raccoglierla: era un ciottolo perfettamente rotondo, le facce piatte e levigate; sulla superficie candida, che luccicava nel sole, portava incisa una runa.
    [...]
    L’onda si formò in mezzo al mare e il mago la seguì con gli occhi illuminati dal sole che, maestoso, si avviava verso l’infinito dell’orizzonte, il confine delle montagne della valle che sembrava scomparso.
    Il ciottolo bianco apparve sulla cresta spumeggiante l’istante prima che il flutto si rovesciasse per deporlo ai suoi piedi. Tese lesto il braccio, impaziente, e il sasso fu nella sua mano, la runa che brillava sulla piatta superficie bagnata.



    Edited by Ida59 - 10/3/2021, 15:25
     
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    Dentro_lanima_rune_scelte
    (Foto personale)


    Rune con i loro significati predittivi
    Sulla copertina ci sono: Gebo, Dagaz, Algiz, Wunjo e Teiwaz



    L’antico significato di Gebo, però, travalicava l’amore e il mago era un buon conoscitore delle rune. Gebo era anche il dono; significava dare, ricevere e mantenere l’equilibrio. Lo scambio implicava rispetto e considerazione l’uno dell’altro, entrambi uguali e tenuti a contribuire in egual misura.
    Continuò a rigirare la pietra tra le dita, fissandola.
    Spiritualmente, Gebo indicava una riconciliazione interiore: due opposti, come il bene e il male, maschile o femminile, passato e presente, che si riunivano; due entità uniche che entravano in relazione realizzando una crescita.
    [...]
    Si rigirò il ciottolo, ormai tiepido, tra le dita: Algiz, purezza, incontaminazione, protezione, illuminazione. Com’era possibile che proprio quella runa rappresentasse la sua anima?
    Era la runa delle sfide e delle nuove opportunità, sicuramente pertinente alla situazione che stava affrontando. A livello materiale, assicurava la protezione nella nuova avventura, come uno scudo; a livello spirituale era la guida verso un grado superiore di conoscenza. Era nel momento di accettazione del nuovo viaggio, materiale e spirituale, che avveniva la purificazione dell’anima: Algiz cancellava le vecchie energie negative creando lo spazio in cui nuove forze fluivano liberamente, attribuendo il vigore per affrontare ogni situazione, donando ispirazione, intuizione e fede in se stessi.
    [...]
    Teiwaz. La runa della vittoria: rappresentava la giustizia, il coraggio e il trionfo sui nemici...
    Il presagio indicava di seguire la linea di azione prefissata...
    Teiwaz parlava di motivazione e forza di volontà; il mago avrebbe corretto l’errore: possedeva in abbondanza ciò che a Merlino scarseggiava, anche l’ingrediente particolare in più, quello che lo stregone non aveva mai nemmeno cercato. Il compito era molto difficile, lo sapeva, ma non si sarebbe arreso: era avvezzo da tutta la vita ad affrontare le avversità!
    Ma Teiwaz, forse, aveva in serbo per lui anche un’altra risposta, alla domanda che non aveva neppure il coraggio di porsi. In una relazione d’amore, la runa consigliava di avanzare, assicurando che il legame era sincero e valido.




    Edited by Ida59 - 18/3/2021, 15:21
     
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    Mago_Merlino___Nimue_doppia
    Foto di Your freiend.it

    Mago Merlino



    «Quando Merlino scoprì la valle, ne comprese subito l’enorme potenziale e decise di sperimentare il potente sortilegio cui aveva a lungo lavorato: intendeva separare la parte malvagia dell’anima dal resto, liberandomi così dagli impulsi perversi che mi dilaniavano.»
    [...]
    «Merlino era certo che dovesse funzionare. Passò il resto della vita qui con me nella valle, di sua spontanea volontà» rimarcò con enfasi la strega «per cercare di capire cosa avesse sbagliato, ma rimase convinto che tutti gli elementi del sortilegio fossero corretti. Cosa poteva essere più forte dell’unione della natura con l’amore?»


     
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    Il mago aprì l’ampolla con l’infuso di artemisia e issopo e ne versò una dose abbondante nel bacile, lavandolo con cura: stava per cimentarsi con la parte più difficile del rituale e voleva essere sicuro che tutto fosse purificato. Soprattutto il contenitore che doveva accogliere la sua essenza, con tutto il tremendo carico di colpe. (pag. 93)

     
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