Il segreto di Ida


Jerome K. Jerome - Tre uomini in barca (per non parlar del cane)

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    Ed eccoci a parlare di un classico, conosciuto da molti. Ma io l'ho letto solo l'estate scorsa. Per qualche motivo, quel poco che sapevo della trama non mi aveva mai convinta a leggerlo. Alla fine l'ho trovato fra i libri che la biblioteca comunale dava via gratis, in quanto erano stati dismessi dal servizio. L'ho preso, l'ho portato a casa e l'ho letto.
    Diciamo subito che si tratta di un romanzo molto divertente, che ricorda un po' lo stile dei rimanzi di P.G. Wodehouse: protagonisti appartenenti all'alta borghesia britannica, sempre in diffcoltà con il lavoro e i compiti quotidiani, che finiscono per cacciarsi in situazioni strane ma comiche, a causa della loro perenne incapacità e svogliatezza. Il tutto scritto con uno stile autoironico, in quanto il romanzo viene raccontato in prima persona da Jerome, uno dei tre protagonisti.
    Il libro racconta infatti la vacanza intrapresa da Jerome, Harris e George, che decidono di passare qualche giorno in barca lungo il Tamigi, navigando di giorno e accampandosi di sera. I tre sono accompagnati dal cane Montmorency, che aggiunge una vena umoristica al tutto.
    Come ho già avuto modo di dire, si tratta di una lettura umoristica: il racconto della vacanza (che raggiunge livelli di stress superiori a quielli di una normale settimana lavorativa) viene alternato a racconti di alcuni episodi della vita dei tre protagonisti, e alle descrizioni delle località che i tre amici si trovano a superare con la loro barca (con alcuni cenni storici molto interessanti, prova delle ricerche effettuate dall'autore della stesura del romanzo). Una lettura leggera, ma che già all'epoca della pubblicazione (nel 1889) ebbe molto successo, tanto da avere poi un seguito, chiamato "Te uomini a zonzo".
    Visto che si avvicina il momento delle tante sospirate vacanze, questa è la lettura giusta da portare sotto l'ombrellone: divertente e rilassante.
    A questo punto, non resta che cercare di leggere anche il seguito (cosa che ancora, purtroppo, non ho fatto).

    Eccovi un piccolo estratto, per darvi l'idea dello stile:

    "Eravamo in quattro — George, e William Samuel Harris, e io, e Montmorency. Eravamo seduti in camera mia a fumare e discorrere di quanto stessimo male — male da un punto di vista sanitario, intendo, si capisce.
    Ci sentivamo tutti depressi, il che incominciava a innervosirci. Harris disse che a momenti lo coglievano degli spaventosi attacchi di vertigini, tali da fargli perdere la cognizione di quel che stava facendo; allora George disse che anche lui aveva degli attacchi di vertigini che gli facevano perdere la cognizione di quel che stava facendo. Dal canto mio, era il fegato a darmi dei dispiaceri. Sapevo di avere il fegato in disordine perché avevo appena letto le avvertenze di certe pillole per il fegato, in cui erano descritti nel dettaglio svariati sintomi in base ai quali uno poteva stabilire quando avesse il fegato fuori posto. Io li avevo tutti".

    TreUomini_0

    Edited by Starliam - 23/5/2019, 14:48
     
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    L'ho letto da ragazzina e mi era piaciuto. Poi l'ho riletto da adulta e l'ho apprezzato ancora di più.
    Un umorismo inteligente e sottile: per ridere, prima, devi capire. Così, magari, la battuta ti resta anche in mente.

    Secondo me il primo libro è meglio del seguito ma, a livello di umorismo, vedendo quello che c'è in giro, anche il seguito è superlativo!
     
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1 replies since 22/5/2019, 14:27   64 views
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