Il segreto di Ida

Posts written by Ida59

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    Anna Karenina – Tolstoj


    Sicuramente mi attirerò le ire e l’odio di chi leggerà, ma a me non è piaciuto o, meglio, l’ho trovato noioso. Non mi sono piaciuti i personaggi e non mi sono mai immedesimata in loro, salvo rarissime eccezioni. Che l’alter-ego di Tolstoj sia Lèvin o Anna, per me è pollice verso su entrambe i personaggi, laddove Lèvin vince con i suoi brani zeppi di pensieri e indecisioni il primo premio della noia assoluta (e pensare che all’inizio mi era anche piaciuto come innamorato deluso, ma le sue teorie di economia politica agraria mi hanno fatto subito cambiare parere) e Anna quello dell’imbecillità: se posso comprendere il dolore per la perdita del figlio (per altro scambiato pari pari con l’amore dell’amante) e la rabbia per il diverso giudizio assegnato a donne e uomini che lasciano i rispettivi coniugi per l’amante, non riesco a comprendere la sua assurda gelosia e desiderio di possesso integrale di Vrònskij, il quale, per altro, risponde con l’idiota pretesa astratta di non farsi imbrigliare da lei mantenendo il predominio maschile. Unico punto a favore di Anna è il suo sforzo (e capacità) di adeguarsi agli interessi dell’amante per avere maggiori elementi in comune (e non annoiarsi), così come, sempre per sconfiggere la noia, almeno Vrònskij fa l’opera buona di far costruire l’ospedale.
    Ovvio che se i tre personaggi principali di un romanzo non ti piacciono, non è che il libro ti piacerà…
    L’unico personaggio che ho gradito è stato il principe XXX (stendo un velo pietoso sulla difficoltà di ricordare i nomi, tenuto anche conto che ogni personaggio viene indicato con più di un nome, tanto per complicare la questione), padre di Dolly e Kitty, di cui ho apprezzato lo spirito e le battute pungenti. Salvo anche le sue due figlie, povere anime, e perfino il marito di Anna, di cui ho ben compreso il dolore e l’indecisione, peccato che poi finisca in mano a un ciarlatano. Il punto che più mi ha presa? Tutta la lunga scena della morte del fratello di Lèvin.
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    Il destino esaudisce i nostri desideri, ma a modo suo, per poterci dare qualcosa che è al di sopra dei nostri stessi desideri.



    Su questa frase si potrebbe disquisire a lungo, nel bene e nel male.
    Che ne sa il destino dei nostri desideri? Di che s'impiccia? E chi è, poi, questo signor destino?
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    FR-Annominazione
    Annominazione
    (o bisticcio, parechesi, paronomasia)


    Il termine paronomasia deriva dal greco antico e significa letteralmente mutamento di nome.
    Definizione tecnica: Figura retorica consistente nell’accostare parole aventi suono e forma simili ma significato diverso.
    La paronomasia si chiama anche annominazione oppure parechesi. È molto utilizzata nei proverbi, proprio per consentire di memorizzare meglio il detto, o nei modi di dire, (per esempio volere o volare), oppure nella poesia. Le due parole simili si chiamano paronomi.
    Si può distinguere la paronomasia apofonica da quella isofonica. Nel primo caso c’è una similitudine di suono nella radice delle parole, nel secondo esiste un’uguaglianza dei suoni sui quali cade l’accento.
    Lo scopo è di creare un momento umoristico nella narrazione/recitazione; oppure si adopera per ottenere effetti fonici nella lettura dell’espressione (per esempio le foglie sono figlie degli alberi).

    Esempio
    “Erano seduti sul sagrato della chiesa, con l’inverno di quelle zone di montagna, a ripararsi dalle raffiche da nord, quando arrivò, all’improvviso, una folata filata di vento gelido che li fece scappare via.”
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    FR-Analogia4

    Analogia (similitudine) - [4 di 4]



    Il termine Similitudine deriva dal latino e significa letteralmente somiglianza quindi la figura retorica consiste nel paragonare una cosa a un’altra.
    E' utilizzata indifferentemente nella poesia, narrativa o saggistica, per il suo carattere di delucidazione su un determinato argomento o concetto. Il paragone, difatti, può esserci tra cose ma anche tra animali, persone o situazioni. L’accostamento per chiarire un’idea avviene, di solito, mediante avverbi o locuzioni avverbiali.

    Sui monti era il migliore delle guardie forestali, non gli serviva nemmeno il binocolo giacché gli bastava stringere gli occhi e guardare lontano, vedeva come una lince.

    Il paragone tra la guardia e la lince offre al lettore una precisazione di quanto il soggetto fosse dotato e, nello stesso tempo, arricchisce il periodo con immagini di altri personaggi.

    Il silenzio di quella notte era totale, nemmeno un alito di vento o dei passi a romperlo, quasi che tutto fosse un sogno.

    Qui il paragone avviene tra circostanze diverse ma che hanno in comune l’irrealtà della situazione, proprio ciò che si vuol trasmettere a chi legge.

    La similitudine è molto preziosa nella narrativa perché consente non solo di far immaginare diversamente un fatto, ma anche di impreziosirlo di particolari che provengono da ambienti differenti o da personaggi diversi, così cheo che il racconto si faccia più vivo e interessante.

    Leggi anche gli altri articoli sulla figure retoriche

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    Notte nel bosco


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    Immagine base della copretina di mia proprietà

    Premi ricevuti

    Gennaio 2023 - Tra i vincitori del concorso letterario Storie d'amore - Rudis edizioni
    Febbraio 2023 - Pubblicazione nell'antologia Leggende d'amore 2023


    Guarda anche gli altri premi e riconoscimenti ottenuti

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    SC-Idea-trama1
    Foto di Mariana Anatoneag da Pixabay



    4.1. Progettazione

    4.1.1. L'idea diventa trama (1 di 2)

    L'idea è la cornice su cui poggia tutto il romanzo: una frase di non più di 3/5 righe che riassume l?intera storia.
    Una volta scoccata la scintilla dell'idea non fatevi prendere dalla fretta. L'idea di solito è solo uno spunto vago: occorre coccolarla un po', rimuginarci sopra, pensarci e ripensarci e, infine, valutare se può essere trasformata in una vera trama. Talvolta ci sono idee bellissime che sfumano senza dar vita a nulla; altre volte sono adatte per un racconto. Solo quando l'idea è "forte" può animare la storia e diventare la trama di un buon romanzo.
    Per rendere più concreta l'idea iniziale, occorre farsi delle domande, tante, e trovare risposte interessanti e coerenti.
    È necessario definire una porzione di tempo e di spazio entro cui incasellare la trama: si fissa così un confine che non va scavalcato per nessuna ragione, altrimenti si rischia di entrare in un?altra storia e scrivere più di un romanzo in uno.
    Occorre stabilire tre punti fondamentali, utili a definire al meglio l'argomento della storia:
    - oggetto della storia da raccontare (cosa?);
    - tempo in cui si svolgerà la vicenda (quando?);
    - luogo in cui si svolgerà la narrazione (dove?).
    È quindi necessario documentarsi e raccogliere tutte le informazioni indispensabili o utili per trattare l'argomento che si ha in mente. Talvolta si scoprono informazioni che aiutano a definire uno o più punti della trama. Scoprire curiosità e dettagli sul tema aiuta ad arricchire il romanzo dando al lettore la sensazione di essere davvero lì dove si svolgono i fatti. Gli errori più frequenti sono infatti rappresentati da storie piatte, asciutte, prive di attrattive e incapaci di tenere il lettore incollato al romanzo.
    Spesso il vero problema non è tanto la vicenda in sé, ma come è organizzata e narrata. Rovesciare la prospettiva con cui si guarda la storia permette di trovare trame narrative cariche di tensione, che calamitano il lettore: a volte non è tanto cosa si scrive, ma come lo si scrive che fa la differenza.

    Leggi l'appunto integrale - 4.Trama: aspetti tecnici - Progettazione



    Edited by Ida59 - 9/1/2024, 10:53
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    Cornice rossa


    Febbraio 2021 - Primo segnalato nel concorso "Romanzo con le ali" di Concorsiletterari.net
    Settembre 2022 - Segnalazione di merito al concorso letterario "Il Convivio - Sezione Pirandello"
    Ottobre 2022 - Menzione speciale al Premio Amore sui generis di Grosseto
    Maggio 2023 - Tra i finalisti del Premio letterario Autori italiani
    Luglio 2023 - Nella rosa dei finalisti per la selezione per romanzi inediti (L)unatantum
    7 Dicembre 2023 - 4° posto al Premio letterario "Percorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron"


    Guarda anche gli altri premi e riconoscimenti ottenuti

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    Guarda anche le altre antologie con i miei racconti

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    FR-Analogia3
    Analogia (similitudine) - [3 di 4]



    Similitudine: figura retorica che esprime, spiega o illustra un concetto attraverso il paragone con un altro: entrare in un ristorante come lupi affamati che scendono dalle montagne.

    E' la figura retorica (di contenuto) in cui si paragonano persone, animali, cose, sentimenti, immagini, situazioni per associazione di idee; è introdotta da come, sembra, pare, è simile, somiglia, etc. .

    Sul piano letterario è la più importante delle due forme di Paragone; l’altra è la Comparazione.
    Si ha “similitudine” (non “comparazione”) quando i termini del confronto non sono intercambiabili, perché la loro intercambiabilità altererebbe almeno il senso del paragone: Questo rimorso pesa come un macigno è ben diverso da Questo macigno pesa come un rimorso.
    Si ha, invece, “comparazione” quando il paragone fra due entità è reversibile senza alterazioni di senso: Quel pioppo è alto come la mia casa è molto simile a La mia casa è alta come quel pioppo.
    Differisce dalla metafora per la presenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, sembra,pare, è simile, somiglia, ecc.) e per le conseguenze nella struttura della frase che questo comporta.

    Esempi:

    “..Come d'autunno si levan le foglie
    l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
    vede a la terra tutte le sue spoglie,
    similemente il mal seme d'Adamo
    gittansi di quel lito ad una ad una,
    per cenni come augel per suo richiamo..”
    (Dante, Inferno, Canto III, vv.112-117)

    “..e caddi come l'uom cui sonno piglia..”
    (Dante, Inferno, Canto III, v.136)


    “..Come un branco di segugi, dopo aver inseguito invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co' musi bassi, e con le code ciondoloni, così, in quella scompigliata notte, tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo. …”
    (Manzoni, I promessi sposi, Cap.XI))

    "..quando partisti, come son rimasta!
    come l'aratro in mezzo alla maggese.."
    (Pascoli, Lavandare, Myricae, vv.7-8)

    “Fresche le mie parole ne la sera ti sien
    Come il fruscio che fan le foglie
    del gelso..”
    (D'Annunzio, La sera fiesolana, vv.1-3)

    “..Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
    mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
    dell’infanzia vissuta tra queste colline,
    tanto è giovane. E’ come il mattino. Mi accenna negli occhi
    tutti i cieli lontani di quei mattini remoti…”
    (C. Pavese, Incontro, vv. 14-18)

    Leggi anche gli altri articoli sulla figure retoriche

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    Waoooo!
    Scegliere gli occhi come un gioiello, guardarli a fondo nel loro prezioso scintillio... che bella immagine evocativa!
    Sei il mio tuffo al cuore, resta.
    Quel tuffo al cuore mi riporta indietro di tantissimi anni, quando ogni incontro era un tuffo al cuore... e meno male che da giovani il cuore regge bebnissimo!
    Ma il meglio viene alla fine, nel mistero intamontabile della tenebra...
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    Qui di seguito trovate l'elenco cronologico delle Newsletter del Blog, suddiviso per anni


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    Recensione di Meli_esse su Instagram per il mio romanzo fantasy Dentro l'anima



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    ... "Se invece conosci qualcuno appassionato di letture fantasy/mistery con una spolverata di magia, ti consiglio di acquistare e regalare il libro di @ida_daneri_autrice / @ida_059.
    Trovi la recensione completa nelle storie in evidenza, senza troppi spoiler.
    Voto ⭐⭐⭐⭐ su 5."




    Grazie mille, Meli, peccato che la recensione sia uscita in ritardo e il libro non sia più in commercio: a me ne sono rimaste giusto 5 copie.


    Leggi la discussione con tutte le informazioni sul romanzo "Dentro l'anima"

2540 replies since 15/5/2013
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