Il segreto di Ida

Dentro l'anima (romanzo pubblicato Aprile 2019)

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    Edited by Ida59 - 8/12/2019, 19:04
     
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    Il primo riconoscimento ufficiale dai Premi letterari, dopo la pubblicazione del mio romanzo fantasy “Dentro l’anima” (Ed. Leonida): Diploma d’onore con menzione di encomio


    Lo stesso riconoscimento è andato anche al racconto inedito “Maschere di sangue”.



    Edited by Ida59 - 3/1/2020, 11:37
     
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    Cerimonia di premiazione del concorso letterario internazionale Michelangelo Buonarroti - 30 novembre 2019, Seravezza (LU)


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    L'antologia del premio

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    Cerimonia di premiazione del XXI Premio "Emozioni e magie del Natale" Città di Piacenza - 7 dicembre 2019, Piacenza.


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    Edited by Ida59 - 15/12/2019, 20:13
     
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    Bellissimo video del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti 2019 contenente tutte le copertine delle opere premiate e i lavori premiati di pittura-scultura-fotografia della sezione artistica del premio.

    Al minuto 1:51 del video compare anche la copertina di "Dentro l'anima"!

    Video

     
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    Cerimonia di premiazione del concorso letterario internazionale Michelangelo Buonarroti - 30 novembre 2019, Seravezza (LU)
    Le foto ufficiali.


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    Il romanzo Dentro l'anima ha ricevuto la menzione d'Onore della Giuria al prestigioso Premio Letterario "La Ginestra" di Firenze.


    Premio_La-Ginestra


    La cerimonia di premiazione si terrà a Firenze il 25 gennaio.

     
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    Estratto dal capitolo 14 - Incantesimo dell'anima



    Forse era venuto il momento di credere in se stesso.
    La strega gli toccò una mano per attirare la sua attenzione indicando le due pietre con le rune: Gebo e Algiz.
    Con dita esitanti, il mago afferrò Algiz e la depose sul fondo del bacile che riempì con il restante infuso di artemisia e Hyssopus officinalis: nessuna certezza, ancora, esisteva per lui sulla purezza della propria anima lacerata dagli assassini di gioventù.
    Con la punta delle dita sfiorò il liquido purificante e si riflesse sulla superficie tremolante illuminata dalla luna appena sorta; quando le piccole onde concentriche si esaurirono, un volto pallido, dagli ardenti occhi neri, si ricompose e lo fissò immobile, la tensione palpabile nei lineamenti spigolosi.
    Era infine giunto il momento di mettere a nudo la propria anima.
    Puntò la bacchetta al petto, sul cuore, e fece un lungo e intenso respiro; poi, quasi trascinasse un filo invisibile, portò la punta alla fronte, che percorse con lentezza da una tempia fino all’altra, per tornare infine in mezzo agli occhi, alla radice del naso, emettendo un nuovo, profondo respiro mentre fissava la notte davanti a sé.
    Gli occhi neri di Xeymus rimasero sbarrati per un istante interminabile, senza neppure un battito di ciglia; quindi mosse la bacchetta, la punta rivolta in alto, e la fece roteare veloce nell’aria creando un vortice dal quale cominciarono a emergere immagini confuse e sfocate.
    Nimue lo fissava affascinata, gli occhi spalancati, mentre la vita del mago aleggiava leggera: un intenso riverbero iridescente colmo di speranza, illusione, emozione, sentimento, disillusione, errore, colpa, pentimento, dolore, disperazione, rimorso, rimpianto, riscatto, redenzione, solitudine, dovere e sofferenza. Un’infinita, inesorabile, implacabile sofferenza che gli aveva bruciato anima e cuore per anni. Le immagini composero un nastro dai mille tenui colori, intervallati da chiazze scure: vorticò nello spazio formando una spirale e poi s’immerse lento nel bacile, dove Xeymus stava riversando tutta la sua vita, la vera essenza di sé, la sua intera anima.
    Le immagini evanescenti scorrevano davanti agli occhi sbarrati del mago divenendo reali: riviveva e di nuovo soffriva. Le infantili speranze destinate a infrangersi sulle sue scelte; il rifiuto impaurito dei genitori, l’allontanamento della vergogna e l’emarginazione; le dolci illusioni naufragate sugli scogli aguzzi degli sbagli; le forti emozioni e i delicati sentimenti d’amore che aveva dovuto rinchiudere dentro di sé, seppellendoli nel profondo del cuore, incatenandoli sotto una spessa coltre di ghiaccio.
    Poi, solo il vortice dell’abisso infernale del Dominio che lo risucchiava, pulsando immondo all’interno del polso, e lampi di disperazione che uccidevano l’amore e il futuro.
    Xeymus gemette e il suo corpo ondeggiò: aveva gli occhi serrati stretti, l’affanno a distorcere i lineamenti dipinti di un pallore mortale.
    «Xeymus!»
    Nimue gridò spaventata; Ravi si alzò di scatto e corse a sostenerlo, le mani strette attorno alle sue spalle e il corpo minuto di ragazzo a sorreggere quello genuflesso del mago che tremava visibilmente.
    Erano gli anni del Dominio e della colpa, delle mani macchiate di sangue innocente, della depravazione e della perdita di umanità.
    Poi fu la luce azzurra di un sorriso, la comprensione e l’affidamento di un nuovo padre che esigeva il sacrificio; infine la notte dell’errore e dell’inganno, la morte a distruggere la sua realtà e dolore, dolore, straziante dolore e angoscia senza fine.
    Il mago singhiozzò senza controllo e lacrime silenziose sgorgarono dagli occhi neri schiariti dalla luna: era imprigionato nella tormentata disperazione del passato, di nuovo vera e reale. Ancora il cuore si frantumò in miliardi di frammenti taglienti, che squarciavano la sua povera anima colpevole, sommersa e affogata nel rimorso e nel rimpianto.
    Poi l’espressione del mago mutò: si fece seria e dura, segnata dal peso di un enorme travaglio che, in una sola notte, l’aveva reso uomo, completamente diverso dal ragazzo orgoglioso e ambizioso che era stato un tempo.
    Aveva perso tutto.
    Gli era rimasta solo la sua anima impaurita e tremante, a brandelli, lacerata da colpe orribili. Gli occhi neri e profondi, che si erano affacciati sull’abisso più efferato, s’illuminarono della luce del dovere, guida severa sulla lunga e faticosa via verso la liberazione, l’espiazione e la redenzione. S’inerpicò con fatica per lo scosceso e solitario sentiero del riscatto, accompagnato dalla più tormentosa sofferenza, finché il padre pretese il suo martirio di orrendo carnefice.
    Fu la notte dell’estremo sacrificio di sé: la sua anima si era ritrovata a un soffio dalla fine, e aveva invece rivisto la libertà e la salvezza, scevra da ogni residuo di Dominio; era di nuovo integra, ricucita dalla profonda pena inflitta da un rimorso implacabile, che per anni non lo aveva mai lasciato per un solo istante.
    Xeymus trasse un lungo sospiro e un lamento sfuggì dalle labbra sottili, le guance bagnate dalle lacrime piante sulla propria vita che adesso era lì, confinata nelle immagini caledeoscopiche che vorticavano nel bacile: l’essenza di se stesso e delle sue colpe, ma anche del suo coraggio e della rinascita.
    Respirò a fatica, guardando l’espressione sconvolta di Nimue, mentre Ravi con discrezione si allontanava. Infine, abbassò gli occhi sulla consistenza opalescente della propria anima e prese adagio la runa Gebo, la pietra in cui era intrappolata l’anima della strega: la sollevò davanti a sé incrociandone lo sguardo teso.
    Era il momento cruciale. Quello in cui avrebbe scoperto la verità su se stesso. E su Nimue.
    Avvicinò la pietra alla superficie del bacile, soffice nebbia dai riflessi cangianti illuminati dalla luna, e lentamente aprì la mano lasciandola scivolare, trattenendo il fiato mentre s’inabissava piano.
    Afferrò quindi con decisione le mani della strega, intrecciando le dita con le sue: anche le loro anime si sarebbero congiunte nello stesso modo? La sua anima era abbastanza pura da trarre con sé quella di Nimue, liberarla e restituirla alla strega?
    Le mani della donna tremarono e per un momento gli sembrò che cercasse di sottrarsi alla stretta: Xeymus le serrò ancor più forte mentre la perenne luna piena brillava fiera sopra di loro, nel cielo nero orfano di stelle.
    Il mago cominciò a pronunciare l’antica formula: un complesso incanto, arcani suoni che sembrarono musica sulle sue labbra, carezzati dalla voce profonda e colma d’emozione.
    Per un lungo istante non accadde nulla: i loro occhi rimasero incatenati, accogliente cielo e abisso notturno che si congiungevano e confondevano.
    Poi una grande e densa nuvola di fumo nero uscì dal bacile e li avvolse, rendendoli invisibili a Ravi che si alzò di scatto, il cuore che gli scoppiava in petto. Cercò di avvicinarsi a Nimue, ma l’involucro di nebbia nera si dimostrò barriera più solida del marmo, insuperabile senza magia: fu costretto a fermarsi, impotente, senza sapere ciò che stava avvenendo davanti ai suoi occhi spaventati e ciechi. Arretrò di qualche passo e si accoccolò nell’erba sui talloni, pronto a schizzare in piedi: non poteva far altro che continuare ad avere ostinatamente fiducia nel professore, l’unico che poteva salvare Nimue.
    Anche se era l’uomo che la strega amava.
    Quando la nube oscura li avviluppò, Xeymus sentì la strega sfuggirgli, come se una barriera potente si fosse frapposta impedendo alla sua anima di congiungersi con quella di Nimue. Strinse forte le piccole mani che cercavano di sottrarsi alla sua presa, maledicendosi per ogni scelta sbagliata, per tutte le colpe che gli avevano indelebilmente macchiato l’anima e che ora non gli permettevano di liberare quella della strega che, all’improvviso, percepiva essere limpida e pura.
    Nell’istante in cui la caligine nera emerse dal bacile, Nimue si sentì perduta. Era la stessa, orribile sensazione di cecità provata quando l’Ombra l’aveva catturata, una settimana prima. Cercò di combattere, di allontanarla con tutte le forze, di fuggire disperata mente, ma l’Ombra le strinse le mani, le serrò le dita in una ferrea morsa, dolorosa e invincibile, da cui non riuscì a liberarsi. Un’angoscia tremenda la assalì: aveva forse trascinato Xeymus alla perdizione, condannando anche lui all’orrenda prigionia dell’Ombra?
    Poi, nel buio le parve si accendessero le stelle, quelle che da settimane erano scomparse. Sbatté forte le palpebre, più volte, turbata e sorpresa.
    E infine comprese.
    Il volto di Xeymus emerse dalla caligine, diafano nella purezza del suo intenso pallore, gli occhi scintillanti come neri cristalli nel limpido riflesso lunare. Erano sue le mani che la trattenevano, era la volontà del mago che diradava l’ombra, era la sua anima pura che la cercava per liberarla.
    Nimue sorrise, felice e sicura, e si affidò al suo salvatore, all’uomo che amava da sempre. Sorrise e gli permise di entrare in sé, di congiungersi con la propria anima che lo attendeva trepidante e piena d’amore.
     
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    Ecco le immagini della cerimonia di premiazione del concorso letterario "Le Ginestre" di Firenze.

    La_Ginestra_locandina

    Sala gremita di pubblico: mezzora prima dell'inizio non c'era nemmeno più un posto per sedersi e il mio povero maritino (maglione grigio a collo alto) è rimasto in piedi.

    La_Ginestra_pubblico1La_Ginestra_pubblico2

    La_Ginestra_pubblico_Carlo

    La giuria prende posto e, per fortuna, si inizia con un lieve anticipo.

    La_Ginestra_Giuria

    Il momento della mia premiazione per il libro edito: Menzione d'onore per "Dentro l'anima". Vedere la copertina proiettata sullo schermo è stata un'emozione fortissima!

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    La_Ginestra_Dentro_lanima_1

     
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    Menzione d'onore per "Dentro l'anima" al Premio letterario "La Ginestra" di Firenze.

    Litografia di Mauro Capitani


    La_Ginestra_Dentro_lanima_premio

    La_Ginestra_Dentro_lanima_pergamenaRID



    Edited by Ida59 - 27/1/2020, 16:38
     
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    Recensione a Dentro l'anima su IBS.


    Un fantasy sorprendente, in cui un giovane mago, rifiutato dalla famiglia a causa dei suoi poteri, sceglie la via del male per poi riscattarsi. Il protagonista vive avventure molto emozionanti per liberare una valle particolare, diversa da tutte le altre, da una minacciosa Ombra Oscura. L’autrice, nel dipanarsi della storia, tocca vari temi come il coraggio, l’amore, l’amicizia, la difficoltà di perdonare se stessi, inserendo richiami al ciclo di Artù.

    Edited by Ida59 - 19/1/2022, 13:50
     
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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020

    Presenta la cara amica Fernanda Cotta, che conduce anche l'intervista.


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    1. Come è nata l’idea di questo romanzo fantasy?
    L'idea è nata su un forum di scrittura on-line, all'inizio del 2014, sull'onda di una personale esperienza di "colpa" e dal conseguente desiderio di riscatto e liberazione. La sfida consisteva nel "liberare" dai suoi sensi di colpa un personaggio tormentato da avvenimenti del passato, escogitando uno stratagemma per portarlo fuori dal suo ambiente naturale. Lo sviluppo dell'idea ha reso troppo lunga la storia per la sfida, ma io ho continuato a carezzare l'idea che è maturata fino ad approdare alla "valle incantata" che risolse il problema dell'ambientazione (me ne servivano di tipo diverso, incompatibili tra loro, ma tutte riunite in uno stesso luogo) e diventò essa stessa un elemento importante della trama (che viene svelato solo alla fine del romanzo).
    Scrivere fantasy significa creare un mondo fantastico, ma che deve anche essere verosimile, coerente e perciò credibile; quindi retto da regole precise che, una volta stabilite, vanno sempre rispettate nello svolgimento della trama.
    All'interno di un'ambientazione prettamente fantasy, che ben si presta alla metafora della vita reale, tra lampi di incantesimi, ombre minacciose e pietre che imprigionano l’anima, si sviluppa la crescita personale del mago protagonista della storia. Sullo sfondo tipicamente fantasy dello scontro feroce tra luce e oscurità per la sopravvivenza della valle incantata, il giovane intraprende un difficile percorso: tramite la progressiva accettazione di sé, la fiducia riposta in lui dagli altri personaggi e l'appoggio di un amore generoso, ottiene l'agognato perdono e la conseguente affrancazione dai vincoli del passato che gli impedivano di vedere il futuro.
    Nel 2017 ho partecipato ad alcuni concorsi letterari: il romanzo si è piazzato alcune volte sul podio e lì è cominciata la mia fantastica avventura conclusa con la pubblicazione ad aprile 2019.

    Unitre_6_Intervista_Pernanda_Ida_1_RID


    2. Quanto è stato difficile portarlo a termine?
    Tra famiglia (marito e figlia) e l'impegnativa professione di dottore commercialista svolta in un grande studio di Milano in cui sono associata dal 1988, il tempo è molto risicato: ho dovuto rubarne briciole per quasi 4 anni, scrivendo la sera, nei giorni di festa e persino su treno e metropolitana; dall'inizio del 2014, ho terminato il romanzo nel 2017.
    Ho dovuto approfondire molti argomenti quindi ho eseguito parecchie ricerche: sulle rune e le loro predizioni, assegnando poi una o più rune ai vari personaggi; sulle erbe e le loro proprietà, anche magiche; sugli incantesimi, le loro formule (in un latino che fa rabbrividire i conoscitori) ed effetti scenografici.
    Poco per volta ho aggiunto tutti i tasselli e ho approfondito la caratterizzazione psicologica dei personaggi, con le loro evoluzioni e trasformazioni, talvolta attingendo dal reale.
    E alla fine, dopo oltre cinque anni, tra ideazione, scrittura, revisione e revisione della revisione, l'anno scorso ho finalmente potuto stringere tra le mani… il mio libro! È stata un'emozione incredibile!

    Unitre_7_Discorso_0_Fernanda_Ida_RID


    3. Quali sono i tuoi autori di riferimento?
    Ho sempre letto tanti libri da ragazzina ed è difficile ricordare o riconoscere le influenze sullo stile di scrittura o sui temi trattati.
    Riguardo al fantasy, è stata la Rowling (con la saga di Harry Potter) che mi ha fatto riscoprire un genere che già amavo: "La storia infinita" (film del 1984 tratto dal romanzo di Michael Ende, tradotto in italiano nel 1981) e "Labyrinth" (1986) mi avevano stregato.
    Proprio in quegli anni, però, mi sono laureata, ho cominciato a svolgere un lavoro impegnativo, mi sono sposata e poi ho avuto una figlia. Tutti questi impegni reali, in certi momenti molto gravosi, hanno "assopito" la mia passione per il fantasy, che si è risvegliata all'improvviso solo oltre quindici anni dopo, con la lettura della saga di Harry Potter nel 2002/3. Con i suoi libri, la Rowling mi ha di nuovo regalato la capacità di sognare il mio mondo fantastico, nonché di risolvere un personale senso di colpa, come ho detto prima.
    In particolare, il quarto libro della saga (Harry Potter e il Calice di fuoco) ha letteralmente cambiato la mia vita. Mi sono "innamorata" di un personaggio, il cattivissimo - tormentatissimo e coraggiosissimo - professore di Pozioni: aprii un forum, cominciai a scrivere, proprio io che non avevo mai scritto nulla, salvo un paio di cosine durante l'adolescenza - come tutti noi, credo - e non ho più smesso. Iniziai con le fanfiction (fiction=storie scritte dai fan=amanti di un libro/film/serie tv e ne esistono centinaia di migliaia sulla saga di Harry Potter), talvolta lunghe come un vero e proprio romanzo, poi sono passata ai racconti originali fino ad approdare a "Dentro l'anima".
    Qualche anno dopo, più libera dagli impegni famigliari con la crescita di Rossana, ho finalmente avuto il tempo di coltivare la passione per il fantasy ripartendo dai classici: Tolkien (Il Signore degli anelli), Lewis (Le cronache di Narnia), Brooks (la saga di Shannara), Martin (Cronache del ghiaccio e del fuoco, meglio conosciuto come Il trono di spade). Poi c'è anche la fantascienza (Asimov, Ray Bradbury, Philip Dick..).
    Infine, una decina d'anni fa mi sono imbattuta ne "Il piacere" di D'Annunzio e sono stata folgorata. Conoscevo solo le sue poesie studiate a scuola e, a dire il vero, la trama del romanzo è noiosa e, a tratti, anche banale. Ma il modo di scrivere è sublime, al punto che, finito il libro, ho immediatamente ricominciato a leggerlo.

    Unitre_6_Intervista_1_RID


    4. Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
    Altro che un'idea nel cassetto! Ho scatoloni traboccanti di idee per trame da scrivere: mi ci vorranno almeno tre vite per farlo!
    Sto scrivendo una storia molto complessa, ideata nel lontano 2011: ho programmato nei dettagli tutta la struttura della storia, divisa in tre parti, e ho concluso la fase di approfondimento e ricerca che è stata lunga e molto faticosa. Ho scritto i primi 24 capitoli, ma sono appena entrata nel vivo della storia che sarà sicuramente più corposa di "Dentro l'anima".
    Intanto, giusto per complicarmi un po' la vita, ho in corso una raccolta di racconti sui vampiri: per ora ne ho completati undici, uno è in corso di stesura e ho più o meno pronta l'idea per altri tre. La mia visione di questi esseri ha una sfumatura molto tragico-romantica, quindi attendetevi vampiri molto tormentati.
    Nel 2018 ho aperto un blog "Il segreto di Ida" (https://ida.blogfree.net/) dove ho raccolto le mie fanfiction (oltre 200), i miei racconti e le poesie. Nel blog ci sono anche i miei "appunti" di scrittura creativa, figure retoriche, grammatica, aforismi letterari, consigli di lettura e altro.
    Nel 2017 ho cominciato a tenere corsi di scrittura creativa all'Unitre, cui quest'anno si è aggiunto anche un laboratorio di scrittura con lettura "emozionale". Dai primi 6 corsisti, sono arrivata a ben 14, molto affezionati e assai vogliosi di mettersi alla prova e di scrivere.

    Unitre_6_Intervista_2_RID



    Edited by Ida59 - 17/2/2020, 08:50
     
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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020


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    Racconto di quanto io ami davvero tanto scrivere, anche se l'ho scoperto solo dopo i quarant'anni: prima, la mia vita era stata fatta solo di numeri e norme di legge.
    Per me leggere significa sognare e, quando scrivo, io scrivo i miei sogni, quelli che per tutta la vita ho sempre fatto a occhi aperti.
    Tra i vari generi, prediligo il fantasy perché per me significa uscire dal reale, è magia, è libertà totale di sogni. Ma può anche essere una precisa metafora della nostra vita.
    Fantasy è però riduttivo come termine per “Dentro l'anima” che ha più livelli di lettura:
    1. Il livello propriamente fantasy, come ambientazione e cornice generale con:
    - la valle incantata, con tutti i suoi misteri e le sue particolari caratteristiche, la cui nascita è svelata solo nell'ultimo capitolo;
    - i personaggi e oggetti magici: maghi, streghe cattive e stregoni potenti, Ombre minacciose, fiori belli e crudeli, pietre che imprigionano le anime, rune con misteriosi predizioni, erbe protettive, antichi druidi, Legame di Vigilanza, Sigillo del Dominio, Congrega dei Padrini e delle Madrine, riferimenti arturiani a Merlino e la Dama del Lago;
    - il tipico scontro tra luce e oscurità, che sorregge la trama;
    - tanti incantesimi che mi sono divertita a inventare. Scenografici, fatti di luci ed emozioni, spero riusciate a “vederli” come io li ho immaginati.
    2. Il livello romantico, cioè un'appassionata storia d'amore che permea la trama ed è basata su conoscenza reciproca, comprensione, condivisione e fiducia. È essenziale per la crescita eroe, è la forza trainante per la sua liberazione dai vincoli del passato. È il tanto atteso perdono, che il protagonista ritiene immeritato, che gli viene donato senza chiedere nulla in cambio.


    A questo punto interviene una delle mie allieve (Raffaela Casazza) per dire la sua sul romanzo e leggere poi un brano.

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    Le parole di Raffi.
    Ho conosciuto Ida l'anno scorso, in qualità di insegnante del corso di scrittura creativa che ho cominciato a frequentare per trasformare le mie poesie in racconti.
    Del tutto digiuna del genere fantasy, ho iniziato la lettura di Dentro l'anima dibattuta tra curiosità e scetticismo. Invece ho scoperto un mondo che incanta e, per certi versi, seduce.
    Una storia fantasy dove magia e amore sono tutt'uno.
    Vi consiglio questa piacevole lettura, ricca di amore… ma che forse l'amore non sia la vera magia?

    La breve lettura di Raffi, capitolo 18 - Luce d'amore (pag- 131)
    L’incantesimo era terminato ed era perfettamente riuscito: l’anima della strega era stata liberata ed era tornata a congiungersi a lei affrancandola dall’opprimente controllo dell’Ombra.
    La luna splendeva ancora nel cielo nero e orfano di stelle, illuminando le due figure che continuavano a stringersi le mani, le dita intrecciate e gli sguardi incatenati l’uno all’altra, abisso d’oscurità e luce d’amore strettamente avvinti.


    Interviene anche un'altra allieva (Maria Grazia Franzoso) che mi fa tanti bei complimenti e una breve lettura, sottolineata da gesti e sospiri enfatici.

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    Prima lettura di Grazia, capitolo 23 - Notti di sogni, pag 168/9
    «Non so come, ma è stato il vostro incanto d’amore a liberarmi dagli incubi» sussurrò prendendole il volto tra le mani e accarezzandole piano una guancia col pollice «e anch’io saprò compiere
    per voi la stessa magia!»
    Le labbra si posarono brucianti di nuovo su quelle della strega in un casto bacio colmo di promesse, la punta della lingua ad assaporarle in un’umida e candida carezza, mentre la sentiva tremare tra le braccia, turbata.

    Unitre_9_Grazia_2_RID



    Seconda lettura di Grazia, capitolo 27 - Cicatrici della memoria, pag 199
    «Nimue, amore mio...» disse in un ardente richiamo attirandola di nuovo tra le braccia e cercando ancora la sua bocca.
    La strega rispose al bacio con la stessa passione, stordita dal desio che l’aveva sommersa sbaragliando ogni trepidazione, felice come mai avrebbe immaginato di poter essere.
    Trattenersi fu arduo, per il mago: smaniava per sentire la pelle calda di Nimue sotto le dita e percorrere con labbra brucianti tutto il suo corpo, che ora si abbandonava a lui, infine senza timore. Con strenuo sforzo s’impose di fermarsi, di dominare i sensi ribelli: i cinque petali di Platonia erano troppo preziosi per rischiare di perderli.

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    Edited by Ida59 - 17/2/2020, 10:58
     
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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020



    3. Il livello introspettivo del romanzo disegna un protagonista di stampo tragico-romantico, un giovane uomo infelice e solo, bloccato in un immobile presente da un passato carico di colpe che gli impedisce di vivere pienamente e immaginare la possibilità di un futuro felice. È una storia di redenzione e crescita, di liberazione interiore.
    L'idea di base della storia è proprio questa: la liberazione del personaggio dal carico di colpe pregresse, da sensi di colpa e rimorsi che tutti noi possiamo avere: magari scelte sbagliate che, dopo tanti anni, ancora bloccano e ci rendono infelici.
    Infine, il perdono. Difficile concederselo, a volte. Così si ha bisogno dell'aiuto degli altri per tornare ad avere fiducia in se stessi. Per riuscire a… perdonarsi.
    Il percorso di crescita e liberazione del protagonista è sostenuto dalla grande fiducia che gli altri personaggi provano nei suoi confronti, a partire dal suo vecchio mentore fino al giovane Ravi, e dall'amore della co-protagonista che il giovane mago scopre grazie all'incantesimo dell'anima.

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    Sul tema introspettiva, Grazia legge le parole di un'altra allieva (Anna Rita Borgonovi), quindi il brano scelto da Anna Rita stessa.

    Anna Rita
    Libro scritto bene, in modo da non permettere nessuna distrazione per non perdere il filo del racconto.
    Viene presentato un mondo fantastico talmente realistico che il lettore si ritrova in quei luoghi percependo la brezza del vento, l'alternarsi del giorno e della notte, i profumi e perfino il senso di paura quando arriva il male.
    Per me è anche un libro con risvolto psicologico.
    Racconta molto bene il cammino che compie il mago per riscattarsi, dopo aver scelto di percorrere una strada di violenza e di delitti.
    Nessun personaggio della storia ha un ruolo secondario. Sono tutti importanti, specialmente la fiducia e l'amore dimostrato da Angus e Nimue che permettono al protagonista di ritrovare se stesso e la forza necessaria per lottare e sconfiggere il male.

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    La lettura scelta da AnnaRita - Capitolo 27 - Cicatrici della memoria, pag. 200/1

    Lui, invece, non aveva mai capito niente; non aveva mai posato lo sguardo sulla giovane studentessa, completamente svuotato per la perdita di Leah: non l’aveva mai notata, al punto da non riconoscerla neppure nella valle. Assurdo. La sua vita avrebbe potuto essere così diversa se... no, non aveva senso recriminare, adesso. Avrebbe dovuto pensarci prima di cedere ogni sua volontà a Septilya di Nocktany, prima di diventarne schiavo esaltato, disposto perfino a uccidere la propria famiglia.
    Volse lo sguardo all’interno del polso, dove le spine della Platonia si erano accanite con furiosa crudeltà, straziando a fondo la carne; la cicatrice che spiccava bianca sul niveo pallore era cambiata e nel profilo contorto e spezzato non si riusciva più a individuare l’orrido Serpente alato.
    Chiuse gli occhi e sospirò: il Giardino del Tempo aveva cancellato, rendendolo irriconoscibile, il Sigillo che aveva dominato la sua vita; ora toccava a lui mettere in pratica l’insegnamento del Giardino e lasciar sprofondare il passato in irraggiungibili meandri della memoria.


    Nel romanzo ricorrono diversi elementi, di stampo fantastico, ma, anche in questo caso, la metafora riguarda sempre la vita reale:
    1. Rune. Non conoscevo molto delle rune, ma ne ero affascinato. ho studiato l'argomento ed è stata una scoperta incredibile: i significati loro attribuiti erano perfetti per i personaggi e la storia; più approfondivo e più trovavo nuovi spunti. Ne Ho scelto una o più rune per ogni personaggio: Gebo, perdono e amore; Algiz, protezione e luce; Teiwaz, vittoria; Runa Bianca, del Destino.

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    Sul tema delle rune Raffi ha scelto di leggere un brano del capitolo 20 - Rune nell'onda (pag. 145)
    Continuò a camminare adagio, la camicia carezzata dalla brezza marina e i piedi che sprofondavano nella rena: era calda, formata da minuscoli sassi grigi, ed era forse il loro colore scuro a incupire il blu delle acque. Quando l’onda arrivava a lambire la singolare spiaggia, però, sul bagnasciuga la sabbia si animava e diventava una distesa d’argento, mercurio liquido che riluceva al sole danzando sinuoso tra la spuma.
    Si fermò a osservare lo spettacolo, affascinato, finché un’onda più forte delle altre arrivò ad accarezzargli delicata i piedi nudi.
    Quando il mare si ritirò, tra l’argentea sabbia una pietra bianca rotolò fino a insinuarsi tra i suoi piedi. Si chinò a raccoglierla: era un ciottolo perfettamente rotondo, le facce piatte e levigate; sulla superficie candida, che luccicava nel sole, portava incisa una runa.
    Teiwaz.
    La runa della vittoria: rappresentava la giustizia, il coraggio e il trionfo sui nemici.
    Sorrise tra sé: conosceva bene le rune, ma non ci voleva molto a capire che era la risposta alla prima domanda, circa il successo della missione da compiere. Il responso era lì, inequivocabile, parlava chiaro nel palmo della mano, in quella Teiwaz che l’onda gli aveva posto, diritta, sul suo cammino: vittoria!

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    Edited by Ida59 - 17/2/2020, 11:02
     
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    Presentazione del romanzo fantasy "Dentro l'anima" all'Unitre di Vigevano - 14 febbraio 2020

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    Altri elementi di stampo fantastico presenti nel romanzo:
    2. Erbe officinali per purificare, proteggere, rafforzare. Ho fatto una lunga ricerca, a cavallo tra realtà medico/storica e pura invenzione.
    3. Platonia repellis aculeata. Sono molto fiera di questa pianta di mia invenzione, essenziale per l'incantesimo finale e che mi ha permesso di scrivere una scena molto intensa, essenziale per la definitiva redenzione del personaggio e la conseguente liberazione dai vincoli del passato.

    Daniela, un'altra allieva del corso di scrittura creativa che non ha potuto essere presente oggi, ha scelto un brano che legge Raffi.

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    Capitolo 26 - Alla ricerca della Platonia repellis aculeata (pag. 193/4)
    Lo vide avvicinarsi al tappeto irto di tentacoli dalle punte acuminate e inginocchiarsi piano, i lunghi aculei che, lenti, attraverso la leggera stoffa nera dei pantaloni penetravano nella pelle, e poi in profondità nella carne, le labbra strette in una linea tenace.
    Il mago allungò le mani verso lo scrigno che proteggeva il candido fiore della Platonia. Non fece in tempo a sfiorarlo, che dalle piccole spine eruppero con furia nuovi tentacoli selvaggi che si arrampicarono sulle sue dita, lungo il dorso della mano, gli avvolsero il polso e poi le braccia stringendole in una morsa feroce che si tingeva di rosso; fino a raggiungere le spalle, il collo e perfino il volto e i capelli cingendoli in una raccapricciante corona di spine. Allo stesso tempo, nuovi tentacoli acuminati sorsero dal terreno, sotto le ginocchia, incatenandogli le gambe al suolo; risalirono lungo le cosce a imprigionargli rigidamente la schiena e il busto: Nimue osservò il suo corpo inarcarsi e le labbra serrarsi irrimediabilmente trattenendo ogni gemito, mentre l’essenza vitale cominciava a stillare copiosa dalle molteplici lacerazioni inflitte in ogni parte del corpo.
    Seguì il sangue zampillare macchiando la camicia in piccoli schizzi dolorosi e le macchie allargarsi sul tessuto tingendolo di rosso intenso; del tutto impotente, lo guardò impaurita scendere in piccoli rivoli dalle tempie del mago e sul suo volto, sempre più cereo, come macabre lacrime, e poi colare lento dalle braccia gocciolando a terra in grevi gocce purpuree, dense di colpe che ancora voleva espiare.
    Con gli occhi sbarrati, incapace di chiuderli davanti al cruento spettacolo, lo vide raccogliersi a terra in piccole pozze scavando nuove vie tra i sassi; con panico crescente, notò che i famelici rametti della Platonia vi si abbeveravano e che nuovi virgulti nascevano rigogliosi e si levavano assetati, lanciandosi verso il corpo di Xeymus ormai percorso a ripetizione da ondate di brividi intensi, brucianti come il veleno che i crudeli aculei iniettavano nelle ferite disseminate ormai ovunque sulla sua pelle.
    Nimue premette forte le mani sulle labbra per non urlare, mentre quelle del mago restavano stoicamente serrate in una linea muta, lo sguardo perso nel vuoto di un dolore che lo straziava nel pungente abbraccio sempre più soffocante e lacerante. Lo vide tremare e oscillare sotto l’attacco di nuovi acuminati germogli, che si gettavano assettati sulla pelle martoriata cercando di farsi strada, di nutrirsi del sangue che ormai abbondante e con flusso continuo sgorgava dalle piccole ma profonde piaghe avvelenate.
    Guardò con orrore le catene pungenti tendersi e stringergli il corpo in un mortale abbraccio, continuando a rubargli la vita per dissetare i nuovi tentacoli spinosi che proliferavano sotto la pioggia vermiglia, dolorosa espiazione per colpe già scontate in una notte in cui la morte lo aveva stretto tra le dita scheletriche, ma, poi, non lo aveva voluto con sé.
    Adagio, dalle braccia di Xeymus cominciarono a scendere, seguendo i rivoli di sangue che grevi stillavano a terra, nuove terminazioni appuntite che si fissarono salde nel terreno, bloccandolo nella raccapricciante prigione di aculei che ormai lo avviluppava completamente, circondandogli anche il collo, così che Nimue temette lo stessero soffocando.

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    Completo gli elementi fantastici e le note sui personaggi.
    4. Giardino del Tempo, dove passato, presente e futuro sono congiunti e formano un'unica realtà dove qualsiasi cosa può accadere.
    5. Ravi. Questo personaggio secondario inizialmente aveva il solo scopo di fornire al lettore, tramite un lungo dialogo con il personaggio principale, spiegazioni sul mondo fantasy creato (la valle incantata) con tutte le sue particolarità.
    Grazie ad alcune mie beta-lettrici, che hanno particolarmente apprezzato il giovane Ravi, questi ha avuto salva la vita. In effetti, nell'idea iniziale, il ragazzo, una volta svolto il compito di fornire informazioni fintanto che l'altro personaggio principale era (letteralmente) privo di voce, doveva essere rapito dal malvagio spirito che tormenta la valle, forse addirittura ucciso, così da "toglierlo di mezzo" per non disturbare lo sviluppo della storia d'amore tra i protagonisti.
    Visto il successo del personaggio con le beta-lettrici, non ho più avuto cuore di ucciderlo. La sua permanenza, però, creava problemi all'interno della trama perché, una volta "vivo", dovevo trovargli uno "scopo" che non fosse solo al servizio degli altri personaggi (sarebbe altrimenti stato un personaggio "tinca" ). Dovevo quindi dargli una caratterizzazione psicologica, un passato e, soprattutto, una volontà e un fine cui tendere. Questa necessità ha prodotto una sottotrama interessante che si intreccia con quella principale, ampliandola e rendendo la storia più interessante. Inoltre, Ravi si è trovato a essere in situazione di (involontario) conflitto col personaggio principale, anche in questo caso rendendo più interessante e completa la storia.
     
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