Il segreto di Ida


La rosa nera

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  1. Ida59
     
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    Il libraio


    La giovane spalancò gli occhi, incredula: i suoi passi l’avevano condotta, per la terza volta, nel recesso più buio del mercato localedel paesino sperduto nei Carpazi.
    La bancarella era apparsa dal nulla, sovraccarica di libri accatastati in più strati. Il venditore non c’era.
    Sollevò lo sguardo alla volta dei portici che riparavano solo l’ultimo angolo di mercato, più tetro e confuso del resto, nel crepuscolo incombente recato dalle nubi del gelido tredici dicembre. La piazza era illuminata dai pochi raggi di sole che ancora riuscivano a infiltrarsi nelle strette fessure tra le nuvole scure e gonfie di pioggia, ma non c’erano altri porticati, salvo lo sgretolato arco d’ingresso del mercato stesso.
    Spinta dall’impulso che l’aveva guidata, Elina si avvicinò con piccoli passi cauti, attenta a non urtare il banco traballante. Si allungò sui volumi malconci, le punte dei capelli biondi che, sfuggendo dal colbacco, scendevano ad accarezzare con rispetto le pagine ingiallite rese fragili dal tempo. Una folata d’aria s’insinuò gelida tra le colonne ed Elina strinse il bavero di pelliccia.
    - Che trina elegante! - sussurrò il vecchio, indicando con un dito ossuto l’elaborato pizzo nero che orlava il bordo di pelliccia e risaltava sul tessuto turchese del cappotto. - Sembra un decoro d’altri tempi.
    Elina si raddrizzò in un sobbalzo: da dove era spuntato?
    Abbozzò un sorriso, turbata dall’inatteso complimento e fissò il mercante che scrutava con interesse un punto tra i libri. Il volto era una fine ragnatela di rughe e la pelle brillava nivea nella penombra dell’arcata; un lungo crine bianco cadeva sulle spalle curve, sparpagliandosi rado sul mantello nero, troppo elegante per un modesto libraio.
    Il venditore sollevò lento il viso e la sua espressione la trafisse: invece di iridi acquose, scolorite dall’età, incrociò uno sguardo diretto, nero e penetrante, che per un istante sembrò leggerle l’anima. Un’esclamazione stupefatta le sfuggì dalle labbra e distolse gli occhi, un insolito timore nel cuore: quando li rialzò, l’ambulante le volgeva noncurante le spalle, la cappa che carezzava lieve il terreno.
    Lo sguardo di Elina seguì quello del vecchio: una consunta custodia di pelle annerita dal tempo faceva bella mostra di sé sopra i libri, un nastro di seta scura e sfilacciata a chiuderla di lato.
    Non riuscì a trattenere il gesto; la mano sfiorò appena lo spesso fodero dai bordi decorati con fatiscenti cuciture: del filo, un tempo dorato, rimaneva solo un vago ricordo inciso nella pelle.
    Qualcosa pulsava tra le fragili pagine color sabbia dai bordi logori eirregolari, attirandola in modo irresistibile: dopo un’ultima, delicata carezza, raccolse con cura la custodia, l’avvicinò al volto aspirandone il profumo antico e infine sciolse piano il fiocco tirando un capo del nastro.
    Il cuore le batteva forte, ma naturalmente non accadde nulla e la guaina scura rimase inanimata tra le sue mani. Sollevò la copertina: c’erano cartoline d’epoca e stampe sbiadite dal tempo. L’immagine seppiata di un chiostro la colpì: esili colonne sostenevano aggraziati archi a sesto acuto e, al centro, un ammasso di rovi era annerito dalle nuvole che offuscavano la luna.
    Qualcosa, ancora, reclamava la sua attenzione tra le pagine: l’immagine confusa e stinta di un drappo nero, forse un elegante e avvolgente mantello. E una rosa, anch’essa nera, che stillava sangue: tetro nella raffigurazione, ma vividamente rosso nell’immaginazione di Elina.
    Richiuse di scatto la custodia, la schiena percorsa da un guizzante brivido, e si avvide che l’anziano libraio era scomparso.
    Lesse il prezzo: era regalata! Fece per posare la banconota sul tavolo, ma la mano increspata del venditore, apparso di nuovo dal nulla, la precedette offrendole in silenzio un pendente con un singolare cammeo.
    Elina scosse il capo, ma il vecchio insistette. Le mostrò la fine catenella d’argento, luccicante nel crepuscolo tinto di grigio dalla fredda nebbia invernale, indicando l’esile collo della giovane. Rifiutò ancora, irritata, e il libraio la fissò per un lungo istante con lo sguardo penetrante delle sue iridi nere: schiuse appena le labbra in un sorriso enigmatico, guardandola come se la conoscesse da sempre, e inserì la catenina tra le immagini della custodia.
    - Ė in vendita solo con il medaglione. - disse in un soffio roco, lo sguardo che ancora la scrutava in profondità, quasi volesse rubarle l’anima.
    - Quanto costa? - chiese Elina in un sospiro, distogliendo il volto, a disagio.
    - E’ un omaggio. - mormorò il libraio accennando un inchino, le labbra sempre atteggiate nel misterioso sorriso. - Per ricordare, per comprendere, per cogliere al volo la salvezza…
    Elina sgranò gli occhi, ma il vecchio continuò:
    - Ricevi la salvezza per donarla. - spiegò in un criptico sussurro, l’indecifrabile sorriso ancora adagiato sulle labbra sottili e le iridi nere che scintillavano, nessuna luce a illuminarle.
    La giovane sfuggì di nuovo al confronto abbassando il viso: quando lo rialzò, intuì appena l’ondeggiare leggero del mantello e del libraio non vi era più traccia.

    Edited by Ida59 - 15/7/2018, 17:45
     
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