Il segreto di Ida


Lacrime

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    Genere: introspettivo
    Epoca: ai nostri giorni
    Riassunto: dopo la violenza restano solo le lacrime
    Disclaimer: Questo testo è di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questo racconto o una citazione da esso.


    Lacrime_copertina
    Foto di LysogSalt da Pixabay



    Lacrime



    Un calcio.
    Ruvido e cattivo.
    Un calcio in boccia mentre giace a terra.
    Un calcio al ventre gonfio di vita.
    La sta colpendo con ubriaca violenza.
    La tua sorellina non nascerà mai.
    Ti avventi come un animale braccato. Disperato.
    Un calcio in faccia.
    Sapore di ferro in bocca.
    Disteso a terra, incroci lo sguardo di tua madre.
    Occhi grandi e colmi di tristezza. Pieni di dolore.
    Un altro calcio, ma questa volta sei davanti a lei e riesci a proteggerla.
    La bottiglia scivola a terra, insieme a lacrime inutili.
    - Non volevo… non volevo…
    Lacrime di sangue.

    *


    Calci e risa crudeli.
    Ė poco più di una bambina, ma questo non li ferma.
    La circondano mentre lei, a terra, cerca di proteggersi e si raggomitola stretta.
    In un attimo rivedi la scena con gli occhi della mente: tua madre a terra sotto i calci di tuo padre, in posizione fetale per proteggere la piccola vita che germogliava a stento.
    Un altro calcio feroce, contro la sua pelle nera, contro la sua acerba femminilità.
    Tu li conosci i calci, li conosci fin troppo bene.
    Fanno male, ma non ti fanno paura. Non più. Ne hai presi così tanti.
    Calci violenti di chi si ritiene superiore e crede di poter avere tutto.
    Ė nata in mezzo ai calci, ma non la lascerai morire tra loro.
    Ti avventi deciso. La lama brilla tra le tue mani.
    Un calcio. Un affondo tra la carne, senza esitazione.
    Urla. Scompiglio. Fuga.
    Lei non piange più.
    Lacrime di vendetta.

    Edited by Ida59 - 28/9/2021, 17:50
     
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    A dire il vero, non so bene come sia nato questo brevissimo racconto, con la sua veste quasi lirica e, al contempo, tremendamente ossessivo, quasi ritmato dai colpi sonori dei calci.

    Si trattava di svolgere un esercizio di scrittura creativa che avevo assegnato ai miei allievi in cui occorreva utilizzare la parola "calcio" in uno qualsiasi dei suoi significati. Io ho usato il calcio dato dal piede, ma poteva essere il gioco del calcio, oppure l'elemento chimico calcio, tanto per esemplificare.

    Probabilmente negli ultimi giorni avevo letto o sentito di casi di violenza contro le donne e, allo stesso tempo, anche contro i migranti. Presi a calci, gli uni e le altre.
    Dev'essere stato quello lo spunto da cui tutto è nato.
    Nella mia immaginazione il ragazzo è nero, alto e magrolino, tutto ossa. Cresciuto nella violenza di una famiglia sbagliata, alla quale finisce per opporsi, ma con la stessa violenza che gli è stata insegnata. L'unico suo modo di esprimersi. Senza alcuna speranza. Senza alcun futuro felice.
     
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1 replies since 3/1/2019, 19:22   122 views
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