Il segreto di Ida

La sfida dell'Unicorno

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status

    Unicorno


    Regole del gioco



    Scrivere una storia (ma anche due, o tre o di più: non ponetevi limiti) fino a massimo 20.000 battute spazi compresi (circa dieci pagine di libro; in un file word possono anche essere solo cinque o sei pagine a interlinea singola) che contenga i seguenti cinque elementi.

    1. Protagonista: un insegnante (uomo o donna dell’età che preferite) dalla scuola materna al master più esclusivo di alto livello, in un qualsiasi momento della sua carriera (alla prima supplenza o già in pensione). L’importante è che nella storia sia presente nel suo ruolo di insegnante. Non è necessario che tenga una lezione, ma il suo “essere” insegnante deve emergere in modo chiaro nella sua caratterizzazione psicologica. Quanto più è importante, essenziale o qualificante, quanti più punti otterrete.
    2. Co-protagonista: una persona (uomo o donna) legata alla magia, supposta o reale: prevede il futuro leggendo i tarocchi, le carte, la mano, i fondi del caffè, la sfera di cristallo, il volo degli uccelli o entrando in trance e ricevendo informazioni da chi volete voi. O in qualsiasi altro modo la vostra fantasia immagini. Deve essere presente nella storia in forza del suo ruolo “professionale” (non è lì a fare la spesa…): può essere un ciarlatano o un mago vero proveniente da altri mondi/realtà. Quanto più è importante, essenziale o qualificante, quanti più punti otterrete.
    3. Luogo: un centro commerciale ai giorni nostri. La storia deve essere principalmente ambientata in questo luogo o vi deve accadere qualcosa di molto importante per la trama, meglio se è essenziale o qualificante per la storia stessa. Si possono usare uno o più negozi, i corridoi, gli slarghi, gli ascensori e le scale di collegamento, perfino il parcheggio o le cantine/depositi sotterranei; solo un luogo o più di uno, basta siano attinenti del centro commerciale.
    4. Oggetto: un libro di qualsiasi tipo, dimensione e contenuto. Meglio se è essenziale o qualificante per la trama della storia.
    5. Unicorno: uno o più d’uno, di qualsiasi sesso ed età. Meglio se è essenziale o qualificante per la trama della storia.

    È possibile inserire anche altri personaggi/luoghi/oggetti ma devono rimanere di contorno ed essere esclusivamente funzionali alla trama. Lo stesso vale per l’inserimento di altri animali, veri o irreali: l’animale principale ai fini della trama deve essere l’unicorno, che sia reale o animale di fantasia.
    Essenziale significa che l’unicorno/luogo/oggetto devono essere indispensabili per lo svolgimento della trama. L’essenzialità fa guadagnare 3 punti.
    Qualificante significa che l’unicorno/luogo/oggetto devono caratterizzare in modo peculiare, significativo e rilevante la trama. Se loro non ci fossero, sarebbe tutta un’altra storia. Con un elemento qualificante ottenete 4 punti, il massimo
    Continuare a ripetere che l’insegnante/mago è nel centro commerciale, e farlo entrare in tutti i negozi, non rende il luogo essenziale e/o qualificante: ci deve essere un motivo preciso e importante perché siano lì oppure deve accadervi qualcosa di molto particolare. Solo così otterrete un buon punteggio.
    Lo stesso vale per il libro e l’unicorno: inutile continuare a nominarli, devono servire a qualcosa di importante o essere parte importante di ciò che accade se volete ottenere un punteggio elevato.

    Assegnerò ai vostri testi punteggi da 0 a 4 (0=non presente o solo nominato; 1=presenza sufficiente; 2=presenza buona; 3= presenza essenziale; 4= presenza qualificante) per ognuno dei cinque elementi richiesti (punteggio massimo 20) in base al rispetto dei requisiti sopra indicati. Se non riuscite a inserire tutti gli elementi non importa: evitate inutili forzature che rovinerebbero la storia.


    Variazione sul tema

    Se non ve la sentite di scrivere una storia, oppure volete fare di più, vi invito a scrivere lo schema della trama di una o più storie (almeno due sarebbe bello, con cinque dimostrate le capacità della vostra immaginazione) che contengano i cinque elementi sopra illustrati. Mi raccomando, gli schemi di trama devono essere ben diversificati, con differenti caratterizzazioni psicologiche dei personaggi/elementi della storia.
    In massimo una paginetta, o anche meno, dovete illustrare lo schema della trama, specificando incipit e, se volete, anche il finale, nonché lo svolgimento, con la caratterizzazione psicologica dei due personaggi e l’individuazione del mondo narrativo (luogo) con i suoi elementi: libro e unicorno.

    Edited by Ida59 - 10/3/2023, 22:14
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status

    Gli schemi di trama

    Daniela - 1 - Disperato bisogno
    Daniela - 2 - Il lato oscuro
    Daniela - 3 - La formula (con e senza finale)
    Daniela - 4 - Lotta per la salvezza
    Daniela - 5 - Scarpette e tutù
    Daniela - 6 - Un libro particolare
    Pierluigi(6 trame)
    MG51 (3 trame)
    Raffaela (2 trame)


    Alcune trame sono molte dettagliate e comprendono anche il finale; altre, invece, sono solo accennate e lasciano libera la vostra fantasia.
    Parimenti, ci sono trame già complete con tutti e cinque gli elementi necessari e altri in cui dovete aggiungere gli elementi mancanti o rinforzane la presenza.
    Potete utilizzare in modo totale la trame, oppure anche solo trarre una piccola ispirazione, giusto una spintarella per iniziare: la vostra fantasia è completamente libera.
    Se scrivete un racconto ispirato a una trama dovete però inserire anche i ringraziamenti a chi vi ha dato lo spunto di scrittura.



    Racconti

    Ada - Tarocchi e unicorni - 18 punti
    AnnaRita - Tra sogno e realtà - 20 punti
    Daniela - Un'incredibile avventura - 20 punti
    Domenico - La guaritrice - 17 punti
    Pierluigi - L'improbabile? E' già qui. - 19 punti
    Giovanni - L'unicorno bianco - 18 punti
    Giovanni - Un racconto quasi fantastico - 13 punti
    Ida59 - La profezia - 20 punti
    MG51- Una sera speciale - 14 punti
    MG51 - La lettera misteriosa - 14 punti
    Lalu - La profezia dell'Unicorno - 20 punti
    Raffaela - Destinato - 20 punti
    Reoplano - Il maestro Nero - 20 punti
    Reoplano - Maledetti unicorni! - 20 punti





    Racconti su trame

    Giovanni - Il vecchio e il mare (trama 1 di Raffaela) - 20 punti
    Giovanni - L'unicorno d'argento (trama 1 di MG51) - 17 punti
    Daniela - James il Rosso (trama 3 di Pierluigi) - 19 punti
    Daniela - Intrecci del destino (trama 1 di Raffaela) - 20 punti
    Giovanni - Per Egitto e per amore (trama 1 Gigi) - 13 punti
    Giovanni - L'amore trionfa sempre (trama 1 Daniela) - 16 punti
    Giovanni - L'unicorno ecologico (trama 3 di MG51) - 17 punti
    Daniela - Scarpette e tutù (su trama propria n.5) - 20 punti
    Pierluigi - Occhi di giada (su trama propria n. 3) - 16 punti
    Raffaela - Il lato oscuro - (su trama 2 Daniela) - 20 punti
    Pierluigi - Gramezza - (trama 3 di MG51) - 19 punti
    Raffaela - Onde - (trama 1 di Raffaela) - punti 19
    AnnaRita - L'ultima escursione - (trama 1 Gigi) - 18 punti
    Domenico - Pene d'amore - (trama 4 di Gigi) - 13 punti
    Domenico - Il libro delle necessità - (trama 1 di Daniela) - 15 punti



    Edited by Ida59 - 19/10/2023, 19:18
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trame offerte da Pierluigi

    PRIMA TRAMA


    Professore di egittologia, entrato in possesso di alcuni papiri che ritiene antichissimi, vie-ne indirizzato da una serie di personaggi equivoci, incontrati in vari periodi nelle sue ri-cerche al limite della legalità, da una veggente.
    La incontra in un enorme magazzino nella casbah del Cairo, nel quale si vende di tutto: tappeti, spezie, vestiti, e anche cibo.
    Tramite il pendolino posto su una vecchia mappa militare egiziana, gli viene indicato un luogo.
    Organizzata una spedizione nel deserto, vi si reca e scopre, all’interno di una cupola na-scosta sotto la sabbia, un idolo a forma di unicorno con iscrizioni geroglifiche parietali che raccontano la storia di una civiltà perduta.
    Decodificati parte dei simboli, intuisce che si tratta di una scoperta sensazionale: prima del diluvio universale il deserto era lussureggiante di fiumi e piante e gli abitanti venera-vano come un dio l’animale magico capace di mantenere in equilibrio le forze della natu-ra.
    Ma invasori barbuti chiamati Brussi provvisti di carri di fuoco…


    SECONDA TRAMA


    Presentazione del libro, che tratta scetticamente di miti e leggende, in una sala congressi del NH Hotel, all’interno del centro commerciale di Orio al Serio.
    L’autore, famoso divulgatore proveniente dall’università di Hidelberg, viene ammonito da una veggente che gli pronosticherà l’incontro con un unicorno.
    Tornato a casa la figlioletta di cinque anni gli mostra “Il magico libro degli unicorni” vinto in una pesca di beneficenza nel mercatino degli oggetti usati, e lo costringe a leggerlo.
    L’uomo, quella notte, inizia a sognare…


    TERZA TRAMA


    Ai grandi magazzini Lafayette di Parigi, mentre attende indifferente agli acquisti della mo-glie, l’esperto in mappe per tesoro nota incuriosito una ragazza che sulla schiena ha uno strano tatuaggio a forma di unicorno, identico a quello sulla bandiera del conte Ramirez Esteban de La corte Casablanca, comandante spagnolo di una spedizione dalle Ameri-che di cui si son perse le tracce.
    Accortasi di essere seguita, la ragazza chiede il motivo.
    Dopo la spiegazione soffia sul viso dell’uomo una misteriosa polvere azzurra causando-gli una vertigine.
    Come in trance, la segue fino a una porta che conduce a una polverosa biblioteca dimen-ticata nelle soffitte; in quell’antro oscuro la giovane si muta in una vecchia incartapecori-ta: invitato a seguirla, si aggira fra scaffali stracolmi di registri posti alla rinfusa.
    Al tocco della donna una luce circonfonde un volume: si tratta del diario di un pirata…


    QUARTA TRAMA


    Uno scienziato galattico ha rinunciato alla vita sociale rintanandosi nei suoi studi.
    L’arrivo di una giovane stagista gli cambia la vita e s’innamora perdutamente; ma la neo-laureata, pur ammirando lo studioso, resta delusa dall’inconsistenza fisica del rapporto.
    Resosi conto delle proprie lacune, raggiunge Giove 52: un satellite artificiale destinato a esaudire le richieste sessuali dei clienti.
    Frequentando alcuni tra le migliaia di negozi e ambienti utili allo scopo, purtroppo, pur aiutato, non riesce ad avere rapporti accettabili.
    Gli viene consigliato di rivolgersi a una fattucchiera ancora a conoscenze di filtri e pozio-ni.
    - Vorrei che fosse sempre duro come un corno. È possibile? – Fu la domanda alla maliar-da che, aperto un antico librone, trova la formula e vende il prodotto richiesto.
    Ma il giorno seguente l’uomo ritorna lamentandosi che il prodotto non cessa mai l’effetto; è costretto a camminare con la continua protuberanza nei pantaloni.
    Consultato il volume, la maga si rende conto dell’errore: ha dato la pozione per la ricresci-ta del corno agli unicorni.
    Pur con le debite contromisure, il problema permane e per un anno resterà così.
    Occorrerà adeguarsi.
    Con soddisfazione delle stagiste.


    QUINTA TRAMA


    Alla Rinascente, un ex professore di storia, allontanato dall’insegnamento per una rela-zione con un’allieva, viene riconosciuto da due cartomanti, alquanto megere, che lo ascoltano alla radio quando legge brani di romanzi fantasy che spesso raccontano di sto-rie di unicorni.
    Lo invitano nel loro appartamento e gli propinano un particolare tè al gelsomino: da quel giorno l’uomo incomincia a fantasticare in trance e inventa avventure favolose, riportate fedelmente dalle due signore che pubblicano libri a loro nome, guadagnando notevoli somme.
    L’ignaro autore si accorge dell’inganno; nottetempo penetra nella casetta delle donne per svaligiare il forziere pieno di contanti, dato che loro non si fidano delle banche, ma…


    SESTA TRAMA


    Agosto. Londra. Centro commerciale della Hay’s Galleria.
    Un insegnante di scuola guida, appoggiato al bordo della fontana che ospita la scultura in bronzo di una nave, The Navigators dello scultore David Kemp, mentre attende che moglie e figlia esauriscano curiosità e acquisti, recupera dal pavimento un libricino rive-stito di cuoio verde.
    Si guarda attorno, ma nessuno accenna a recuperarlo; lo apre e legge: Il mago di Oz.
    Dall’interno sfuggono alcuni acquerelli, assurdamente tridimensionali, di singolari anima-li: unicorno, rinoceronte, narvalo, elefante con un’unica zanna e cerbiatto mono corno.
    Perplesso e colto da stupore, inizia la lettura dei fogli successivi, sventolandosi coi dise-gni per l’improvvisa calura.
    Frasi sconclusionate si alternano a strani schizzi:
    - Ariostea fregundis, bobbersita krosperata, friderasta occigniente, aggumienta ingrisciito, pondualise brinvolenta…
    D’improvviso gli viene strappato di mano il libretto da un uomo torvo e barbuto dai lunghi capelli corvini; il viso è accigliato e lo sguardo perso si concentra sulla fontana.
    Dai boccaporti della scultura in bronzo della nave fantastica sbucano cinque esseri as-surdi, simili ai mostri nei dipinti di Bruegel, tra le grida dei presenti.
    L’evidente mago agita i disegni e urla:
    - Chitonderas finitimumus!
    Poi diffonde con un ampio gesto una scia verdastra che investe tutto.
    D’incanto gli strani esseri scompaiono e rimangono le persone che riprendono i gesti so-spesi. Come se non fosse successo nulla.
    L’insegnante vede allontanarsi un uomo alto, dalla camminata ondeggiante, che lascia dietro sé un odore pungente di sverniciatore.
    Proprio in quell’istante escono moglie e figlia da un negozio.
    - Finalmente. Cosa sono tutti quei pacchetti? – Esclama sconcertato.

    Edited by Ida59 - 10/4/2023, 19:20
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trame offerte da MG51.


    Trama n.1


    All’interno del centro commerciale si aprono due lunghi corridoi: uno per gli alimentari e l’altro per decine di negozi con le merci più diverse, dagli abiti alla farmacia, dal parrucchiere all’erboristeria.
    Proprio lì, accanto alla porta di entrata, stava seduta, silenziosa, una donna dall’aspetto curioso: lunghe trecce canute avvolgevano il capo come serpenti aggrovigliati, mentre al collo portava una grande medaglia su cui era scritto: “vedo il passato, il presente e il futuro”.
    Una insegnante di scuola elementare avrebbe voluto interrogarla per sapere se presto avrebbe avuto il bimbo che tanto desiderava; temendo la risposta non chiese nulla, ma si limitò a guardarla con fare interrogativo.
    La veggente sembrò leggerle nel pensiero e disse a bassa voce, perché solo lei potesse udire: “Lo avrai, sicuramente e si chiamerà Gioia”.
    L’insegnante era entrata nel centro commerciale con l’intenzione di comperare un libro per spiegare con semplicità ai suoi alunni come nascono i bambini.
    Sullo scaffale della libreria campeggiava un manifesto che annunciava un grande spettacolo gratuito: un attore esperto in fiabe avrebbe raccontato la leggenda della nascita dell’unicorno. Sulla locandina era rappresentato un unicorno bianco con un bellissimo corno argenteo sulla fronte.
    All’ora indicata si presentarono decine di bimbi per ascoltare la storia e restarono sbalorditi nel vedere che l’attore era scomparso e al suo posto se ne stava in piedi e li osserva un unicorno bianco con corno d’argento: il costume era perfetto!


    Trama n.2


    Una maestra delle elementari si reca nella libreria del centro commerciale vicino alla scuola.
    Intende comperare un testo che spieghi la leggenda dell’unicorno ai suoi ragazzi che sembrano attratti solo dai personaggi fantastici dei Pokemon.
    Fatto l’acquisto, qualche giorno dopo decide di farsi aiutare da un suo amico, attore di teatro sperimentale, a mettere in scena nel teatrino della scuola una rappresentazione speciale della leggenda, sperando così di stimolare così la fantasia degli alunni.
    Durante le prove accade però un evento inspiegabile: l’artista, che si era presentato con uno strano copricapo, nell’atto di toglierselo mostra al pubblico dei bambini un corno luminoso sulla fronte. Una luce si diffonde a tutto il palcoscenico.
    I bambini pensano a una magia dell’artista, quando improvvisamente tutto si fa buio. L’unicorno scompare e nessuno lo ritroverà dietro le quinte dove lo cercano insieme all’insegnante: la magia alla fine è compiuta.
    Sulla poltrona in cui era seduta l’insegnante durante lo spettacolo, ora siede una donna misteriosa; sorride e non dice nulla ma lascia cadere a terra un biglietto con uno strano messaggio: la veggente che tutto può scoprire vi aiuterà, ma vuole dovete mantenere il segreto sulla sparizione dell’attore!


    Trama n.3


    Allestimento del presepe nell’atrio di un grande centro commerciale.
    Tra i visitatori c’è una piccola zingara, che offre la lettura della mano per una moneta, che tutti scansano infastiditi.
    Solo un’insegnante, colpita dalla giovane età della veggente in erba, si ferma a chiederle quando avesse appreso questa sua arte. La ragazza non parla bene l’italiano ma si fa capire: erano state la madre e la nonna ad insegnargliela.
    La donna insegna alla scuola media e sta accompagnando la sua classe nella libreria del centro. Lo scopo era insegnare agli alunni a distinguere i vari generi letterari.
    Chi si lascia attrarre dal titolo, chi dalla copertina, chi dal nome dell’autore, chi dall’argomento trattato. L’insegnante vorrebbe orientarli verso temi che trattino la natura, ma, a parte uno, tutti hanno scelto storie di adolescenti innamorati.
    La commessa è una giovane molto carina e i ragazzi si fanno aiutare da lei a cercare un libro adatto. Le ragazze invece si ingelosiscono e creano di proposito scompiglio con le loro risate.
    Al momento di uscire dal negozio l’alunno che ha scelto il libro “La terra è la nostra madre” tra le prime due pagine trova un segnalibro dorato sul cui lato nascosto è riprodotta l’immagine di un unicorno che, stranamente, porta il suo nome.

    Edited by Ida59 - 10/4/2023, 19:19
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trame offerte da Raffaela


    TRAMA 1


    Mentre prepara la sua attrezzatura, un maestro di surf inavvertitamente rompe gli occhiali da sole; si reca al centro commerciale per acquistarne di nuovi.
    All’interno del negozio di ottica, incontra un anziano mal vestito e in difficoltà: non può ritirare i suoi occhiali perché senza soldi.
    Il maestro impietosito paga il conto dell’uomo.
    Il vecchio sdentato gli sorride, si avvicina e chiede in quale modo può sdebitarsi. Con un inchino si presenta: vive con quel poco che racimola leggendo la vita sulle mani delle persone.
    Il ragazzo per accontentarlo gli porge il palmo. L’uomo come vede le linee che solcano la mano si scansa con un balzo. Non è bello ciò che ha visto, ma non dice nulla, porge al giovane un libro di fiabe sdrucito che estrae dal suo tascone. Gli suggerisce di tenerlo con sé, gli sarà d’aiuto.
    Il maestro ringrazia, saluta e ritorna al suo mare.
    Arrivato in spiaggia si prepara ad affrontare le onde. Non sa che forse sarà per l’ultima volta.
    Lui non lo sa, ma è stato annunciato uno tsunami. Non certo il tempo giusto per surfare.
    Le onde si gonfiano in modo anomalo e il giovane è presto in grande difficoltà.
    Il libro lasciato sulla spiaggia, scosso dal vento causato dallo tsunami, si apre animandosi: dalle pagine si materializza un possente unicorno alato.
    Con un rapido volo arriva dal giovane e lo salva.
    Sulla spiaggia il vecchio sdentato sorride, le vesti ferme malgrado l’incredibile vento.


    TRAMA 2


    Un professore sta svolgendo il suo compito peggiore, accompagnare la moglie al centro commerciale.
    La donna scompare dentro a mille negozi, mentre lui, seduto in attesa, sfoglia svogliatamente un libro di bioingegneria medica.
    Di fianco, sulla panchina, si siede una bambina tra gli otto e i dieci anni, con trecce e grandi fiocchi, che sfoglia un libro appena comprato.
    I due cominciano una conversazione che li porta a scambiarsi per gioco i libri.
    La semplicità del libro della bambina lo entusiasma: unicorni, fate e folletti vivono in ambienti verdi con arcobaleni iridescenti.
    Sarebbe bello vivere in un paradiso come quello.
    Solleva gli occhi dal libro: la bambina è scomparsa e al suo posto c’è una clessidra.
    La sabbia scivola lenta.
    La moglie del professore esce infine dall’ultimo negozio e trova l’adorato marito addormentato per sempre su una triste panchina del centro commerciale.
    Tra le mani un libro con le pagine bianche.
    La donna che le aveva letto la mano all’interno del negozio, aveva visto bene, dicendole:
    - Perderai un tesoro.

    Edited by Ida59 - 10/4/2023, 19:20
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    Disperato bisogno


    Paolo è un insegnante di ragioneria di mentalità ristretta, dedito solo ai numeri; ha una sua lista di attività e di libri che considera deprecabili, come le persone che le praticano.
    Non sopporta Ramona, per il nome troppo esotico e per il modo di vivere: è bidella nell’Istituto Tecnico della città, lavoro rispettabilissimo, ma si interessa di tutto ciò che è misterioso e lui sospetta che legga le carte, in particolare i tarocchi, per predire il futuro.
    Paolo è suo acerrimo nemico, guarda la ragazza con sospetto, perché alunni e perfino genitori si fermano a parlottare con lei, come se stessero complottando. In realtà è invaghito di Ramona e le ha fatto delle avances, prontamente rifiutate. Indispettito perché una semplice bidella non lo considera, vuole vendicarsi e inizia a spiarla, al fine di trovare qualche elemento disdicevole e farla licenziare e mettere alla berlina.
    Ramona lavora anche part time nel centro commerciale della città, luogo di perdizione secondo Paolo, dove la gente spende attratta da oggetti effimeri e superflui. Fosse per lui, lo farebbe chiudere, con buona pace delle persone che perderebbero il lavoro.
    Il professore comincia a gironzolare furtivo attorno alla casa di Ramona e si insospettisce ulteriormente quando, dopo l’entrata di alcune persone, le tapparelle sono calate completamente, in modo da non lasciar vedere l’interno. Pensa che, certamente, nella casa stia succedendo qualcosa di illegale.
    Un suo alunno è figlio del custode del centro commerciale; una sera Paolo convince l’uomo a farlo entrare, minacciando di rivalersi sul figlio se si rifiutasse.
    Perquisisce l’armadietto di Ramona e vi trova i famigerati tarocchi.
    La sera dopo raggiunge la ragazza nel centro commerciale, mentre lei sta facendo le pulizie; è armato, la deride, le dice che avrà finalmente il trattamento che si merita. Ramona finge di assecondarlo, ricordandogli che, un tempo, lui era attratto da lei, ma, quando Paolo abbassa la guardia e si avvicina, gli dà una botta in testa con una lampada da scrivania e scappa.
    Sanguinante, Paolo la insegue; lei si nasconde nel reparto libri, dietro la sagoma gigante di un unicorno, creata per pubblicizzare una collana di libri. Il professore è sempre più arrabbiato e le grida che la ucciderà con le sue mani e abbandonerà il suo corpo nella discarica, il posto adatto per una come lei.
    Ramona si vede perduta, gli occhi si posano sulla scritta dello striscione appeso al muro sopra lo scaffale: Leggere aiuta, un libro è un toccasana, può risolvere le necessità della vita.
    La ragazza pensa che sarebbe bello se esistesse davvero un libro delle necessità: sarebbe in salvo.
    Un tonfo proveniente dallo scaffale attira la sua attenzione: un libro è caduto e si è aperto. Le pagine sono molto luminose e Ramona lo prende per chiuderlo, pensando che abbia qualche meccanismo per attirare l’attenzione dei lettori più piccoli e temendo che la luce attragga Paolo che la sta cercando.
    Il libro si intitola “Il libro delle necessità”. Ramona si vede riflessa nella pagina e, al colmo della disperazione, dice che ha necessità di andare via da lì.
    La luce si fa più intensa; la ragazza chiude gli occhi e la pagina la risucchia. Si sente avvolta da un piacevole calore. Quando riapre gli occhi si trova su una spiaggia assolata, circondata da persone in costume da bagno che bevono cocktail, prendono il sole e chiacchierano serenamente. Ai tavoli del bar qualcuno sta giocando a carte, altri guardano e una donna che legge i tarocchi le fa l’occhiolino.
    Ramona cerca il libro, ma non lo trova, perchè è ritornato sullo scaffale del centro commerciale, nel reparto libri, ad aspettare il prossimo bisognoso del “Libro delle Necessità”.
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    Il lato oscuro


    Cunegonda Mastini è un’insegnante di liceo terribile. Ama il suo lavoro solo perchè le conferisce un certo potere sulle persone; tratta malissimo i suoi alunni ed è ingiusta. Ha una passione per l’esoterismo, la lettura delle carte e il soprannaturale.
    Amanda è un’alunna dell’ultimo anno che la professoressa ha preso di mira. La ragazza è intelligente e studiosa; per aiutare la famiglia lavora saltuariamente nel centro commerciale della città, aiutando dove c’è bisogno.
    Stanca dei soprusi, decide di vendicarsi.
    Prepara un libro con le figure dei tarocchi, con formule strane, adatte a riti magici per ottenere bellezza, ricchezza, amore, vendetta sui nemici e provocare malattie: tutti i filtri richiedono una dose di purgante e altre sostanze stomachevoli. Tutto espresso con formule chimiche che la professoressa, ignorante sull’argomento, si farà preparare e poi berrà l’intruglio derivato. Lo antichizza ingiallendo le pagine, rompendone qualcuna qua e là e poi lo nasconde nel negozio di animali in cui attualmente sta lavorando, in un buco del muro dietro lo scaffale sul quale ci sono le teche dei serpenti.
    Si traveste in modo da non essere riconosciuta e si siede al bar in cui la professoressa fa colazione. Tira fuori i tarocchi e li sciorina sul tavolo. Cunegonda abbocca, la avvicina e si fa leggere il futuro. La ragazza le predice un brillante avvenire se riuscirà a trovare un oggetto importante, forse un libro che vede non lontano, in mezzo a serpenti. Cunegonda capisce che il luogo è il negozio di animali del centro commerciale e una sera si fa chiudere dentro per cercare il libro della magia.
    Amanda vede i maneggi della professoressa e torna a casa ridendo sotto i baffi mentre si materializza nella sua mente il coperchio leggermente sollevato della teca con i serpentelli d’acqua, innocui ma dall’aspetto repellente, che si aprirà appena spostato e rovescerà il suo contenuto addosso all’insegnante.
    Soddisfatta, la ragazza è in camera ad ascoltare la musica quando l’unicorno, il pupazzo regalatole dalla nonna quando era piccola, da rosa diventa nero, poi ancora rosa, poi nero.
    Infine, sotto gli occhi incuriositi e spaventati della ragazza, il pupazzo diventa un unicorno vero. Le dice di essere il suo protettore e che lei rischia la salvezza dell’anima per aver mandato la professoressa a morire, seppur inconsapevolmente. Le svela che tutti gli umani hanno un unicorno che li protegge, ma quello di Cunegonda era passato al lato oscuro, motivo per cui la donna era ingiusta e cattiva. Ora il suo unicorno aveva deciso che doveva morire perché così avrebbe potuto diventare lui il custode di Amanda. Nel lato oscuro diventa importante e aumenta il proprio potere chi porta il maggior numero di anime. Per eliminare Cunegonda aveva messo tra i serpentelli innocui un paio di quelli velenosissimi. Cunegonda sarebbe morta, ma, liberi, gli animali avrebbero morsicato qualcun altro. Era di vitale importanza intervenire.
    Amanda si precipita al centro commerciale, entra da una finestra che sa difettosa, raggiunge Cunegonda proprio mentre sta per spostare lo scaffale e la ferma raccontandole tutto. L’unicorno cattivo appare e vorrebbe infilzarla col suo corno, ma intervengono gli unicorni buoni e lo trascinano via.
    Cunegonda è salva. Gli avvenimenti soprannaturali a cui ha assistito la cambiano e diventa un’ottima insegnante.
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    La formula


    Maura ha uno spazio in una tv privata nel quale legge i tarocchi. Il suo vicino di casa, nonché proprietario dell’appartamento in cui vive, è Glauco: professore di greco, persona tutta d’un pezzo, molto preso dal suo ruolo, compatisce con una punta di disprezzo Maura per l’attività che svolge; egli è appassionato di lettere antiche, conosce, oltre al greco antico, l’ebraico e l’aramaico.
    Maura crede nel potere divinatorio dei tarocchi, che avevano previsto la malattia e poi la morte del suo compagno. Si reca spesso al cimitero e non riesce a trovare pace. Rilegge sempre le parole di Sant’Agostino: la morte non è niente, il defunto è semplicemente andato dall’altra parte, come se fosse nell’altra stanza, fuori dalla vista. Lei ha un desiderio spasmodico di rivedere Ettore; al cimitero gli parla ed esterna questo desiderio.
    Le forze del male, sempre in agguato ove c’è dolore per poter catturare qualche anima, la ascoltano.
    Un giorno, presso la tomba accanto a quella di Ettore, si ferma un vecchietto che piange l’adorata moglie. I due, accomunati dallo stesso dolore, si ritrovano spesso e si confidano.
    L’uomo afferma di sapere come fare per rivedere i propri cari: bisogna ritrovare un libro antichissimo custodito nei sotterranei del Duomo. Lì, nella “Pagina delle ombre” c’è la formula da recitare per far sì che i loro cari diventino visibili. Lui, però, vecchio e malandato, non può scendere e poi risalire i vetusti e sbilenchi scalini che portano ai sotterranei.
    In realtà è un diavolo e non può entrare in terra consacrata.
    Maura ruba il libro, che, però, è scritto in aramaico. Convince Glauco a tradurre la pagina e a insegnarle come leggere la formula. Glauco le dice che è un forte incantesimo e va recitato in un luogo affollato, la prende in giro e le consiglia il centro commerciale: i due bisticciano.
    Per assistere al fallimento della ragazza, la accompagna, non prima di averle messo al collo un ciondolo a forma di unicorno, regalatogli dalla nonna quando era piccolo.
    Non sa che il ciondolo è benedetto: la nonna, molto credente, lo aveva scelto invece delle solite immaginette di madonne e santi, perché i genitori di Glauco non erano credenti.




    Potete inventare il vostro finale, oppure leggere quello immaginato da Daniela









    Finale


    Raggiunto il centro commerciale, dove ha invitato anche il vecchio del cimitero, Maura recita la formula davanti a un Glauco ghignante.
    Le luci del centro si spengono e si sente un nauseante odore di zolfo; il viso del vecchio si sgretola rivelando le fattezze di diavolo: la formula non serviva a rivelare gli spiriti dei defunti, ma a liberare i diavoli dall’inferno e a farli spadroneggiare sulla Terra.
    Rubando il libro da un luogo consacrato e recitando la formula maledetta, Maura ha perduto la propria anima, perciò il diavolo si avventa su di lei per ucciderla e portarla all’inferno, ma viene colpito da una luce accecante che si sprigiona dal ciondolo benedetto: appare un unicorno vero che lo infilza, facendolo sparire e annullando la maledizione della formula.
    L’unicorno dice a Maura che rivedrà sicuramente il suo compagno tanto amato: quando sarà il suo momento di lasciare la vita, egli la verrà a prendere per accompagnarla nel luogo amorevole in cui vivono dopo la morte le persone rette; sprigiona poi un altro raggio con cui inonda chi ha assistito alla scena, cancellandone la memoria.
    Solo Maura e Glauco ricorderanno l’accaduto: Maura per mantenere la pace raggiunta, Glauco per ricordare che, nella vita, ci sono aspetti non strettamente razionali e che deve rispettare le opinioni diverse dalle sue.
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    Lotta per la salvezza


    Da molte notti Lucrezia, lettrice di tarocchi per sbarcare il lunario, fa un sogno ricorrente: vede un cespuglio che sembra chiamarla. Interroga anche le carte, che confermano la necessità di aiuto. Ossessionata dalla visione, decide di andare alla ricerca del cespuglio, pur sentendosi ridicola, e parte per una passeggiata in campagna.
    Trova il cespuglio del sogno e, nascosto tra le foglie, un unicorno ferito. Non crede ai suoi occhi, ma lo porta in salvo a casa.
    Mette al corrente della situazione Maria, sua amica del cuore. Le due sono molto diverse: Lucrezia si è sempre interessata di esoterismo ma lei stessa pensa di non avere le capacità di leggere i tarocchi, va a intuito, reputandosi fortunata quando indovina, mentre, in realtà, la sua mente è aperta al soprannaturale; Maria è un’insegnante molto razionale, con un lavoro stabile, dotata delle principali qualità che dovrebbe avere ogni insegnante: comprensione e empatia. Nonostante la profonda diversità, la loro amicizia dura dai tempi dell’asilo, quando Maria diede a Lucrezia, che piangeva, una biglia per giocare.
    Le ragazze curano l’unicorno trovando in un vecchio libro di fiabe della biblioteca come fare.
    Non capiscono la lingua dell’unicorno, allora Maria sciorina sul tavolo le carte con oggetti, luoghi e mestieri che usa per insegnare l’italiano ai bambini stranieri. Indicandole, l’unicorno comunica che i due famosi stilisti Dolcini e Cappotto, in realtà due maghi non solo della moda, hanno rinchiuso i suoi fratelli, sotto forma di pupazzi, in una cassa nei magazzini del centro commerciale della città. Gli unicorni erano preoccupati dell’educazione di bambini e ragazzi: troppo legati all’apparenza, troppo simili a piccoli adulti, agghindati fin dalla tenera età come modelli in miniatura, con abiti firmati, scarsi di ideali; criticavano giocattoli e videogiochi mortificanti la fantasia. Intendevano intervenire ma i due stilisti li avevano imprigionati per non perdere futuri clienti. L’unicorno non sa però come fare per liberare i fratelli.
    Lucrezia e Maria intendono aiutare gli unicorni e si recano in biblioteca per fare ricerche. Ritrovano il libro delle fiabe già consultato. Devono procurarsi cento cioccolatini a forma di cuore da far mettere nella cassa degli unicorni da persone che si vogliono bene, perché solo l’amore vince il male.
    La sera dopo, le ragazze si fanno chiudere nel centro commerciale, trovano i cioccolatini nel reparto dolciumi e si fiondano nei sotterranei alla ricerca della cassa che imprigiona gli unicorni, ma sono intercettate da un esercito di Barbie che tentano di fermarle. La Barbie capo dice che non permetteranno che salvino gli unicorni, perché, se smettessero di scimmiottare il mondo degli adulti, le bambine non le vorrebbero più e in una cassa ci finirebbero loro.
    Le ragazze corrono nel negozio di giocattoli, prendono tanti vestiti e accessori delle piccole bambole e tornano in cantina. Lucrezia comincia a tagliare un abito con le forbici, minacciando di tagliarli tutti e di buttarli. Le Barbie inorridiscono, allora le ragazze gettano abiti e accessori lontano dalla porta del magazzino. Le bambole iniziano a raccattare i vestiti e le ragazze entrano nel locale sprangando la porta.
    Trovano la cantina giusta, e inondano di cioccolatini l’interno della cassa in cui sono prigionieri gli unicorni, tenendosi per mano e dicendosi, guardandosi negli occhi, che la loro è un’amicizia vera che non tradiranno mai e non verrà mai meno.
    Gli unicorni sono liberi, tornano nel loro mondo per mettere a punto un piano per modificare l’educazione dei giovani.
    Il loro piano è già iniziato, però, perché Maria, da insegnante, continuerà con maggior efficacia l’opera educativa che le compete e Lucrezia modificherà la lettura dei tarocchi in tal senso, cercando di convincere le persone che la contatteranno che anche le carte vogliono un cambiamento dei giovani, pena una catastrofe.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    Scarpette e tutù


    Vlady è un insegnante di danza classica molto severo e intransigente; ripete sempre che la danza richiede sacrificio e dedizione, e non ammette distrazioni: gli allenamenti devono essere quotidiani e durare molte ore; la mente di una ballerina deve essere orientata solo alla danza. Egli non balla più e nessuno sa quanti anni abbia.
    Costanza è la prima ballerina della compagnia di Vlady. Per hobby legge i tarocchi al cui potere divinatorio crede, e le carte non si sono mai smentite, né quando avevano previsto un successo, né prevedendo un flop o un infortunio. Questa attività richiede tempo per studi approfonditi sugli ascendenti, le fasi lunari e le costellazioni che riguardano i richiedenti e Vlady non vede di buon occhio questa pratica che le ruba tempo per la danza.
    I due discutono spesso.
    La scuola di danza è un po’ in crisi, perciò Vlady chiede al suo amico, direttore del centro commerciale, di poter allestire un piccolo palcoscenico nel grande atrio del centro e offrire uno spettacolo gratuito di danza ai frequentatori in modo da attirare futuri alunni.
    Per preparare il palcoscenico occorrono delle assi apposite, ritirate nella cantina della scuola di danza.
    Vlady incarica Costanza di accompagnare gli operai a prenderle e, mentre gli uomini le caricano sul camion, lei curiosa in giro. In una cesta di vimini dall’aria datata trova vecchi tutù e costumi di scena; sul fondo, un libro con le foto di molte ballerine del passato e, sotto la foto di una di nome Olga, legge le istruzioni per realizzare la famosa tripla pirouette en dedan con salto: passo noto a tutti i ballerini ma che nessuno ha mai saputo ripetere.
    Costanza prende il libro perché intende studiare il passo; ne parla a Vlady che ne è entusiasta.
    Il giorno dell’esibizione al centro commerciale, Costanza interroga i tarocchi e questi mostrano il pericolo di morte. La ragazza vorrebbe ritirarsi dall’impresa, ma Vlady si oppone, dicendo che ormai il passo era stato annunciato e la scuola avrebbe perso credibilità, forse avrebbe addirittura chiuso.
    Costanza si rassegna, ma indossa il ciondolo che la sua maestra di tarocchi, vecchissima lettrice di arcani, le aveva donato per proteggerla: un cerchio d’oro con tre unicorni.
    Al centro commerciale, in attesa dell’evento, c’è molta gente. Vlady le fa calzare delle scarpine trovate nel baule che si intonano al colore del tutù e poi si sistema davanti al palco con il libro in mano. Costanza non capisce perché abbia portato il libro e comincia la danza. Arriva il momento della pirouette, Vlady apre il libro nel punto in cui c’è la foto di Olga e muove le labbra come se stesse parlando.
    Costanza inizia i passi che la porteranno verso la pirouette, ma il laccio di una scarpina si stacca e lei cade.
    Un fumo grigio uscito dal libro invade il palcoscenico, la foto di Olga si ingrandisce e ne esce la ballerina, tornata in vita e guidata dalle parole di Vlady che la chiama amore: Olga era la sua fidanzata ed era morta eseguendo proprio quel passo di danza perché era scivolata e aveva battuto la testa.
    La ballerina si avvicina a Costanza svenuta e si adagia su di lei per entrare nel suo corpo e farlo suo, mentre l’anima di Costanza si avvia verso il libro per prendere il posto di Olga.
    Vlady è felice, perché l’incantesimo ha funzionato; perché fosse efficace, infatti, aveva dovuto ricostruire le stesse circostanze in cui era morta Olga: un pubblico, le sue scarpette, lo stesso passo di danza, la stessa musica; il trucco di far ritrovare a Costanza il libro era stato geniale.
    Gli unicorni messi a protezione di Costanza, però, escono dal ciondolo e si frappongono tra la ragazza e Olga, bloccando l’uscita dell’anima. Olga indietreggia, il cerchio che racchiudeva gli unicorni la ingloba; Vlady, nel tentativo di fermare il suo amore, si getta nel cerchio e i due spariscono per sempre; il libro brucia.
    Gli spettatori attribuiscono il fumo e i lampi a un guasto di qualche impianto.
    Costanza rinviene, gli unicorni sono rientrati nel ciondolo. Lei pensa di aver sognato qualcosa di strano ma ha la sensazione di non dover mai togliere il ciondolo.
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,289

    Status
    Trama offerta da Daniela

    Un libro particolare


    Paolo, professore di greco al liceo, molto preso dal suo ruolo di educatore e formatore, è amareggiato dal suo lavoro e dalla vita in generale. Riceve a scuola ragazzini provenienti dalle scuole medie per la maggior parte ignoranti. Rimpiange la scuola di un tempo, seria e veramente istruttiva. E’ stato tradito dalla fidanzata, ma, invece di rinchiudersi in se stesso, è diventato uno sciupafemmine.
    Laila, pittrice, ha dipinto qualche ritratto delle personalità della piccola città in cui vive; estrosa, ama tutto ciò che è misterioso e si occupa di tarocchi. Indossa sempre un ciondolo d’oro e corallo a forma di unicorno.
    Si conoscono a uno speed date organizzato nel centro commerciale della città, in occasione di San Valentino, per pubblicizzare e vendere un nuovo tipo di cioccolatini.
    Paolo vi è andato per curiosità, perché nel piccolo centro in cui vive non avevano mai tenuto nulla di simile.
    Il loro incontro è l’ultimo della serata e Laila dimentica la borsa vicino alla sedia su cui era seduta.
    Paolo la trova e vi fruga per cercare l’indirizzo e il nome della ragazza. Un libro attira la sua attenzione, perché si stupisce che qualcuno, giovane come la ragazza, al giorno d’oggi se ne vada in giro con un libro nella borsa.
    Lo apre: le pagine oscillano e mostrano una profondità tridimensionale, poi il libro diventa normale e sui fogli appaiono elenchi di nomi e date, tra questi anche suoi parenti e conoscenti defunti. Lo sfoglia e si accorge che, pur sembrando un libro di normale spessore, le pagine sono infinite.
    C’è anche il suo nome, morte prevista di lì a poche settimane.
    Rintraccia la ragazza per chiederle spiegazioni.
    Laila racconta che il libro era apparso dopo una seduta di tarocchi con una medium. La donna le aveva detto che il libro era per lei e che doveva custodirlo, ma aveva un compito: senza dire alle persone che la morte le aspettava, doveva convincerle a ripulirsi l’anima con buone azioni.
    Paolo non le crede, pensando a qualcosa di elettronico per gli effetti speciali del libro, ma Laila gli fornisce le prove della veridicità di ciò che afferma: si fa dare i nomi di persone che lui conosce e ne comunica la data di morte, poi fa il contrario, risalendo al nome dalla data. Sull’ultima pagina del libro appaiono dal nulla un nome e una data che prima non c’erano: il vicino di casa di Paolo era morto investito da una macchina. Dopo aver controllato, Paolo si convince e Laila gli dice che il suo destino è ineluttabile.
    Ancora scioccato, Paolo si prepara all’infausto evento, sperando in cuor suo che sia tutto frutto di un’allucinazione. Dona molti soldi ai poveri, fa volontariato, firma per la donazione degli organi. Cerca la ex e la perdona.
    L’ultimo giorno si fa consegnare il libro e lo brucia, ultima buona azione: meglio non conoscere il proprio futuro e quello altrui.
    Nel frattempo i due si sono innamorati. L’ultimo giorno si recano al centro commerciale dove si sono conosciuti, pensando che in un luogo affollato non possa accadere niente. Paolo non mangia né beve nulla, si tiene alla larga da ascensori, scale mobili e tutto ciò che potrebbe essere pericoloso.
    A un tratto dei terroristi irrompono nel supermercato al grido di “Allah akbar”, Allah lo vuole, e sparano sulla folla. Paolo fa scudo col proprio corpo a Laila e muore.
    Gesto eroico. L’unicorno che lei porta al collo si illumina, ne esce un unicorno vero che trasporta l’anima di Paolo verso lidi sereni.
    Laila, affranta, si consola pensando che, almeno, aveva reso colmi d’amore i suoi ultimi giorni, poi apre la borsa per estrarre un fazzoletto e ritrova, intatto, il libro delle anime.
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    50

    Status
    17620

    Un'incredibile avventura.



    Capitolo 1

    La notte, illuminata dalla luna piena, tonda e quasi bianca, era abbastanza chiara.
    Luca sgattaiolò fuori dalla finestra della cameretta, scese in giardino seguendo i rami del cachi e in un attimo fu in strada.
    Pochi passi e, con mira infallibile, lanciò un sassolino al vetro della finestra, dando a Matteo e Alessandra, gemelli suoi carissimi amici, il segnale.
    I due uscirono di soppiatto dalla finestra con un salto nemmeno troppo agile, considerato che si trovavano al piano terra. Matteo atterrò sul prato come un sacco di patate, perse l’equilibrio e cadde a sedere.
    - Shtt! – Intimò sottovoce la sorella. – Ma come si fa a essere così incapaci?
    Un’alzata di spalle fu la risposta.
    - Allora, siete ancora del parere? - Chiese Luca.
    - Certo! Con questa luna quasi non ci serviranno nemmeno le torce. – Rispose Matteo.
    - Mah! – Borbottò Alessandra. – Non sarebbe meglio aspettare una notte più buia? Ora ci vedranno.
    - Senti, - tagliò corto il fratello – ormai è deciso. Andiamo!
    Camminando rapidi e silenziosi lungo i muri, raggiunsero la zona periferica della città e si trovarono di fronte la loro meta: la casa abbandonata. Con le imposte penzoloni simili a sopracciglia aggrottate su occhi spenti, la cadente costruzione sembrava esprimere disappunto. Era la vecchia abitazione di una donna morta alcuni anni prima; si diceva che fosse una strega perché vagava nei boschi poco distanti, stava sempre sola e nessuno sapeva cosa facesse. Non aveva contatti sociali, sembrava odiasse tutti, specialmente i bambini. Se qualche pallone finiva nel suo cortile, nessuno aveva il coraggio di reclamarlo e non lo rivedevano più.
    Le leggende su di lei erano fiorite come pratoline in primavera e si diceva che la sua casa fosse maledetta.
    Dove mai potevano finire tre monelli matricolati in una notte di luna piena? Ovviamente lì, per curiosare e poi vantarsi con gli amici.
    Con mano incerta, nonostante la spavalderia ostentata, Luca spinse la porta.
    - E’ chiusa, accidenti.
    - Guarda, - intervenne Matteo – una finestra del seminterrato è rotta. Entriamo da lì.
    Esplorarono l’interno con le torce e si calarono tranquillamente, perché il dislivello non era molto.
    - Quanti palloni! – Esclamarono all’unisono.
    La diceria sui palloni sequestrati e mai restituiti era dunque vera. Il pavimento era disseminato di palle, tutte ormai sgonfie.
    - Accidenti, che carogna! – commentò Alessandra. – Diamo un’occhiata in giro.
    Imboccarono una porta e si trovarono in un salotto. Poltrone e divano erano sfondati, il tappeto sotto il tavolino al centro della stanza era logoro e uno scaffale pieno di libri occupava le due pareti libere da una finestra e dalla porta.
    Illuminati dalle torce, i libri mostravano le coste di pelle con scritte dorate.
    - Sembrano antichi, - commentò Alessandra, avvicinandosi allo scaffale.
    Ne estrasse qualcuno: tutti avevano pagine sottili come filigrana e bordi dorati.
    - Ragazzi, ho un’idea! – disse Matteo –Vendichiamo i ragazzini a cui la strega ha rubato i palloni. Prendiamo un po’ di questi libri e vendiamoli al negozio di libri usati che hanno aperto al centro commerciale. Credo potremmo ricavarne un bel gruzzolo.
    Subito d’accordo, presero tre o quattro libri ciascuno e se ne andarono.
    - Ma se ci chiedono dove li abbiamo trovati? – Chiese Alessandra.
    Luca risolse il problema.
    - Diremo che sono di mia zia Elena; sai che è un po’ rimbambita: le farò firmare un’autorizzazione alla vendita, non se ne accorgerà nemmeno. Le dirò che ho bisogno di una giustificazione per un’assenza a scuola e che la deve firmare lei perché mi sono dimenticato di dirlo alla mamma. Ci crederà di sicuro, mi adora!


    Capitolo 2

    Carmen raccolse le carte dal tavolo: ancora il diavolo! Era già la quarta volta che interrogava i tarocchi sulle sorti del mondo e appariva sempre lui insieme alla luna, il diciottesimo arcano, l’oscurità.
    Non era un buon segno, assolutamente. Nemmeno prima della pandemia di covid i due arcani erano apparsi insieme. Il mondo correva un grande rischio, ma quale?
    Doveva fare qualcosa per capire meglio. Sfogliò il manuale ma non trovò nulla di utile, solo il ribadire la minaccia di un pericolo.
    - La zia Clotilde. – mormorò tra sé – Lei potrebbe aiutarmi, ma purtroppo non c’è più. Magari in casa sua potrei trovare qualche cosa, qualche indicazione nei suoi libri.
    Sospirò. Aveva sempre finto di non conoscere la zia perché si vergognava delle sue stramberie; una volta cresciuta, si era distaccata ancora di più, aveva addirittura cambiato quartiere, quando la donna, improvvisamente, si era isolata dal mondo ed erano nate leggende sul suo essere una strega. Carmen, da ragazza, non era esattamente una persona coraggiosa e non voleva essere associata alla vecchia zia per timore che gli amici la bullizzassero e la abbandonassero.
    Ora era una donna fatta e finita, sicura di sé. Anche lei amante degli studi esoterici e dei tarocchi, provava qualche senso di colpa per il comportamento verso la zia che, molto probabilmente, avrebbe avuto solo bisogno di cure.
    - Bene, - si disse, - andrò a casa della zia a cercare nei suoi libri.
    Era una donna fatta e finita, era vero, però lasciò l’auto lontano dalla vecchia casa e si avvicinò a piedi.
    Entrò senza fatica perché aveva le chiavi e salì in camera da letto. Sapeva che la zia, di solito, scriveva degli appunti su un taccuino; non era un vero e proprio diario, ma solo l’elenco o la breve narrazione di eventi importanti.
    Cercò nel comodino, nei cassetti dell’armadio, in quelli dell’antica toeletta con la cornice dorata piena di ghirigori in legno: nulla.
    Rivide la zia che la spolverava con un pennellino, per entrare in tutti gli interstizi, il grande fazzoletto rosso che le copriva i capelli in modo che non s’impolverassero, rivide il materasso ripiegato sulla rete del letto, per pulire bene dappertutto.
    - Il materasso! – Gridò.
    Lo ribaltò e si ritrovò tra le mani un quadernetto sgualcito, riempito dalla grafia grande e piena di fronzoli della zia.
    Cominciò a leggere.
    Le prime pagine erano di poco interesse, contenevano nuovi rimedi contro alcune malattie di stagione e dei conti. Ciò che lesse verso la fine la agghiacciò.
    “Finalmente, minacciato dall’unicorno, lo stregone si è fermato. Lo abbiamo circondato e il Capo, guardandolo fermamente negli occhi, tenendo una mano sulla criniera dell’unicorno per contrastarne il malvagio potere negativo, ha pronunciato la formula magica. Con uno sbuffo di fumo maleodorante, lo stregone è finito rinchiuso nel libro, imprigionato per sempre. Mi sono offerta di costudire io il libro, qui, nella mia casa, perché non ho figli e possiedo le competenze necessarie.
    So che dovrò isolarmi dal resto del mondo, ma non m’importa, mi sacrifico volentieri per mio fratello, i suoi bambini che adoro e questa pazza umanità che, in fondo, non è poi così cattiva. Ho sistemato il libro maledetto sullo scaffale in salotto. Abbiamo scelto come prigione il libro Cuore, che stilla bontà a ogni pagina, per dare al mago una sofferenza in più. Il libro non dovrà mai più essere aperto.”.
    Carmen mise il quadernetto nella borsa e stava per andare in salotto, dove la zia conservava i libri, quando un rumore la raggelò: qualcuno si muoveva nella casa. Lo stregone finalmente libero? I tarocchi sbagliavano difficilmente, un pericolo per il mondo era in agguato.
    Con gran cautela andò a vedere, rendendosi però conto che se si fosse davvero trattato dello stregone, non aveva armi per difendersi.
    - Dai, prendiamone altri e facciamoci un gruzzoletto. – Disse una voce.
    - Ragazzini! – Pensò Carmen con sollievo.
    Aprì di scatto la porta; Alessandra, Matteo e Luca si voltarono.
    - Cosa ci fate qui? – Domandò.
    Lo sguardo andò subito alla libreria: c’erano spazi vuoti. Con apprensione scorse i titoli dei libri rimasti, ma Cuore mancava.
    - Avete preso voi i libri che mancano? – Chiese.
    Davanti alle bocche spalancate per lo spavento, ma cucite riguardo a una confessione, continuò.
    - Non vi faccio niente, ragazzi, ma è di estrema importanza che sappia la verità. Dove sono i libri che mancano?
    Luca fu il primo a riprendersi.
    - Perché mai dovremmo dirlo a te? Chi sei? E che ci fai tu qui? – Disse, calcando la voce sul tu.
    Carmen sospirò.
    - Sono la nipote della donna che viveva qui e sono la sua erede. Non vi faccio niente, davvero, ditemi solo dove sono i libri.
    I tre si scambiarono un’occhiata e Matteo confessò.
    - Grazie, avete compiuto una buona azione che riscatta il furto. Andate via e non tornate più.



    Capitolo 3

    Il centro commerciale era affollato.
    Augusto si aggirava spaesato nei vasti corridoi. Era un severo professore di fisica all’università, abituato al silenzio delle sue aule, in cui non volava una mosca; la gente lo infastidiva ed egli un po’ la disprezzava perché non capiva tutto l’andirivieni frenetico da un negozio all’altro, il fermarsi di botto davanti a una vetrina, incuranti delle altre persone, il vociare insulso a centinaia di decibel, la noncuranza nel controllare i bambini, che, spesso, sembravano davvero figli di nessuno: toccavano tutto, si spintonavano e piangevano per l’ennesimo capriccio che sarebbe stato prontamente esaudito pur di non avere problemi.
    Lui mangiava alla mensa, si accontentava e le spese per il vitto erano scarse; quelle per il vestiario, ancora più ridotte: non seguiva la moda, abiti e scarpe gli servivano solo per lo scopo per cui erano nati, coprirsi.
    Quel giorno era obbligato ad affrontare la frenesia folle dei suoi simili perché doveva comprare un regalo a sua mamma. Ottant’anni erano una tappa importante e desiderava farla felice con un bel regalo, oltre che con la cena programmata. Si sentiva un po’ in colpa verso di lei, professoressa di lettere, donna colta e ricca di fantasia che si era trovata un figlio scienziato, molto razionale, tanto preso da elementi chimici e fisici da non avere tempo per l’amore, quindi niente nipotini.
    La mamma aveva anche dovuto accettare il nome Augusto, imposto dal marito, fisico, che aveva un’ammirazione sviscerata per Svante August Arrhenius, fisico svedese Nobel per la fisica del 1903. Si era imposta solo rifiutando per il suo piccolo il nome Svante, ma per tutto il resto aveva dovuto rassegnarsi. Augusto aveva ricevuto un’educazione razionale, da cui la fantasia era stata bandita: niente fatina dei denti, niente coniglietto pasquale, né Babbo Natale o Befana.
    Frastornato, Augusto si aggirava tra i negozi: troppo banale un profumo, capi d’abbigliamento e accessori vari, troppo comuni e anche nelle tre gioiellerie del centro commerciale nulla lo soddisfaceva.
    Sempre più irritato, pensava che quel luogo fosse l’esatto specchio della società ignorante: tanta attenzione per l’aspetto esteriore, ma nessuna cura per la mente, perché non c’era nemmeno una libreria.
    - Ma guarda! – mormorò - una c’è!
    Vicino alla caffetteria c’era un negozio di libri, nuovi e usati, come proclamava il cartello esposto in vetrina.
    Entrò fiondandosi nel reparto dell’usato, per cercare qualche chicca degna di sua mamma.
    - Uhm, questo sembra abbastanza datato, - pensò prelevando dallo scaffale un libro Cuore dalla costa in cuoio nemmeno tanto rovinata, sulla quale il titolo in lettere dorate faceva bella mostra.
    Lo sfogliò per trovare l’anno di edizione: 1935. Era il regalo perfetto, anche se, quando lo aveva aperto, era caduta un po’ di polvere. Lo prese e si recò alla cassa.
    - Non può acquistarlo, è mio! – lo fermò una voce.
    Carmen lo guardavano speranzosa.
    - Troppo tardi, già fatto.
    - Glielo ripago – disse la ragazza – mi dica quanto vuole.
    - No, non m’interessa.
    - La prego! E’ molto importante che io lo riabbia.
    - Non insista, è il regalo perfetto per mia mamma.
    - Lei non si rende conto del pericolo…Me lo restituisca, per favore.
    Questa è pazza, pensò Augusto, prima di ribadire il suo no categorico.
    Carmen pensò che la verità avrebbe potuto convincerlo, e gliela svelò.
    - Uno stregone?! – Disse Augusto ridendo. - Per chi mi ha preso? Sono un professore accademico, ragazza, con me sta perdendo tempo.
    - E’ tutto vero! I tarocchi non mentono, e nemmeno mia zia!
    - Fandonie per deboli mentali. Io sono stanco di queste baggianate. Ah, magari la rivuole perché è un’edizione preziosa! Non mi prenda per un allocco da abbindolare!
    La ragazza non lo ascoltava più ma fissava terrorizzata il libro ancora appoggiato alla cassa. Una nuvoletta verde marcio faceva capolino dalle pagine e una puzza incredibile cominciò a spandersi per tutto il negozio.
    - Ma cosa diavolo è? – Chiese Augusto coprendosi il naso col fazzoletto.
    - La prova delle mie parole, razza di incredulo sgobbone diffidente! – Esclamò Carmen.
    L’altoparlante del centro commerciale stava intanto pregando i gentili clienti di uscire perché, probabilmente, c’era una fuga di gas.
    Carmen trascinò lo sbigottito Augusto dietro uno scaffale.
    - Non ce ne andremo – disse – dobbiamo fare qualcosa.
    Seduta per terra cominciò a sfogliare frenetica il quadernetto della zia.
    - Niente, non c’è niente! - mormorò con voce tremante. – Magari gli altri libri!
    Tenendosi lontana dalla nuvola che si stava allargando sempre più, raggiunse lo scaffale, dove era stato esposto il libro Cuore. Trovò gli altri libri trafugati dalla casa della zia e prese “Formule e oggetti utili a vari scopi”.
    - Forse questo. –
    Tornò nel nascondiglio e sfogliò il libro.
    - Ecco, trovato. Guardi qui. Oh, ma come faremo a trovare tutte queste cose? Poi, cosa sono?
    Un piede sbucato dalla nuvola puzzolente convinse Augusto ad aiutare la ragazza.
    - Cera di carnauba per fissare alle pagine, rosso cocciniglia per farlo seccare, tartrazina che contiene zolfo e lo spaventa, una foglia d’oro perché gli stregoni ne sono affascinati; un po’di cioccolata, ricordi amorevoli, più sono meglio è, un pezzettino di criniera di unicorno; mescolare tutto e gettare il composto sullo stregone, dicendo: l’amore ti sconfigge, tutto ti tiene legato per sempre. Per sicurezza, tenere una mano sulla criniera dell’unicorno.
    - Quante sostanze strane! – Disse. – Come facciamo? Dove possiamo recuperarle? Magari potremmo anche riuscirci, ma in quanto tempo? Bisogna affrettarsi, la situazione è grave.
    Augusto s’immerse nei suoi pensieri. Ebbe la visione di uno studente che continuava a masticare mentre lui spiegava, sentì ancora la profonda irritazione che lo aveva assalito, vide l’interno del suo cassetto all’università, poi esclamò:
    - Gli M&MS! Contengono la cera e i coloranti, il cioccolato da’ dolcezza. La tartrazina è un altro colorante ma serve solo per lo zolfo…
    - Reparto giocattoli! – Esclamò Carmen, - vendono il Piccolo Chimico. Dentro c’è un po’ di zolfo, l’ho visto a casa della mia amica. La foglia d’oro dal giornalaio, vende un’enciclopedia con gli elementi naturali.
    - Nel reparto elettrodomestici troveremo il frullatore, ma l’unicorno? – Chiese Augusto, guardando sconcertato una mano uscita dal libro.
    Carmen sfogliò il libro della zia e trovò come chiamare gli unicorni.
    - Oh, ma ci vuole un richiamo per usignoli e allodole! Come facciamo? – Chiese.
    - Reparto caccia e pesca! - Esclamò Augusto, ricordando le chiacchiere fastidiose del bidello, disgustoso cacciatore.
    I due si divisero le ricerche, agevolati dal fatto che il centro commerciale era stato evacuato.
    Quando si ritrovarono, dal libro era uscita anche l’altra mano.
    Frullarono gli ingredienti e poi Carmen disse:
    - Ora metterò il mio ricordo amorevole, cominci a pensare al suo.
    Appoggiò un occhio al frullatore che conteneva la mistura e pensò agli abbracci del fidanzato. il pastone si illuminò brevemente.
    - Forza, a lei! – lo spronò, porgendogli il bicchiere del frullatore.
    Egli pensò intensamente, ma il pastone non ebbe reazioni.
    - Non va bene, - disse la ragazza, - a cosa ha pensato?
    - Al giorno in cui ho imparato a memoria la tavola degli elementi periodici.
    Carmen alzò gli occhi al cielo.
    - Ma dai, un ricordo amorevole!
    - Io amo la tavola degli elementi! – Protestò Augusto – E’ grazie a essa che…
    - Un ricordo davvero amorevole! – Lo interruppe.
    Augusto riprese il frullatore e pensò ai baci amorosi della mamma quando lo consolava.
    Il bicchiere si illuminò.
    - Ora l’unicorno! – disse Augusto, sfidando la ragazza.
    Carmen soffiò nei richiami. Nulla. Soffiò ancora. Nulla.
    - Soffi lei! – Disse. – L’unicorno è un po’ permaloso e si deve essere offeso per il suo scetticismo.
    Augusto ubbidì, invogliato da un altro piede che spuntava dal libro.
    Un grande chiarore invase il negozio e un unicorno meraviglioso planò tra i due.
    Augusto era senza parole, ma si inchinò, imitando Carmen. La ragazza tagliò un pezzettino di criniera e frullò di nuovo tutto. Con le mani appoggiate all’unicorno, i due pronunciarono la formula magica e Carmen versò la pozione sul libro.
    Una luce rosa e d’oro illuminò la stanza e la nuvola verdastra ritornò da dove era venuta.
    Carmen e Augusto ringraziarono l’unicorno, che sparì così com’era comparso.
    - Ce l’abbiamo fatta! E’ finita! - esclamarono all’unisono abbracciandosi.
    - Ora bisogna trovare un nascondiglio sicuro per il libro. - Ponderò Augusto.
    - Lo porterò a casa della zia, ma lo seppellirò in cantina. Farò ricoprire il pavimento con una colata di cemento e poi lo farò piastrellare. Credo che così sarà al sicuro.
    - Sì, ma vicino al libro metta tutte le istruzioni per debellare il nemico e ne lasci una o più copie in giro per casa, non si sa mai. – Consigliò il professore.
    Tornando a casa, Augusto fu fulgorato da un pensiero che lo conciliò con quanto accaduto: in fondo, anche la sua adorata chimica, nella fusione degli elementi e nelle varie reazioni aveva in sé qualcosa di magico. Sorrise, non ci aveva mai pensato.
    Con una visione diversa, più umana e leggermente più affettuosa del mondo, si recò in centro alla ricerca di un nuovo regalo per la mamma.

    Edited by Ida59 - 3/4/2023, 19:43
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Junior Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    4

    Status

    Il maestro Nero


    Un anno sprecato!
    Un anno trascorso cercando di educare quelle piccole menti al pensiero razionale, qualcosa che possa servire in futuro per ottenere un posto onorevole in questa società.
    Matematica, scienze, fisica, posso addirittura ammettere i grandi classici della letteratura, ma loro no, loro hanno sempre preferito affidarsi alla fantasia sfrenata della mia collega Clelia, la maestra con cui condivido questa sfortunata seconda B.
    Su una sola cosa i miei studenti concordano: tanto sono distratti durante le mie lezioni quanto interessati a quegli argomenti leggeri, fatui, sostanzialmente inutili della letteratura fantastica tanto amata da Clelia!
    La sfortuna di fare coppia con una persona così incapace di vivere nel mondo reale mi ha reso difficile, quasi odioso, il recarmi a scuola ogni mattina. Un anno di questo inferno, tra draghi e storielle stucchevoli e sdolcinate, roba che anche il De Amicis si rivolterebbe nella tomba.
    Ed ora, per finire l’anno in bellezza, tra un problema di matematica e un tema di italiano, ecco che la mia collega riesce a far approvare dal dirigente un bell’elaborato sugli unicorni!
    Ma io mi domando e dico: a cosa potrà mai servire un tema sugli unicorni?
    Clelia ha una strana concezione del mondo in generale e di quello della scuola in particolare. Afferma che nel mondo dei bambini oltre alle materie come matematica e fisica deve trovare spazio il sogno; ed essendo gli unicorni i grandi artefici dei sogni, funzionano da contrappeso alle cose serie, a volte brutte, che capitano nella vita, per cui sarebbe grazie a loro che i piccoli riescono a diventare grandi in modo equilibrato. Sostiene che si potrebbero trovare altri simboli, in realtà lei ha detto animali, ma che gli unicorni sono perfetti allo scopo. Senza unicorni i piccoli verrebbero sopraffatti dai numeri e dalla realtà, riducendoli, dice lei, a “robottini”.
    Un cumulo di sciocchezze!
    Solo lavorando duramente e studiando altrettanto duramente ho potuto laurearmi, trovare un lavoro da maestro e non più da operaio, mandare mia sorella all’università e aiutare mia madre. Non è stato facile, ma oggi sono quello che sono grazie al mio lavoro e ai miei studi, altro che unicorni!
    Per la fine dell’anno scolastico, Clelia ha deciso di regalarmi un libro che, parole sue, “ti aprirà la mente”; temo sia un libro sugli unicorni o qualcosa di simile. Non sono ancora riuscito a capire se le sue parole nascondono una presa in giro o se crede davvero in quello che dice. Tra le due opzioni non saprei nemmeno quale preferire.

    Ignoravo cosa mi aspettava.

    Oltre a subire quella che ormai ritenevo una chiara mancanza di rispetto nei miei confronti, dovevo anche sobbarcarmi l’onere di recarmi al centro commerciale, manco a dirlo chiamato “L’Unicorno”, per ritirarlo di persona.
    Io odio i centri commerciali.
    Troppa gente, troppo chiasso e… troppo di tutto.
    Questo poi era davvero strano, direi unico.
    Seguii le indicazioni per la libreria dirigendomi al terzo e ultimo piano.
    Al secondo le scale mobili finirono il loro servizio, così andai verso quelle che erano le “normali” scale, solo che non erano normali per niente. Prima di tutto erano a chiocciola, se pur larghe e dalle curve ampie, ed erano gremite di gente che scendeva: mi sentivo come un salmone che risaliva la corrente del fiume.
    Dopo quello che mi parve un tempo assurdamente lungo, mi ritrovai infine di fronte alla mia destinazione.
    Devo ammettere che la libreria, posta com’era in un angolino fuori mano, mi stupì.
    La vetrina non era invitante, niente luci e i pochi libri esposti non erano certo i best seller del momento: titoli sconosciuti e copertine polverose, ecco quello che stavo guardando.
    L’insegna riportava a grandi lettere il nome del negozio: “LIBRERIA DELL’UNICORNO”. Già, come altro poteva chiamarsi?

    Entrai e il mondo all’improvviso cambiò.

    Dall’esterno filtrava poca luce: l’unica, scarsa illuminazione proveniva da una finta lampada a olio, replica fedele di quelle antiche, con tanto di fiamma traballante e leggero sentore di fumo. L’illusione era perfetta, sembrava vera.
    A differenza della vetrina qui i libri la facevano da padrone. Non erano ordinatamente disposti negli scaffali, come si conviene a una normale libreria, ma ammonticchiati a terra e su ogni possibile superficie, in un caotico disordine; la loro disposizione portava, quasi obbligava, ad avvicinarsi al piccolo bancone di legno scuro in fondo al negozio.
    L’odore della carta, dell’inchiostro e della polvere era forte e mi ricordava qualcosa, qualcosa di molto lontano nel tempo.
    - Buongiorno, posso esserle utile?
    Una voce leggera, quasi sussurrata, mi fece sobbalzare, non mi ero accorto ci fosse qualcuno, anzi, avrei potuto giurare il contrario.
    Quando mi ripresi scoprii che la voce apparteneva a una ragazza tanto piccola quanto graziosa, vestita di un semplice abito nero, perfettamente stirato, i lunghi capelli corvini raccolti in uno chignon, come si usava decenni fa. I suoi occhi azzurri mi fissarono mentre ponevo la domanda:
    - Buongiorno, dovrebbe esserci un libro a nome Carbone, ma - aggiunsi abbassando il volto - non ho idea di quale libro si tratti.
    - Ah! - esclamò la ragazza - Lei deve essere il signor Nero, il collega di Clelia - e un bellissimo sorriso le si aprì sul volto scoprendo una splendida fila di bianche perle.
    Nero. Nero non era il mio vero nome, io mi chiamavo Luigi, come mio padre; il padre mai conosciuto perché morto quando non ero ancora nato. Nero era il soprannome affibbiatomi da Clelia: mi prendeva in giro dicendo che si addiceva al mio modo di vestire e al mio umore.
    - Mostri la mano sinistra, prego – la libraia accompagnò la richiesta con un gesto deciso, imperioso.
    - Scusi?
    - Se non mi mostra la mano come farò mai a sapere quale libro devo consegnarle?
    La sua espressione era perplessa quasi quanto la mia.
    Le porsi la mano, lei la prese tra le sue, la studiò con calma, me la rese e con uno svolazzo del suo bel vestito a fiori scomparve nel retro.
    Dovevo essermi distratto, perché, dopo quello che mi parve meno di un secondo, era di nuovo di fronte a me e mi ritrovai a fissare i suoi chiari occhi verdi.
    Vestito a fiori? Occhi verdi?
    Mi prese una leggera vertigine e mi appoggiai al banco.
    - Ecco il suo libro – sorrise, porgendomi un grosso volume rivestito di una strana carta multicolore - Qui troverà tutte le risposte.
    Presi il grosso tomo e quasi lo lasciai cadere, era davvero pesante.
    Ringraziai l’attempata signora domandandomi come avesse fatto a passarmi il libro con una sola mano e senza apparente sforzo e mi diressi verso l’uscita. L’attempata signora?
    - Aspetti. Mi porga la mano destra.
    Incapace di oppormi, frastornato com’ero, gliela allungai. Come prima, la prese e cominciò a guardarla, direi studiarla, borbottando come se stesse leggendo a bassa voce.
    Alla fine del suo attento esame me la rese dicendo:
    - Bene, vada e non si preoccupi, andrà tutto per il meglio - accompagnando la frase con un gesto che interpretai come un congedo.

    Il breve tragitto dal bancone alla porta del negozio mi sembrò lunghissimo.
    Il profumo di carta, inchiostro e polvere mi assalì di nuovo e un ricordo si affacciò alla mente. Momenti strappati allo studio impostomi dal nonno, il mio rigido tutore, quando mi nascondevo in cantina a leggere nella fioca luce, circondato dalla polvere.
    Leggevo cosa?
    Non riuscivo a rammentare bene.
    Raggiunsi la porta: la luce esterna illuminava in modo vivido la figura dell’unicorno, simbolo del centro commerciale. All’improvviso ebbi un altro flash: stringevo un piccolo cavallino di peluche, un cavallino tutto nero di polvere e dello stesso carbone che, oltre a comparire nel mio cognome, era il principale occupante della cantina.
    La vertigine tornò più forte di prima accompagnata da un leggero senso di nausea. Uscii rapido dal negozio in cerca di spazi aperti, di aria fresca.
    Mentre la porta si richiudeva, distinsi appena l’arrivederci proveniente dall’interno.
    Mi appoggiai al muro per riprendermi. Il peso del libro sembrava leggermente diminuito, forse mi ci stavo abituando. Infilai le scale mobili, scendendo i gradini a due a due, pur di allontanarmi da quella sensazione di malessere che mi aveva quasi sopraffatto.

    Il secondo piano, quello intermedio, era un tripudio di luci e colori, come si addice a qualsiasi centro commerciale che si rispetti. Le vetrine mettevano in mostra la merce, e fu solo avvicinandomi che notai che in realtà la merce era una sola: migliaia e migliaia di unicorni mi fissavano attraverso i vetri, grandi, piccoli, colorati in modi assurdi, appoggiati per ogni dove.
    Sto impazzendo.

    La testa prese a girare vorticosamente, e all’improvviso ricordai: il nonno si ergeva severo sulla porta della cantina. Le parole del rimprovero tornarono e rividi i libri di favole buttati nel carbone ardente. Anche il mio cavallino fece la stessa fine.
    No, non era un cavallino.
    Il nonno lo teneva per il piccolo corno, facendolo oscillare davanti ai miei occhi terrorizzati, prima di lanciarlo tra le fiamme.
    Era il mio unicorno nero, il mio unico amico.

    Davanti alle vetrine illuminate piansi.
    Piansi per i miei libri di favole e per il mio piccolo unicorno.
    Piansi per la mia infanzia finita troppo presto.
    Avevo infine capito cosa intendeva Clelia.

    - Signore si sente bene?
    La vocina di un bimbo mi fece tornare alla realtà: mi guardai intorno, le luci erano ancora sfavillanti, ma dai negozi ora mi osservavano vestiti, pentole, scarpe e tanti altri oggetti.
    Degli unicorni non c’era più traccia.
    - Sì, grazie – risposi, appena prima che una madre preoccupata lo allontanasse da quello che doveva ritenere un pazzo.

    Ed eccomi li, un uomo grande e grosso tutto vestito di nero con ancora i segni delle lacrime sulle guance e un grosso pacco tra le mani, stranamente leggero, molto più leggero di quando lo avevo ritirato.
    Tolsi la carta con attenzione ed ecco apparire la copertina: su fondo nero e oro, in un ovale di fuoco, un bellissimo unicorno nero mi stava osservando. Lo riconobbi subito, anche se ora era diventato un magnifico esemplare: imponente e forte, sovrastava le fiamme facendole apparire piccole e deboli, sul punto di spegnersi.
    Non mi serviva aprire il libro, sapevo cosa conteneva.
    Conteneva tutto ciò che avrei potuto fare e non avevo fatto, i miei sogni ormai liberi.
    Conteneva pagine bianche su cui avrei scritto il mio destino da quel momento in avanti!
    L’unicorno in copertina mi stava ancora guardando ed io non potei fare a meno di sorridere:
    - Ricominciamo? – chiesi.
    Lui strizzò l’occhio.

    .
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Junior Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    4

    Status

    Maledetti unicorni!


    Tutti sono convinti che gli unicorni siano dei graziosi esserini magici.
    Non è così, e io lo so bene.
    Sono ormai dieci anni che mi occupo di rieducare quei piccoli delinquenti, veramente piccoli, visto che gli unicorni in genere non superano i cinquanta centimetri di altezza, corno compreso.
    L’ufficio di Madame Merveille, chiromante, come era scritto sulla porta, si trovava di fronte a me. La sua telefonata non mi aveva sorpreso, erano ormai tre giorni che la aspettavo. La chiamata mi donava la speranza di lasciare le aule di quello che era un vero e proprio riformatorio per unicorni: sembravano sempre vuote, piene com’erano di piccoli esseri che per la maggior parte del tempo erano invisibili.
    Eh già, gli unicorni sono piccoli, invisibili e hanno un carattere da veri stronzi.
    Riescono a escogitare sempre nuovi modi per prendere in giro gli umani: si va dagli scherzi più innocui, ad esempio scambiare il sale con lo zucchero, a vere e proprie cattiverie come far piangere i bambini nelle culle o far cadere le persone mentre camminano. Difficilmente procurano danni permanenti, ma qualche volta capita e quando glielo si fa notare la loro reazione è snervante: alzano le piccole spalle e esalano un “oh beh” girando la testa da un’altra parte e cercando qualcun altro da importunare.
    Lo scopo di noi insegnanti del Centro per la Rieducazione degli Unicorni, il CRU come è di solito chiamato, consiste nel limitare i danni, intervenire per sistemare le cose e educare gli unicorni a ridurre i loro scherzi a qualcosa di socialmente accettabile. Loro ci prendono in giro chiamandoci “I professoroni di educazione magica” ma dopo aver passato qualche tempo al CRU non vogliono tornarci, per cui iniziano a comportarsi meglio.
    Sappiamo benissimo che il nostro è un compito disperato, ma su di noi grava una grande responsabilità; se questi sconsiderati fossero scoperti, gli umani potrebbero pensare che la magia non sia una semplice sciocchezza ma qualcosa di vero, comincerebbero a farsi e a fare domande scoprendo la grande verità: tra di loro viviamo noi, esseri magici di tutti i tipi. Questo rafforzerebbe le loro ataviche paure, portando a una guerra che nessuno vuole perché, se è vero che abbiamo la magia, loro hanno la tecnologia: il telefono, ad esempio, permette di parlare a distanza. Con la magia la cosa è fattibile ma è di una scomodità unica: filtri, invocazioni, simboli da tracciare e poi non tutti ne sono capaci, per cui anche noi usiamo il telefono. In più gli umani ci superano largamente per numero.
    Gli unici abitanti del mondo che riescono a distinguerci dagli umani sono i gatti. La teoria più accreditata è che la loro natura sia parzialmente magica e di conseguenza riescono a “vederci”, li incuriosiamo: se uno del nostro mondo si trova nei paraggi, tendono a osservarci in modo ossessivo e questo, quando si cerca di individuare qualcuno di invisibile, può tornare utile.
    L’oggetto della telefonata riguardava un gruppo di unicorni particolarmente fastidioso che stava creando problemi in città. L’ultima trovata dei loro piccoli e malefici cervellini era stata inquinare l’acquedotto con un sapone magico. Risultato: dai rubinetti di un intero quartiere iniziarono a uscire coloratissime bolle di sapone invece di acqua. Coreografico? Sì, vedere migliaia di bolle di sapone uscire dai rubinetti, invadere le case fino a uscire dalle finestre metteva quasi allegria. Purtroppo la gente non beve sapone e così al PIAM (Pronto Intervento Arti Magiche) è toccato lavorare tutta notte per bonificare i tubi e trovare una scusa accettabile per l’accaduto. Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi.
    - Ciao, Ada – dissi entrando nell’ufficio di Madame Merveille o MM come viene chiamata dagli impiegati del PIAM. Per gli amici è solo Ada.
    - Ciao, Ugo, hai fatto presto ad arrivare – rispose senza quasi sollevare il viso, occupata com’era a seguire le tracce multicolori che si formavano sui fogli del grosso libro aperto davanti a lei.
    Prima di parlare di nuovo la osservai attentamente, mi piaceva il modo con cui teneva la coda avvolta intorno al collo, quasi fosse una sciarpa.
    – Vedo che sei già all’opera, qualcosa di nuovo? – sussurrai con la mia voce più sexy.
    Come al solito ignorò le mie parole, o meglio il tono con cui erano state pronunciate. Alzò gli occhi:
    - Come ti ho detto al telefono, ho rilevato alcune tracce del gruppo di unicorni a cui stiamo dando la caccia.
    - Le solite tracce?
    - Sì, i loro escrementi: così simili a marshmallow colorati che abbiamo fermato un bimbo goloso appena in tempo. - un sospiro – Sai come funziona, loro lasciano i “regalini” in posti dove possano essere raccolti, e se qualcuno li mangia… beh, il mal di pancia è assicurato.
    - Certo, un gran bel mal di pancia, ma per lo meno non sono velenosi. Maledetti unicorni!
    - Maledetti unicorni! – ripeté Ada con convinzione - Abbiamo trovato anche alcuni peli. Li ho dati in pasto al Grande Libro del Futuro Prossimo e i risultati iniziano ad arrivare.
    Le righe colorate stavano tracciando un disegno sempre più intricato. Il libro, a modo suo, inseguiva i proprietari dei peli e Ada, l’unica in grado di interpretare correttamente quei segni, avrebbe scoperto dove si sarebbero trovati da lì a qualche giorno, permettendomi di preparare una trappola.
    Ada era sempre più assorta.
    – Eccoli – disse finalmente - tra due giorni il gruppo si troverà al centro commerciale, direi tra le 15 e le 17, nel momento di massimo affollamento.
    - Niente altro? – chiesi - Nessun indizio su che cosa stanno preparando?
    - Purtroppo no.
    - Va bene, mi arrangerò con quello che abbiamo. Maledetti unicorni!
    - Maledetti unicorni! – Ripete Ada accommiatandomi.

    Due giorni.
    Furono due giorni frenetici. Per prima cosa mi recai al centro commerciale e lo ispezionai da cima a fondo in cerca di indizi rivelatori: nulla, degli unicorni non c’era traccia, almeno per ora.
    Forse era un gruppo che si credeva particolarmente furbo, uno di quelli che si fa chiamare Rainbow Crew o qualcosa del genere. Di questi gruppetti ne spuntano fuori almeno due all’anno, di norma sono composti da cinque o sei elementi e il capo è quasi sempre una femmina: lei decide, gli altri le corrono dietro sperando che si ricordi di loro nel periodo degli accoppiamenti. Cosa che, a quanto ne so, non succede mai.
    Stavo osservando il via vai dei clienti quando la mia attenzione si focalizzò sulle scale mobili: mi ritrovai a pensare a cosa succederebbe se qualcuno invertisse il moto delle scale, solo per qualche istante. Le immagini che affollarono la mia mente erano a dir poco catastrofiche: vecchi che cadevano, giovani donne con carrozzine che improvvisamente si rovesciavano, carrelli stracolmi di ogni merce che finivano su gambe e stinchi degli sfortunati presenti sulle scale, insomma, un gran disastro.
    Ecco, avevo intuito il piano di quei piccoli stronzetti.
    Il mio intuito non era del tutto naturale, era, diciamo così, un effetto secondario delle rivelazioni del libro di Ada. La potenza del libro era così elevata che, se lei era capace di leggerne i segni, io ne venivo fortemente influenzato nelle intuizioni. Non dubitai nemmeno per un istante che quello fosse il diabolico piano degli unicorni e mi preparai ad agire di conseguenza.

    Il gran giorno era arrivato. Per prima cosa disposi i miei ragnetti dorati nei punti strategici degli ingressi e delle uscite. I miei ragni riuscivano a tessere una tela magica che imprigionava gli unicorni ma lasciava passare i normali esseri umani, la stessa tela che li teneva imprigionati, se pur invisibili, ai loro banchi nelle aule del CRU. I miei colleghi scherzavano sulla mia predilezione per i ragnetti dorati, dicevano che erano “i miei adorati ragnetti”, con un gioco di parole che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, ma tant’è, nel nostro lavoro bisogna pur divertirsi ogni tanto.
    Una volta disposti i valorosi collaboratori, mi portai nelle vicinanze del centro di comando delle scale mobili e rimasi in attesa.
    Niente, non succedeva niente. Non che mi aspettassi di vederli, piccoli e soprattutto invisibili com’erano. Il fatto era che non succedeva davvero niente e questo era frustrante.
    I clienti si muovevano avanti e indietro come un unico fiume di persone, e nulla sembrava disturbare il loro fluire e rifluire.
    Stavo cominciando ad annoiarmi, e forse fu per questo che notai il gatto.
    Era un normalissimo gatto soriano, di quelli striati così comuni dalle nostre parti; le uniche due cose che stonavano erano: cosa ci faceva un gatto libero per i corridoi del centro commerciale? Perché stava fissando un punto dove apparentemente non c’era assolutamente niente?
    Alla prima domanda non cercai nemmeno di rispondere; la seconda invece poteva avere una sola risposta: stava osservando il gruppo degli unicorni che stavo cercando.
    La mia idea si rivelò esatta quando iniziai a notare alcuni particolari rivelatori.
    Per prima cosa una signora distinta ed elegante inciampò all’uscita di un negozio, mentre era a terra un ciuffo della sua perfetta capigliatura sembrò dotarsi di vita propria e si annodò al bastone di un anziano signore il quale, di conseguenza, perse appena l’equilibrio e mollò il guinzaglio che tratteneva a stento un chihuahua dall’aria feroce. Appena liberato il cane iniziò a correre per il corridoio, rimbalzando da una parte all’altra come se fosse spinto da piccoli calci. La sua corsa terminò su un grosso cestino per le cartacce, rovesciandone il contenuto tra i piedi di quanti, ed erano tanti, invece di aiutare riprendevano allegramente con i loro smartphone.
    Eccoli, pensai tra me e me, soffocando il desiderio di intervenire.
    Avvisai i miei fedeli alleati di preparare le reti, era fondamentale che fossero intessute all’ultimo istante, in modo da evitare che qualche altro essere magico vi rimanesse invischiato rivelandone la presenza e facendo così scoprire la trappola anzitempo.
    Mi nascosi meglio che potei e mi preparai all’azione. Vi fu un leggero movimento, un riflesso di luce improprio verso il commutatore di senso della scala mobile.
    Urlai con la mia migliore voce magica, inudibile da chiunque non fosse del nostro mondo:
    - Fermi, siete in arresto!
    Il parapiglia che ne seguì fu indescrivibile.
    Se già prima la confusione regnava totale, ora eravamo nel caos. Allo stesso modo di quando Mosè divise le acque del mar Rosso, la folla del centro commerciale fu separata in due parti dalla forza invisibile degli unicorni in fuga. Sotto la pressione della calca ormai spaventata, la vetrina di un negozio di peluche andò in frantumi spargendo orsetti per ogni dove; approfittando della situazione, quelli che prima riprendevano la scena con lo smartphone arraffarono orsetti come se da questo dipendesse la loro stessa vita. Il rovesciarsi di un intero scaffale di quello che era stato il più grande negozio di dolciumi del centro completò l’opera. Al grido di Banzai, un’intera classe di ragazzini giapponesi si precipitò sul dolce bottino, incuranti dei soldi che i genitori avrebbero dovuto spendere per le loro future carie.
    In tutto questo, solo due gruppi di persone rimasero calme e continuarono a svolgere i loro compiti: io ed i miei collaboratori intenti a bloccare gli unicorni e le cassiere del vicino supermercato, troppo abituate a situazioni simili per preoccuparsi.
    Già immaginavo i titoli dei giornali locali: Cinque minuti di follia al centro commerciale, scaffali rovesciati e merci sparse ovunque. Si ricercano appartenenti ad una Baby Gang ritenuti responsabili del fatto.
    Sulla Baby Gang, anche se di unicorni, avrei potuto essere d’accordo; su quello che probabilmente avrebbero scritto in seguito proprio no. Beh, meglio così, più lontani erano dalla verità meglio era per noi.
    Per fortuna tutto andò per il meglio, i contusi vennero medicati e nessuno risultò ferito seriamente.
    Il mio lavoro si era concluso nel migliore dei modi: i piccoli delinquenti, sei per la precisione, erano in viaggio per il CRU, e a me non restava che tornare a casa. Il giorno successivo avrei dovuto compilare un noiosissimo rapporto sull’accaduto e preparare il percorso di rieducazione, assistere lo psicounicornologo, tenere le prime lezioni di Educazione Civica per Esseri Magici e tutte le altre incombenze che mi avrebbero occupato fino alla prossima telefonata. Speriamo arrivi presto! Vabbè, è il mio lavoro.
    Giunsi senza altri problemi al parcheggio, mi avvicinai all’auto e stavo aprendo la portiera quando udii la vocina piagnucolante di un bambino:
    – Mamma guarda quanti marshmallow ci sono per terra, posso prenderne un po’?
    - Assolutamente no! – rispose la madre - Non si prendono le cose da terra, sono sporche e possono farti venire il mal di pancia.
    Brava mamma, pensai, ma subito fui distratto dalla vocina, passata dal piagnucolante allo strafottente:
    - Hai visto, quel signore ha pestato un marshmallow e si è sporcato!
    Guardai la scarpa: strisce colorate risaltavano evidenti sul fondo scuro della suola.
    Scossi la testa sconsolato.
    Maledetti unicorni!
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    32

    Status

    La guaritrice


    Una volta alla settimana il professore si reca con la moglie al centro commerciale Ducale.
    Lì giunti, la donna scarica la sedia a rotelle della vettura, fa sedere il marito ed entrano alla Coop per la spesa.
    Si fermano spesso a controllare il prezzo e la qualità degli alimenti nonché le scadenze. Dopo tanto girare tra le corsie degli scaffali del supermercato, concludono gli acquisti.
    Da tempo l’uomo è in pensione, purtroppo con difficoltà di deambulazione e diverse altre patologie.
    Chiede alla moglie di portarlo al reparto libreria per comprare un libro. Prima di acquistarlo, legge attentamente le prefazioni di diversi volumi.
    Quando alza gli occhi riconosce una sua allieva del liceo; dopo baci e abbracci chiede che lavoro svolga.
    - Dopo il diploma ho intrapreso, a modo mio, l'arte della chiromanzia e magia. – risponde con un bel sorriso.
    Il professore è sorpreso, ma resta in ascolto.
    - È solo merito suo se sono diventata quella che sono. – spiega. – È grazie al libro che mi aveva consigliato tanto tempo prima "Mani di luce". Ne sono stata affascinata e l’ho studiato a fondo; poi ho continuato ad approfondire l'argomento studiando altri libri, ma il primo mi aveva ormai cambiato la vita.
    - Mi fa piacere! – risponde felice. - Forse avrei bisogno anch'io di un tuo consulto: vedi come sono conciato ora; puoi vedere per quanto tempo dovrò soffrire?
    - Signor professore, non voglio deluderla né illuderla; esercito la mia mansione sui principi insegnati da lei: onestà, sincerità e amore verso il prossimo.
    Nutrendo compassione per l'ex insegnante, continua:
    - Ho capito di avere queste facoltà quando frequentavo la scuola. La osservavo mentre faceva lezione: vedevo la sua aura gialla, con sfumature rosa, espandersi fino ad abbracciare tutti noi alunni. Conscia delle mie doti, e grazie al suo libro che mi ha aperto la mente, ho intrapreso questa professione, che è più una vocazione, a dire il vero. - La ragazza si interrompe un attimo sospirando. – E ora lei mi chiede quanto le rimane da vivere...
    Esitante, dopo aver esaminato l'aura, gli rivela in un triste sospiro:
    - L’aura si è ristretta ed emana un giallo opaco con sfumature grigie.
    S’interrompe ancora:
    - Ora può capirlo da solo. - Sussurra, quasi scusandosi. - Per chi viene a chiedere sciocchezze adopero la sfera magica o le carte dei tarocchi; con lei sarebbe un sacrilegio.
    Un nuovo, rispettoso sospiro, davanti al viso affranto del vecchio insegnante:
    - Esamino l'aura per capire lo stato di salute di una persona: dal colore percepisco se gli organi vitali sono in salute. - Puntualizza. - Ogni organo emana il suo colore: se ci sono sfumature tendenti al grigio, agisco sui chakra liberandoli dall'intasamento negativo, facendo fluire energia positiva. Per queste operazioni chiede solo un'offerta, - aggiunge timorosa, - ma se qualcuno mi domanda se avrà successo sul lavoro, o se troverà la donna o l'uomo giusti della sua vita, e tante altre stupidaggini, allora pretendo un compenso.
    Dopo questa confessione, il professore l’abbraccia, gli occhi che si riempiono di lacrime: non per il proprio stato, ma per aver capito che i suoi insegnamenti non sono stati vani.
    Dopo i commossi saluti, passando nel reparto giocattoli l'uomo vede un peluche a forma di cavallo con un corno in fronte.
    Ricorda che esisteva nella mitologia l'unicorno, creatura leggendaria provvista di poteri magici.
    - Lo compriamo? - chiede. - A nostro nipote piacerà senz'altro.
    Ormai è tardi e tornano a casa: consegneranno il regalo il giorno successivo.
    Per quella notte la donna posa il peluche sul cuscino del marito e gli augura la buona notte.
    Ma l'unicorno comprato per il nipote in realtà è un portale per far arrivare messaggi del mondo ultraterreno alle persone buone. Il professore è stato un buon insegnante e si merita un aiuto particolare.
    L'unicorno gli appare in sogno e gli mostra come staccare la rilegatura del libro appena comprato. Nella parte interna ci sono tutte le istruzioni per curare la malattia che lo ha reso invalido.
    Il professore segue alla lettera i consigli e torna a camminare.
     
    .
39 replies since 10/3/2023, 16:38   2178 views
  Share  
.