Il segreto di Ida


I segreti di Ida ovvero sogni e passioni

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    Segreto di rosse passioni


    Ebbene sì, è giunto il momento di rivelare i miei segreti.

    Il primo segreto (no, non di Fatima, bensì di Ida, che poi sono io) è che... amo il colore rosso, lo adoro da sempre, ci vado matta fin da quando ero piccina: è sempre stato il mio colore preferito, il solo e l'unico, quello in cui mi riconoscevo e che mi dava energia e forza. Era e ancora è così: quando ho bisogno di uno spunto in più, sicuramente quel giorno mi vestirò di rosso. Anche se, in effetti, molto spesso mi vesto di rosso. Davvero molto spesso, soprattutto in estate.

    Ida_Camaro


    Infatti, chi mi conosce di persona, anche solo un pochino e anche se è un gran distratto, sicuramente ha notato che il mio abbigliamento spesso è rosso. Non rosso fantasia o a righe o quadri. Proprio rosso, tinta unita. Non porpora, non bordeaux, non rosa acceso. Rosso. Rosso Ferrari. Rosso Valentino. Rosso fuoco, rosso passione, rosso sangue, rosso cuore. Rosso entusiasmo, rosso ottimismo, rosso amore. Rosso vita. (Mamma mia, quante sinestesie, mi sa che ho esagerato un pochino. Oppure sono catacresi? Per chi ha dei dubbi, nella sezione Figure retoriche può scoprire anche questo segreto)
    Scarpe rosse, borsa rossa, abito rosso (taccio pudicamente sull'intimo :lol: ), auto rossa, custodia rossa per cellulare e i-pad. E, ovvio, rossetto rosso! ;)
    Porte rosse in casa, divano rosso, cucina rossa. Sì, anche lenzuola rosse. Mio marito è un santo, e anche mia figlia: lasciano che la mia passione dilaghi... :lol:

    Ecco, se vi stavate chiedendo come mai c'è tanto rosso nel blog, no, non è un caso, è proprio voluto. ;)
    A questo punto posso solo sperare che vi piaccia il rosso... o che almeno non vi faccia troppo schifo! :)

    Però... no, non è questo il mio segreto, anche se la mia passione per il rosso dice già molte cose di me.

    Continuate a leggere il messaggio successivo se siete ancora curiosi.

    Edited by Ida59 - 19/8/2018, 16:09
     
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    Acchiattasogni
    Acchiappasogni. Castello di Blarney, Irlanda 2014.


    La magia dei sogni


    Il mio segreto, quello vero, è che amo sognare.
    Non è un segreto strano, lo condivido con milioni, forse miliardi di persone, ne sono certa.
    Non sto parlando dei sogni notturni, però, nè dei sogni sul proprio futuro (vincere al Superenalotto però non sarebbe affatto male! :D ).
    Sto parlando dei sogni a occhi aperti, che sia il dormiveglia o un ripetitivo tragitto in treno, fin troppo conosciuto, che, all'improvviso, si tramuta in una entusiasmante avventura. Anche certe interminabili riunioni di lavoro possono essere movimentate da sogni adeguati che ti permettono di sorridere anche quando vorresti spazzar via con una manata tutte le scartoffie sul tavolo...
    Sogni a occhi aperti.
    Li ho sempre fatti, da che mi ricordi. Rosso e sogni.
    I miei sogni sono cresciuti con me, si sono evoluti, hanno spaziato in ogni fantastico mondo del possibile e dell'impossibile, del magico e del reale.
    Non avrei potuto vivere senza i miei sogni a occhi aperti.
    Questo non significa che la mia vita non sia bella o che non mi abbia soddisfatto. Al contrario, sono felice di ciò che ho e che ho avuto, ma non posso vivere senza i miei sogni a occhi aperti, piccoli o grandi che fossero, brevi e conclusi, interrotti o a puntate - e le mille e mille puntate delle telenovele mi fanno un baffo, ve lo assicuro; e poi, dal treno bisogna pur scendere, e alla stazione giusta, e anche inconcludenti riunioni se il cielo vuole finiscono. Posso baloccarmi per giorni, settimane, anche mesi con uno stesso sogno. Lo sviluppo, vado avanti, torno indietro, seguo vie parallele, batto sentieri alternativi, inserisco nuovi personaggi, li modifico o li sostituisco, approfondisco un dialogo nei suoi mille rivoli possibili e alternativi, mi accanisco su infimi particolari, creo mille dettagli e scenari. Un sogno diventa un romanzo, una trilogia, un film con seguiti infiniti.
    Dicono che il Sagittario sia un segno infedele e vagabondo. Io ho amato e amo un solo uomo e, salvo i viaggi durante le vacanze, non mi sono mai mossa dalla mia cittadina di provincia.
    Però sogno e con i miei sogni, i miei personaggi e le mie eroine, vado ovunque e faccio qualsiasi cosa senza legami o restrizioni di sorta; amo cavalieri indomiti, scienziati pazzi e spie internazionali che assomigliano molto a mio marito. A volte fisicamente, altre volte come carattere. Mah... sarò un Sagittario anomalo... :) ;)

    Del resto, sognare non costa nulla. lo dice anche Rodolfo in una delle più famose arie della Boèhme.

    Per sogni, per chimere
    e per castelli in aria
    l'anima ho milionaria.

    Sognare, quindi, significa ricchezza e libertà. :) ;) :wub:

    Poi ho scoperto una incredibile magia.
    Un sogno diventa quasi vero, quando impari a scriverlo e riesci a far sognare il tuo sogno anche agli altri.
    La passione per i sogni e la magia della scrittura. Questo è il mio vero segreto.
    La passione per i sogni è sempre stata nel mio cuore. La magia della scrittura, invece, l'ho scoperta all'inizio del 2003.

    Continuate a leggere il prossimo messaggio, se vi interessa questa mia meravigliosa scoperta.

    Edited by Ida59 - 6/3/2021, 16:38
     
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    Lottare per i sogni - ovvero - dai sogni alla scrittura


    Non avevo mai scritto nulla prima del 2003, se si esclude un raccontino poliziesco ambientato a Santa Teresa di Gallura (posto mai visto e scelto a caso sulla carta geografica credendolo ingenuamente a tutti sconosciuto - sembrava un paesino così piccino sulla carta geografica! - perché a 13/14 anni rappresentava la mia idea di posto "esotico") con alcuni ragazzi quali protagonisti, e poi un più ambizioso romanzetto di spionaggio, dal roboante titolo "Intrigo internazionale": da qualche parte ho ancora la copia battuta a macchina sulla carta velina. Non stupitevi, eravamo nel lontano 1975, più o meno, e il pc in pratica non esisteva (sì, per quanto possa apparire strano, nel 1975 non esistevano neppure i cellulari!).
    Dal 1975 al 2003, ed è un lasso di tempo davvero lungo, ho fatto molte cose (diploma, amore, laurea, lavoro, matrimonio, carriera, figlia) ma non ho mai più scritto. Non per diletto, almeno, perché tra memorandum per i clienti, pareri fiscali, ricorsi, memorie e articoli tecnici, di parole ne ho scritte a miliardi e di impegni e lavoro ne ho avuto in abbondanza. Sicuramente una vita molto piena e soddisfacente.

    Poi... poi la mia vita ha avuto una svolta imprevista.

    Forse un po' delusa dalla carriera che aveva avuto una battuta d'arresto - essere mamma e professionista ai massimi livelli non è proprio facilissimo, e l'ambiente ancora piuttosto "maschilista", anche nella moderna Milano, certo non aiuta - ho inseguito un sogno. Un sogno reale, non a occhi aperti. Volevo qualcosa di più, riempire uno spazio che era rimasto vuoto, ritrovare sensazioni mai dimenticate.
    Un sogno perduto, una caduta vertiginosa che per circa un anno mi ha bruciato le ali e annebbiato la mente uccidendo la mia voglia di vivere. Anche se sorridevo, anche se continuavo a lottare per il mio sogno. Ma non ero più io.
    Poi, mentre il sogno svaniva per sempre, quando ormai avevo smesso di lottare, proprio negli stessi giorni in cui la sconfitta si è abbattuta inesorabile su di me, è accaduto ciò che ha rivoluzionato la mia vita.

    LOTTARE_PER_I_SOGNItris


    Ho letto un libro, mi sono innamorata perdutamente di un personaggio, mi sono identificata in lui, ho cominciato a scrivere fanfiction su di lui e ho operato (in modo inconscio) una sorta di transfert psicologico (sui generis) scaricando i miei sensi di colpa su di lui. E lui mi ha salvato. Ho continuato a scrivere racconti e storie lunghe su di lui per circa un anno, senza rendermi conto, in modo conscio, che stavo operando una specie di auto psicanalisi e che, lentamente, stavo tornando alla normalità. Poi, l’intervento di una cara amica è stato l’elemento che ha lacerato il velo e fatto emergere in modo prepotente la mia dolorosa verità. Il sole è tornato a splendere e le mie ali erano guarite, più forti di prima, così come la mia determinazione per lottare per i miei “sogni”.
    Ma io ero cambiata. Migliorata, direi. Avevo imparato una cosa importante, che proprio lui mi aveva insegnato: il mondo non è solo bianco o nero, giusto o sbagliato, bello o brutto. Le persone non sono solo buone o cattive. No. Tra il nero e il bianco ci sono infinite sfumature di grigio (e accidentaccio a chi ha snaturato le sfumature!), mille emozioni e sentimenti contrastanti e un mondo incredibile, profondo e cangiante tutto da scoprire. Con delicatezza e rispetto. Lasciando da parte i cingoli del carro armato.

    Il libro era “Harry Potter e il Calice di fuoco” e lui è Severus Piton, personaggio di cui, dopo ormai quindici anni, sono “innamorata” ancora più di prima e sul quale dal 2003 ho scritto oltre 200 fanfiction, da brevissimi racconti a romanzi e perfino trilogie. Alla fine del 2006 ho aperto un forum incentrato su Severus Piton, che, con alterne vicende, momenti belli e momenti brutti, è proliferato diventando l’attuale “Calderone di Severus” che contiene in sé ben sei forum, di cui uno (Magie Sinister) dedicato alla scrittura e lettura.

    Edited by Ida59 - 23/8/2018, 17:46
     
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    http://hadrian6.tumblr.com/


    La magia della scrittura



    ... e così, all’inizio del 2003 scoprii che potevo scrivere i miei sogni, condividerli, moltiplicarli all'infinito. La magia della scrittura mi permetteva di far sognare anche ad altri il mio sogno. Come potevo non esserne affascinata, ammaliata, sedotta e conquistata, proprio io che senza sogni non potevo vivere?
    Leggere mi è sempre piaciuto tanto, fin da piccola. Ogni libro era un nuovo mondo da scoprire, un diverso sogno da sognare: quando giravo la prima pagina ero catturata, mi immergevo nel mondo e ne uscivo solo, a malincuore, girando l'ultima pagina. Possibilmente senza alcuna interruzione nel mezzo. Ore e ore a leggere, persa in un sogno reale, con un nuovo nome e una differente identità, in luoghi pieni di fascino a vivere esaltanti avventure; fino a tarda notte, nascosta sotto le coperte con una piccola torcia a illuminare i sogni.
    Figuratevi la mia incontenibile felicità quando mi sono resa conto che anche io ero in grado di scrivere sogni! Cominciai a scrivere come un’ossessa, sfruttando ogni singolo istante libero, rubandolo al sonno e al mio tollerante marito: all'inizio fanfiction sul mio amato Severus (sì, mio marito è un pochino geloso di Severus…), e ancora non ho smesso, né intendo smettere.
    Poi, poco per volta e dopo un intensivo e giornaliero esercizio con Severus, mi sono affacciata nel mondo degli originali. Il primissimo esperimento è del 2004, quando ho ritrovato le mie ali (Dedicato a…), seguito nel 2007 da L’amore non si compra che è nato da un sogno, un sogno vero, intendo, di quelli che si fanno di notte e che al mattino rimangono per un istante sospesi, lì, tra sogno e realtà, ineffabilmente sfuggenti. Ma quel mattino sono stata più veloce io e ho afferrato al volo il ricordo, poi rielaborato e trasformato in breve racconto. Anche se, nei miei sogni a occhi aperti, col passare dei giorni è diventato un lungo romanzo (mai scritto) in cui affioravano qua e là reminiscenze di libri e film letti e visti molti anni prima: D’Artagnan e Milady (ah l’insuperabile Dumas!), Angelica, marchesa degli angeli, e l’affascinante conte de Peyrac (13 romanzi di Anne e Serge Golon e ben 5 film), il romantico e incantevole colonnello Brandon (con le sembianze di Alan Richmam, superbo interprete anche di Severus Piton nei film di Harry Potter) di Ragione e sentimento (Jane Austen), la rivoluzione francese e Madame la Guillotine, la Primula rossa (Emma Orczy), il Padrone delle ferriere (Georges Ohnet)… e chissà cos’altro! Del resto, sognare è gratis, perché mai limitarsi?
    Passo a passo, poco per volta, in questi quindici anni ho imparato a scrivere, all’inizio seguendo i preziosi suggerimenti di alcune amiche e poi, esercizio, esercizio ed esercizio. Ho imparato i raffinati segreti della punteggiatura, ho scoperto i sinonimi che non esistono, le regole dei tempi verbali e i misteri dei punti di vista. Ho amato aggettivi e avverbi, costruendo il mio stile, giorno per giorno, prova dopo prova, a fatica, talvolta a tentoni, cancellando ripetizioni ed errori. Scoprendo le figure retoriche che erano già dentro di me, grazie ai tanti libri letti, ricordando le concordanze e ripassando i tempi verbali; e poi gli accenti, apostrofi, apocopi e troncamenti. E il latino, e il greco, illustri sconosciuti assolutamente necessari. Regole e violazioni di regole. Libertà di espressione.
    E’ questa la magia della scrittura: occorre conoscere le regole per poterle violare, piegarle ai propri scopi. E rendere vivi i sogni. Questo è ciò che conta, l’unica cosa davvero importante.
    Lo scopo ultimo.
    Passioni, sogni e scrittura.

    La mia vita, i miei sogni. Il mio presente. La realtà e il futuro. Il respiro libero, al di là di ogni vincolo o costrizione.
    Il sogno che diventa realtà.
    La vita.
    La libertà.
    Respirare.
    Il cielo azzurro.
    Il sole.
    Vivere.
    Essere felici.
    Il sogno che torna a essere realtà.
    Sorriso.

    Edited by Ida59 - 5/8/2018, 15:36
     
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    Brano scritto il 27 marzo 2020 per il notiziario delll'Università della terza età di Vigevano.


    Eccoci qui, chiusi nell'obbligato silenzio protettivo delle nostre case.
    Divieto di uscire, fuori, nel rumore tranquillizzante della comunità.
    Un rumore che si sta stemperando, giorno dopo giorno. Poche auto transitano davanti a casa mia, in pieno centro tra Piazza Ducale e stazione ferroviaria. Rimane ancora solo una piccola differenza tra il silenzio totale e riposante della domenica e la calma progressiva che ammanta di paura gli altri giorni della settimana.
    Ma è poi così spaventoso il silenzio?
    Io lo apprezzo.
    Niente auto con i finestrini aperti e un'orribile musica che ne esce a spaventoso volume.
    Niente terrificanti bar sotto il mercato coperto che ammorbano con le loro urla e discutibili suoni sincopati le mie serate, rubando loro ogni serenità e la possibilità di restare con le finestre aperte.
    Niente traffico impazzito: chi abita qui che vuole andare là e chi abita là che vuol venire qua. Mai stati in tangenziale, dove ci sono gli snodi principali intorno a Milano? È impressionante. Centinaia di auto incolonnate, da est verso ovest, da sud verso nord. E viceversa. Ma cosa mai ci sarà in quel fantomatico "là", da quell'altra parte, che qui non c'è?
    È una domanda che mi sono posta molte volte, mentre ero bloccata negli ingorghi della tangenziale, e impiegavo due ore per percorrere sessanta chilometri.
    Ora, niente più code.
    In cambio, video conferenze di lavoro a gò gò. Niente chilometri in auto, ma decine di voci che parlano, si sovrappongono, bambini che urlano in un'altra stanza e passano correndo dietro alla telecamera che tutto riprende, impietosa. Io ti sento, tu mi senti? Io ti vedo, tu mi vedi? C'è un rumore strano, un fastidio, un'intreferenza…
    La pace sembra un bene supremo inarrivabile ai più.
    In questo mondo silenzioso, vorrei silenziare tutto ciò che resta "acceso", vorrei trovare davvero del tempo per me stessa.
    Ma è così difficile…
    Ancora non ho avuto tempo di prendere in mano un libro…
    Probabilmente sono fortunata, rispetto ad altri.
    Un marito coabitante obbligato ventiquattro ore al giorno. Praticamente, arresti domiciliari.
    Aumenteranno le nascite, tra nove mesi, o i divorzi? Ai posteri l'ardua sentenza, direbbe Manzoni, mentre il cinque maggio si avvicina a lenti passi. Nel mio caso, niente figli, sono ormai fuori tempo massimo; ma il matrimonio è saldo e dopo trentatre anni (oddio, è l'età di Gesù!) sono certa che sopravvivrà anche al virus!
    Un'adorabile figlia bloccata a Forlì, nella casa che condivide con altri quattro ragazzi/e. La invidio.
    Sono sereni e si divertono tra loro, cucinano insieme e diventano ogni giorno più amici. È arrivato il "pacco da giù", annuncia la siciliana. Un gran ben di Dio cucinato dalla mamma, limoni e arance di Sicilia. E ventiquattro cannoli al pistacchio da mangiare tutti insieme! Se lo ricorderanno anche tra molto tempo, quel "pacco da giù", ne sono certa. Seguono le lezioni universitarie tramite video-conferenze in cui il professore dimentica di accendere l'audio, o il cane abbaia come un forsennato. Si laureano on-line e festeggiano (grazie di esistere, Internet!) ognuno a casa loro, con brindisi virtuali.
    Le feste di laurea tutte rimandate di qualche mese (vuoi mica che De Luca ti mandi i carabinieri col lanciafiamme, eh?), quando tutto sarà passato, un brutto ricordo da dimenticare: quando infine impazziremo di libertà, e baci, e abbracci, e convulse strette di mano tra sconosciuti a risarcire le mancanze di oggi! Impareremo a essere tutti amici e a volerci bene? O almeno a rispettarci?
    Incrociamo le dita, sperando che questo virus sia almeno riuscito a insegnarci qualcosa di utile…
    Un papà quasi ottantacinquenne che, per tenerlo a casa, devo legarlo. Dopo quasi tre settimane forse ci sono quasi riuscita. Ogni motivo è buono per uscire, anche andare in farmacia il giorno di chiusura della stessa. La scusa? Non mi ricordavo che oggi era lunedì.
    Tenero. Anche lui da riempire di baci e abbracci coccolosi, quando sarò certa che non potrò attaccargli questo virus maledetto che mi ruba la libertà.
    Per ora, mille ringraziamenti alla badante, che col suo cellulare mi permette video telefonate con WhatApp, così mamma sorride e papà si sente meno solo.

    Volete un consiglio? Telefonate. Telefonate in audio o in video. Ma telefonate, parlate se siete soli. Internet e le parole scritte non bastano. Un sorriso si vede meglio tra i silenzi di una telefonata che nelle parole di un messaggio.

    Avevo promesso a Fernanda (direttrice dei corsi Unitre Vigevano) un piccolo brano per il Notiziario speciale di maggio, in cui parlavo dei miei corsi on-line, ma il foglio bianco ha preso il sopravvento e ho scritto, ho scritto, ho scritto tante parole, che spero giungano al vostro cuore.
    Ce la faremo.
    Ne sono certa.
    Ce la faremo!
    Tutte le mattine osservo il cielo.
    Aspetto le rondini.
    La primavera è arrivata, ma loro ancora mancano all'appello.
    Oggi ancora non ci sono ma domani (sarà il 28 marzo) forse arriveranno. [NdA: le rondini sono arrivate il 2 aprile]
    E la vita continuerà.

    Intanto, io, docente di Scrittura Creativa dell'Unitre, continuo le mie lezioni on-line, tramite Skype.
    A marzo ne ho già tenute tre, e ad aprile continuerò, una volta alla settimana, al posto della mia solita lezione. I miei corsisti sono stupendi: si sono procurati Skype e hanno tutti imparato a usarlo, chi da solo (grazie all'esperienza delle video conferenze scolastiche che impazzano oggigiorno), chi grazie all'aiuto dei nipotini (dai genitori mandati dai nonni per il necessario accadimento). Però sono tutti là, ogni giovedì alle 17.30: mettono in "mute" il microfono, cioè lo spengono per non disturbare mentre io parlo, e abilitano la chat comune per porre le eventuali domande.
    Evviva i corsisti di Scrittura Creativa!
     
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