Il segreto di Ida


La rosa nera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    La rosa nera

    LaRosaNeraBordo




    Autore/data: Ida59 – marzo 2016, revisione settembre 2017
    Tipologia: racconto in quattro parti
    Rating: per tutti
    Genere: fantasy, mistero, drammatico, romantico
    Riassunto: Il mercato di un paesino sperduto nei Carpazi, un singolare libraio, una lettera misteriosa e un medaglione. Poi solo la notte, la nebbia, la luna… e una rosa nera.
    Disclaimer: Questa storia è di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

    Premi, recensioni e antologie


    Indice

    Il libraio
    La lettera misteriosa
    La rosa nera
    Quattordici dicembre. Alba



    Edited by Ida59 - 29/1/2022, 15:16
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    Il libraio


    La giovane spalancò gli occhi, incredula: i suoi passi l’avevano condotta, per la terza volta, nel recesso più buio del mercato localedel paesino sperduto nei Carpazi.
    La bancarella era apparsa dal nulla, sovraccarica di libri accatastati in più strati. Il venditore non c’era.
    Sollevò lo sguardo alla volta dei portici che riparavano solo l’ultimo angolo di mercato, più tetro e confuso del resto, nel crepuscolo incombente recato dalle nubi del gelido tredici dicembre. La piazza era illuminata dai pochi raggi di sole che ancora riuscivano a infiltrarsi nelle strette fessure tra le nuvole scure e gonfie di pioggia, ma non c’erano altri porticati, salvo lo sgretolato arco d’ingresso del mercato stesso.
    Spinta dall’impulso che l’aveva guidata, Elina si avvicinò con piccoli passi cauti, attenta a non urtare il banco traballante. Si allungò sui volumi malconci, le punte dei capelli biondi che, sfuggendo dal colbacco, scendevano ad accarezzare con rispetto le pagine ingiallite rese fragili dal tempo. Una folata d’aria s’insinuò gelida tra le colonne ed Elina strinse il bavero di pelliccia.
    - Che trina elegante! - sussurrò il vecchio, indicando con un dito ossuto l’elaborato pizzo nero che orlava il bordo di pelliccia e risaltava sul tessuto turchese del cappotto. - Sembra un decoro d’altri tempi.
    Elina si raddrizzò in un sobbalzo: da dove era spuntato?
    Abbozzò un sorriso, turbata dall’inatteso complimento e fissò il mercante che scrutava con interesse un punto tra i libri. Il volto era una fine ragnatela di rughe e la pelle brillava nivea nella penombra dell’arcata; un lungo crine bianco cadeva sulle spalle curve, sparpagliandosi rado sul mantello nero, troppo elegante per un modesto libraio.
    Il venditore sollevò lento il viso e la sua espressione la trafisse: invece di iridi acquose, scolorite dall’età, incrociò uno sguardo diretto, nero e penetrante, che per un istante sembrò leggerle l’anima. Un’esclamazione stupefatta le sfuggì dalle labbra e distolse gli occhi, un insolito timore nel cuore: quando li rialzò, l’ambulante le volgeva noncurante le spalle, la cappa che carezzava lieve il terreno.
    Lo sguardo di Elina seguì quello del vecchio: una consunta custodia di pelle annerita dal tempo faceva bella mostra di sé sopra i libri, un nastro di seta scura e sfilacciata a chiuderla di lato.
    Non riuscì a trattenere il gesto; la mano sfiorò appena lo spesso fodero dai bordi decorati con fatiscenti cuciture: del filo, un tempo dorato, rimaneva solo un vago ricordo inciso nella pelle.
    Qualcosa pulsava tra le fragili pagine color sabbia dai bordi logori eirregolari, attirandola in modo irresistibile: dopo un’ultima, delicata carezza, raccolse con cura la custodia, l’avvicinò al volto aspirandone il profumo antico e infine sciolse piano il fiocco tirando un capo del nastro.
    Il cuore le batteva forte, ma naturalmente non accadde nulla e la guaina scura rimase inanimata tra le sue mani. Sollevò la copertina: c’erano cartoline d’epoca e stampe sbiadite dal tempo. L’immagine seppiata di un chiostro la colpì: esili colonne sostenevano aggraziati archi a sesto acuto e, al centro, un ammasso di rovi era annerito dalle nuvole che offuscavano la luna.
    Qualcosa, ancora, reclamava la sua attenzione tra le pagine: l’immagine confusa e stinta di un drappo nero, forse un elegante e avvolgente mantello. E una rosa, anch’essa nera, che stillava sangue: tetro nella raffigurazione, ma vividamente rosso nell’immaginazione di Elina.
    Richiuse di scatto la custodia, la schiena percorsa da un guizzante brivido, e si avvide che l’anziano libraio era scomparso.
    Lesse il prezzo: era regalata! Fece per posare la banconota sul tavolo, ma la mano increspata del venditore, apparso di nuovo dal nulla, la precedette offrendole in silenzio un pendente con un singolare cammeo.
    Elina scosse il capo, ma il vecchio insistette. Le mostrò la fine catenella d’argento, luccicante nel crepuscolo tinto di grigio dalla fredda nebbia invernale, indicando l’esile collo della giovane. Rifiutò ancora, irritata, e il libraio la fissò per un lungo istante con lo sguardo penetrante delle sue iridi nere: schiuse appena le labbra in un sorriso enigmatico, guardandola come se la conoscesse da sempre, e inserì la catenina tra le immagini della custodia.
    - Ė in vendita solo con il medaglione. - disse in un soffio roco, lo sguardo che ancora la scrutava in profondità, quasi volesse rubarle l’anima.
    - Quanto costa? - chiese Elina in un sospiro, distogliendo il volto, a disagio.
    - E’ un omaggio. - mormorò il libraio accennando un inchino, le labbra sempre atteggiate nel misterioso sorriso. - Per ricordare, per comprendere, per cogliere al volo la salvezza…
    Elina sgranò gli occhi, ma il vecchio continuò:
    - Ricevi la salvezza per donarla. - spiegò in un criptico sussurro, l’indecifrabile sorriso ancora adagiato sulle labbra sottili e le iridi nere che scintillavano, nessuna luce a illuminarle.
    La giovane sfuggì di nuovo al confronto abbassando il viso: quando lo rialzò, intuì appena l’ondeggiare leggero del mantello e del libraio non vi era più traccia.

    Edited by Ida59 - 15/7/2018, 17:45
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    La_rosa_nera_CUSTODIA_RID


    La lettera misteriosa


    In albergo, Elina aprì subito il fodero: c’era un foglio ripiegato in quattro. Lo aprì attenta a non sgualcire la carta ingiallita della lettera: quattordici dicembre, anno indecifrabile. C’era una larga macchia scura. Non era inchiostro, sembrava quasi...
    - Sangue!
    La parola le sfuggì, più veloce del pensiero.
    Scosse la testa e forzò una stridula risata per stemperare l’inspiegabile sensazione che la turbava da quando l’anziano libraio l’aveva fissata con gli incredibili e scintillanti occhi neri, lo sguardo intenso che sembrava, al tempo stesso, carezzarla dolcemente e violare la sua intimità, quasi conoscesse ogni suo segreto.
    Quattordici dicembre, anno illeggibile. Alba.
    Vista la calligrafia delicata e svolazzante, probabilmente si trattava di una donna:
    - A te, che leggi e non credi, che hai dimenticato i tuoi sogni di bimba.
    Si fermò, esitante. Davvero non credeva più? Aveva scordato tutti i suoi sogni?
    Tornò a immergersi nella lettura e l’animo romantico di Elina fu subito rapito. Un amore appassionato, osteggiato dalle famiglie: lei, bella e di nobili natali, ovvio, e lui fin troppo serio e intelligente, studioso e grande amante dei libri. Si erano ribellati alle convenzioni e avevano pianificato la disperata fuga d’amore. Il racconto era confuso e irreale, la lettura difficoltosa per le macchie cupe che celavano le parole rendendo incomprensibile il senso di alcune frasi.
    Non poteva essere sangue. Elina rigettò il dubbio con decisione: non intendeva cadere nella solita trappola delle leggende transilvaniche.
    Il pericolo gravava sui giovani come un’ombra opprimente; la ragazza sembrava essere stata catturata... dall’ombra famelica di un vampiro, pensò Elina con uno sbuffo stizzito: tutti i racconti finivano sempre tragicamente tra i denti aguzzi d’immortali esseri inesistenti!
    Il giovane amante aveva lottato e per salvare l’amata aveva scelto di sacrificarsi: con un lungo spino strappato ai rovi, si era lacerato a fondo la pelle del polso, offrendo la propria vita al vampiro.
    La romantica lettera narrava di una splendida rosa nera fiorita al bacio delicato della luna, proprio la notte del quattordici dicembre. Le parve di vederla sbocciare rigogliosa nelle tenebre, illuminata dai candidi raggi lunari, ergersi a baluardo contro l’ombra del male.
    Era giunta alla fine della pagina: la girò frenetica.
    Era bianca.
    Cercò affannata nella custodia, tra le cartoline: niente! Cos’era accaduto al giovane? Era sopravvissuto o il vampiro ne aveva spremuto la rigogliosa vita bevendo fino all’ultima stilla la sua rossa linfa vitale? O l’aveva trasformato in una creatura della notte dannandolo a un’eterna non vita?
    All’improvviso ricordò il medaglione e osservò meglio il cammeo. Il viso le somigliava: ovale piccolo, grandi occhi e sopracciglia fini, lineamenti delicati e labbra ben modellate, lunghi capelli trattenuti a lato da un complesso fermaglio.
    Avvicinò il monile al volto e la distinse: una rosa tratteneva la capigliatura!
    Scosse la testa, agitata, e fece scattare l’apertura del pendente per rivelare la miniatura interna.
    Un giovane dal volto pallido incorniciato da capelli corvini. S’intravedeva il bavero di un mantello scuro. L’espressione era imperscrutabile, forse un’ombra di tristezza, le labbra sottili appena dischiuse in un sorriso misterioso. Gli occhi la attirarono più di tutto: neri e scintillanti. Ebbe la singolare impressione di averlo già visto. Impossibile, ovvio.
    Il giovane tra le lunghe dita affusolate stringeva una rosa nera; sciupata e appassita, morente, i petali spossati e rassegnati alla caduta. Fu un lampo di comprensione: il nome del paesino in cui si trovava era Trandafir. E Trandafir in rumeno significava rosa.
    No, nulla aveva senso nella notte fredda e nebbiosa scesa come un velo silenzioso sul paese: la notte del quattordici dicembre, ritenuta dalla tradizione del luogo la più lunga dell’anno.
    Un interrogativo, però, vorticava insistente nella sua mente.
    Che cosa significavano le ultime parole che il vecchio libraio dalle luminose iridi nere le aveva rivolto?
    - Ricevi la salvezza per donarla.
    Un altro insondabile mistero.

    Edited by Ida59 - 22/10/2018, 22:36
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    Castello_dei_Corvino___Hunedoara



    La rosa nera


    Elina si era svegliata all’improvviso dopo la mezzanotte, l’immagine di un sogno affascinante nella mente, incapace di riafferrarne il fugace ricordo.
    Si alzò con uno sbuffo infastidito: la lettera era ancora là, insieme al medaglione, a rammentarle una romantica storia impossibile. Accarezzò l’effige del cammeo e, all’improvviso, prese una decisione irragionevole; afferrò il cappotto e lo indossò: era caldo e imbottito, lungo quasi fino alle caviglie, e solo una spanna della candida camicia da notte spuntava.
    Era una follia evidente, un’inaccettabile assurdità che solo le giovani e ingenue eroine dei film potevano commettere. Si lasciò trascinare dall’irresistibile e pericoloso impulso che la obbligava a uscire, nella nebbia della notte del quattordici dicembre, tinta appena del chiarore di una luna lattiginosa e sfocata.
    Una folata d’aria ghiacciata la accolse. La via era illuminata da appannati lampioni che irradiavano una fievole luce gialla: profonde chiazze d’ombra si estendevano tra il piccolo cono di luce e il successivo, il fumo caliginoso che saliva in lente volute verso il cielo.
    Fece pochi passi e la nebbia la avviluppò, densa e accecante, silenziosa e avvolgente. Percepì un’ombra alle spalle: accelerò il passo allontanandosi con sciagurata imperizia dalla sicurezza dell’albergo.
    Si voltò indietro e si sentì perduta: dov’era la porta da cui era appena uscita?
    Un ululato.
    Elina sentì il cuore balzarle in petto e corse indietro.
    Il portone non esisteva più.
    C’era solo nebbia, fredda e cupa.
    E l’ululato che risuonava attutito, dovunque, incombente intorno a lei.
    Poi vide l’ombra.
    Enorme, tenebrosa e angosciante.
    Minacciosa e spaventosa.
    Schizzò indietro e riprese a correre: all’improvviso, nei vapori grigi della bruma che si stemperavano nell’aria, apparve l’arco slanciato del mercato. Strinse il medaglione tra le mani e corse a perdifiato.
    Oltrepassò l’arco, ma il mercato non c’era: solo un antico chiostro illuminato dal raggio di luna che filtrava dalle nuvole fendendo lo spesso strato di nebbia fumosa. Riconobbe l’immagine della stampa, il chiostro con la massa di rovi scuri al centro e il porticato elegante, con le sottili colonne chiare che sostenevano gli archi gotici.
    Continuò a correre, la bocca secca e il respiro corto, ma i rovi allungarono maligni le scheletriche dita: incespicò, vacillò, picchiò un ginocchio a terra e si rialzò, l’ombra tenebrosa sempre più vicina, opprimente e agghiacciante.
    Si sentì ghermire alle spalle: con sforzo supremo si sottrasse alla presa abbandonando il cappotto nelle mani voraci dell’ombra.
    L’aria gelida la avvolse e una raffica di vento le scompigliò i capelli: Elina urlò, invocando aiuto nel nulla della notte, mentre l’ombra prendeva forma davanti a lei, incorniciata dai raggi di luna che sbucavano dalle nuvole.
    Era enorme, un ghigno raccapricciante a mostrare lunghi canini affilati.
    La ragazza invertì ancora la direzione, il cuore in gola e il respiro spezzato: davanti a lei c’era solo un muro insuperabile di rovi che crescevano a dismisura, tetra personificazione del terrore; si protesero su di lei, perfidamente crudeli, e le graffiarono mani e viso.
    Si ritrasse di scatto ma i rovi le avvolsero pungenti le caviglie e cadde di nuovo sulle ginocchia: il medaglione, strappato dalle spine, rotolò via, lontano, irraggiungibile. In un tentativo estremo, mentre cadeva a terra, allungò la mano e con la punta delle dita sfiorò il cammeo che si aprì: le iridi nere del giovane dalla pallida carnagione scintillarono nella notte, luminose, trafitte da un raggio di luna.
    Elina per l’ultima volta implorò un aiuto impossibile, mentre l’ombra scendeva implacabile a ghermirla. Il volto del giovane scomparve, gli occhi inglobati dall’oscurità, e un lungo e prepotente spino sgorgò con irruenza dal terreno.
    Serrò le palpebre e urlò, un ultimo urlo disperato che attraversò le nuvole perdendosi nel cielo.
    Poi fu solo immoto silenzio.
    Nulla si muoveva, salvo l’aria glaciale tra i lisci capelli biondi, come fatale spiro di morte.
    Riaprì appena gli occhi, la bocca a cercare l’aria in brevi singulti.
    Un candido raggio rischiarava il terreno e la spaventevole ombra era svanita.
    Una rosa nera era sbocciata al bacio sensuale della luna.
    Lenta stillava lacrime di sangue, preziosi rubini illuminati dai limpidi raggi lunari.
    Elina, con la sola leggera camicia da notte addosso, rabbrividì nell’aria gelida, all’improvviso tersa.
    Fu come la sensazione carezzevole di un dolce abbraccio, un tiepido sfiorarle la pelle intirizzita: un mantello nero la avvolse piano, in un caldo amplesso delicato.
    E la realtà svanì.

    Edited by Ida59 - 22/10/2018, 22:31
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    Quattordici dicembre. Alba


    L’alba del quattordici dicembre era giunta.
    Soffiava un vento freddo nella via, ma il cielo era nitido e il sole brillava: la nebbia della notte era solo un lontano ricordo, come di un incubo.
    O di un sogno.
    Elina si strinse nel morbido cappotto turchese, la nera trina elegante intorno al collo stretta tra le dita insieme al medaglione.
    Quando si era risvegliata al tepore del piumone, il pendente era tra le sue mani, la sottile catenina d’argento attorcigliata all’anulare.
    Aveva pensato a un incubo, ma presto si era accorta che non era così: l’orlo del cappotto era sporco di terriccio, con lunghi graffi lasciati dai rovi. Anche la camicia da notte era infangata sulle ginocchia, l’orlo imbrattato e il pizzo strappato. E aveva segni rossi sulle caviglie. Aveva osservato le mani e le braccia, e poi il viso allo specchio: dovunque vi erano lacerazioni.
    Erano stati i rovi all’interno del chiostro.
    Non aveva sognato.
    Per questo adesso aveva un dovere importante da portare a termine.
    Percorse gli ultimi passi con decisione e transitò sotto l’arco che immetteva al mercato: non c’erano rovi a bloccarle la strada nella limpida luce mattutina, ma senza fatica riconobbe l’unica arcata del chiostro notturno sopravvissuta al tempo e sostenuta dalle due coppie di colonnine chiare, ancora eleganti nonostante i danni inflitti dal trascorrere dei secoli.
    Era là, nell’angolo in fondo, sopra la bancarella in cui aveva acquistato la custodia di pelle e dove lo strano libraio le aveva regalato il medaglione che le aveva salvato la vita.
    Non ricordava i lineamenti dell’uomo, solo gli acuti occhi neri. E l’enigmatico sorriso.
    Fece scattare l’apertura sotto il cammeo: il sorriso misterioso dell’affascinante giovane era sempre lì, brillava nel volto pallido dai capelli corvini. Un lungo e caldo manto nero gli avvolgeva le spalle, ora Elina lo sapeva.
    La rosa che il giovane stringeva tra le dita era di nuovo piena di vita, rigogliosa e con i petali neri turgidi e vellutati: sembrava aspirarne il profumo con voluttà, inebriato, il sorriso senza alcuna dolorosa ombra di tristezza.
    Avanzò decisa verso la bancarella: il vecchio la attendeva, l’imperscrutabile sorriso sulle labbra secche.
    Non indossava più l’elegante mantello nero e il lungo crine bianco volava nell’aria fredda accarezzando il pallido incarnato arabescato da fini rughe.
    Elina gli sorrise sussurrando la frase che lui stesso aveva pronunciato e di cui, infine, aveva compreso il significato:
    - Ricevi la salvezza per donarla.
    Il venditore annuì e la giovane posò sui libri della bancarella l’antica custodia annerita: un foglio bianco e dai contorni lisci e perfetti spuntava tra gli altri ingialliti e consumati dal tempo.
    Una lettera datata quattordici dicembre 2017. Alba.
    L’alba della notte più lunga dell’anno.
    La notte in cui la rosa nera era ancora una volta fiorita, al niveo bacio della luna, reiterando il sacrificio del giovane dagli scintillanti occhi neri.
    La delicata rosa che stillava sangue e salvava la vita dall’oscurità.
    Nessuno le avrebbe creduto; infatti, la sua lettera cominciava con le stesse parole, anche se la sua grafia era meno svolazzante e più facilmente comprensibile:
    - A te, che leggi e non credi, che hai dimenticato i tuoi sogni di bimba.
    Solo il libraio le avrebbe creduto.
    Infatti, le sorrideva, il vecchio, le incredibili iridi nere che rilucevano come cristalli, mentre con riguardo accoglieva tra le mani il fodero facendolo svanire in un battito di ciglia; le sorrideva innegabilmente con lo stesso sorriso misterioso del giovane del medaglione.
    E non aveva più il suo mantello nero.
    Elina strinse forte il ciondolo e lo posò sul cuore chiudendo gli occhi.
    Sì, i sogni esistevano, esistevano ancora… e la attendevano.
    Là, oltre l’apparenza della realtà.
    Lentamente, le palpebre accostate, Elina mosse un passo.
    Il passo più lungo della sua vita.
    E il caldo tepore di un manto nero la avvolse in un abbraccio di sogno.
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    La rosa nera



    Ho scritto questo racconto a capitoli per un concorso che richiedeva l'ambientazione in Transilvania e, soprattutto, invitava a stupire.
    Per la cronaca, la mia storia non è stata selezionata tra le prime tre.
    CITAZIONE
    Scrivete un racconto che illustri la nascita di un mito, di una tradizione, di un modo di dire, di una favola che abbia a che fare con la Transilvania. Interpretate queste istruzioni nel senso più ampio: potete raccontarci come sia venuto in mente all'amico Vlad di impalare i suoi nemici, oppure il diario di viaggio di un contemporaneo antropologo che intende indagare le usanze locali.

    Divertitevi e ingannateci.

    Quello che ci racconterete non dovrà essere vero, e non è detto che debba essere plausibile. Può essere una vicenda ambientata ai giorni nostri, nel remoto passato o nel lontano futuro, nel nostro mondo o in una realtà alternativa.
    Stupiteci. Questo sì.

    Ciò che mi ha stuzzicato è stato l'inciso "non è detto che debba essere plausibile" che rendeva tutto davvero molto facile: bastava lasciare andare la fantasia senza pensare a far quadrare le cose. Un gioco facile e divertente.

    Così ho lasciato che il mio animo sognasse perdendosi nei meandri di una romantica tradizione, tra vampiri, nebbia, sangue e rose nere che fioriscono al bacio sensuale della luna, portando con sé la salvezza... Quale salvezza? Leggete la storia e poi ne parliamo.

    Volete sapere perchè ho scelto la notte del 14 dicembre? Semplicissimo: è il mio compleanno! 😉

    Dopo aver scritto il racconto, però, mi ci sono affezionata, come sempre mi accade.
    E lì le cose si sono complicate.
    Perchè se il racconto si reggeva su una plausibilità molto vaga, un'aura di sogno-incubo o una spruzzata di magia, se volevo continuare la storia passando da un racconto a un romanzo, dovevo costruire una ferrea plausibilità della storia, pur mantenendo l'atmosfera onirica e l'aspetto magico.
    E così ho pensato e pensato, ho elaborato e vagliato trame, ho progettato e costruito nella mente... non un futuro, ma un passato del racconto. O meglio, ho architettato la plausibilità della storia nel passato, in modo che il narrato del racconto si ponesse quale cardine, nel presente, per ripescare il passato e proiettarsi nel futuro.
    Insomma, un progetto molto, molto complicato, che è finito nel cassetto degli "appunti di idee per scrivere storie".
    Mi serviranno come minimo tre vite per scrivere tutte le storie che ho in mente!

    Edited by Ida59 - 27/4/2021, 10:14
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status
    Nella primavera 2017 ho partecipato ad alcuni concorsi per narrativa breve ottenendo buone soddisfazioni.
    Si tratta di tre racconti inediti:
    La rosa nera
    Incubo di sangue
    Urla nella notte.


    Alla 42a edizione del prestigioso Premio Letterario Casentino i miei racconti hanno ricevuto la segnalazione particolare della giuria e ho ricevuto in premio un bel diploma in carta pergamena e una litografia di Mauro Capitani.
    Sul sito Fonte Aretusa c'è la gallery fotografica della premiazione avvenuta a Poppi (Arezzo) il 17 e 18 giugno 2017. Potete vedermi, emozionata per la foto di rito e con il microfono in mano cercando di spiccicare qualche insulsa ed emozionata parola, alle foto n. 13 e 16, nonché nella prima foto, dove sono seduta tra il pubblico (4a fila a destra, abito rosso-arancio). C'era anche Sgarbi!

    casentino_2017_0

     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status
    Alla XXI edizione del concorso nazionale Mario Dell'Arco con "La rosa nera" sono arrivata tra i finalisti, ma mi sono fermata lì. Pagina FB La premiazione era a Roma il 18 giugno, ma io ero già impegnata in un'altra premiazione. Mi hanno spedito a casa il mio diploma da finalista e l'antologia in cui era pubblicato un estratto di due pagine di "La rosa nera".

    marco_dellarco_2017


    La_rosa_nera-Mario_dellArco_2017_


    La_rosa_nera-Mario_dellArco_2017-1

     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status
    Un altro risultato ottenuto dal racconto "La rosa nera" nei concorsi cui l'ho presentata nel 2017: si è classificato al 2° posto nel concorso Prospero's ebooks 2017 - Purtroppo il link non è più attivo

    Nello stesso concorso, anche il romanzo "Dentro l'anima" ha ottenuto il 2° posto.

    Le classifiche sono esposte in fondo a questa pagina del sito Prospero's ebooks. Purtroppo il link non è più attivo
    Quando ho visto il mio nome nella sezione dei racconti, ho fatto un salto. Figuratevi il salto che ho fatto quando ho visto il mio nome al secondo posto anche nella sezione dei romanzi!

    Purtoppo, però, la giuria ha assegnato punteggi molto scarsi anche ai vincitori (è tutto spiegato nel link sopra) e non c'è stata nè la premiazione (occorrevano 60/100) ne l'assegnazione del premio (70/100) che consisteva nella pubblicazione.
    Io ho avuto 43/100: in pratica, un bel 4+. :lol:

    In mancanza del link funzionante, ecco il copia-incolla della classifica:
    3. Classifiche
    Le presenti classifiche includono solamente i candidati che hanno riportato un punteggio superiore a 40 punti su 100. Come precedentemente spiegato, però, nessun autore, in nessuna categoria, ha raggiunto la soglia minima di 60 punti su 100 per ottenere la targa al merito o di 70 punti su 100 per ottenere la pubblicazione, la classifica che seguirà sarà solo a scopo informativo, ma, contrariamente alle precedenti edizioni (e con rammarico), nessun premio verrà assegnato.
    sez. A racconto:
    1) Alessandro Vaglio, Greatest hits (53,5 punti su 100)
    2) Ida Daneri, La rosa nera (43,3 punti su 100)
    3) Franco Feliciani, Solo un miracolo (40,67 punti su 100)

    Recensione di Viviana Villa - Concorso prospero e-books 2017
    60/100
    I lunghi e lisci capelli biondi, sfuggendo dal colbacco nero, scendevano ad accarezzare con rispetto le pagine ingiallite rese fragili dal tempo. Immagini terse e nitide incastonate in un racconto – in un cammeo – dalle tinte scure e intense, avvolgenti.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status
    Ultimo concorso 2017 per il mio racconto "La rosa nera" che si è classificato nei 30 finalisti su 216 partecipanti al Concorso VII edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. con pubblicazione del racconto nell'antologia del concorso.

    Streghe_e_vanpiri_2017


    Antologia_StregheVampiri_copertina


    Antologia_StregheVampiri_La_rosa_nera

     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    La rosa nera

    La_rosa_neraRID


    Il racconto è stato selezionato nel concorso letterario Multiverso ed è stato pubblicato QUI, dove potete liberamente leggerlo e condividerlo.
    Previa iscrizione, potete anche lasciare un vostro commento.
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    La rosa nera

    LA%2BROSA%2BNERA%2BFOTO%2BUNO-1
    Immagine a cura di ISEAF Book


    Il racconto è stato selezionato da ISEAF Books per l'inserimento nella sua antologia ed è stato pubblicato QUI, dove potete liberamente leggerlo e commentarlo.
    ISEAF è ache su Facebook dove potete lasciare il vostro "Mi piace", commentare e condividere.

    Prossimamente dovrebbe apparire anche su Instagram,
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member
    Amministratore

    Group
    Administrator
    Posts
    3,274

    Status

    Dopo la selezione iniziale del racconto nel concorso Multiverso-Globeon.it, "La rosa nera" è stato scelto tra i 14 migliori racconti (degli oltre 60 pre-selezionati) ed è stato pubblicato nell'antologia on-line.

    Per scricare il pdf dell'antologia cliccate sulla copertina qua sotto.


    La_rosa_nera-CopertinaMultiverso_BIG




    L'articolo che presenta l'antologia è QUESTO.



    Edited by Ida59 - 17/11/2019, 20:22
     
    .
12 replies since 15/7/2018, 16:09   686 views
  Share  
.