Il segreto di Ida


1.6. - ProgrammazioneAppunto n. 1- Nozioni base, errori da evitare e consigli

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    1_Aspetti_programmazione
    (© Ida 23 novembre 2018)

    Aspetti della progettazione


    La scrittura non va imbrigliata, bensì indirizzata. Progettare e creare sono due fasi di uno stesso processo: devono coesistere e sostenersi l’una con l’altra.
    La progettazione narrativa è far venire alla luce e sviluppare in modo compiuto l’idea un po’ vaga che ci ha colpito all’improvviso mentre facevamo tutt'altro.

    Idea

    Occorre avere un’idea, possibilmente originale. Sui problemi dell’originalità, intesa come novità, ho già detto; a volte, però, una narrazione efficace e personale può rendere originale anche un’idea già più volte sfruttata.
    L'idea deve essere "forte" e trasformabile in storia. Trovata quella giusta, bisogna analizzala a fondo per capire come raccontarla.
    Avere idee è abbastanza facile, almeno parlando personalmente; ma non tutte sono adatte a diventare un romanzo. Qualcuna può rivelarsi valida per un racconto, altre, dopo averle esaminate bene, occorre lasciarle andare via.
    Mai innamorarsi troppo di un’idea, a priori: potrebbe non reggere all’impatto della realtà letteraria e abbandonarla può rivelarsi poi più difficile del previsto. Qualche volta si può appuntarla e lasciarla lì: potrebbe sempre venir buona in seguito, magari abbinata a qualcos’altro che in quel momento proprio non ci viene in mente.

    Direzione

    Avere una direzione chiara, unica, precisa non ingabbia il flusso creativo: lo esalta, invece, perché è come se l’idea potesse correre veloce in autostrada, invece di rallentare e perdersi tra le mille curve di una stradina di montagna.
    Il primo passo è rifiutare idee aggiuntive che si insinueranno durante la progettazione. Saranno una tentazione costante, ma se non pertinenti o correlate all’idea di partenza portano fuori rotta e creano solo tanta confusione. Si esce dall’autostrada e si passa su una statale trafficata.
    Occorre rimanere focalizzati sull’idea di partenza, se è valida: concentrarsi su un solo soggetto permette di studiare meglio la struttura narrativa e indirizzare il flusso creativo in una sola direzione, evitando le stradine di campagna (tecnicamente dette “digressioni”).
    Un ottimo modo per tracciare la direzione è inquadrare subito il conflitto principale, ovvero il motivo che ha dato vita a quella precisa storia in quel preciso momento e luogo.
    Una storia nasce nel momento in cui qualcosa o qualcuno rompe la quotidianità del protagonista, a volte segnandola per sempre. I romanzi da scrivere sono potenzialmente infiniti, ma ogni romanzo ha il suo “incidente scatenante” e il suo conflitto da risolvere.

    Struttura

    L’idea da sola non basta. Occorre ponderare una serie di elementi che comporranno il romanzo: punto di vista, dialoghi, personaggi, fabula, intreccio, ritmo.
    Ė importante iniziare a scrivere seguendo una logica strutturata in precedenza.
    Creare un’architettura solida e ragionata prima di iniziare la stesura, permette di muoversi meglio tra i capitoli, variando ciò che è meno convincente. Si potranno eliminare o aggiungere scene sapendo esattamente quali pedine muovere senza compromettere l’intera struttura.
    Solo quando l’architettura della storia è definita nei minimi dettagli, la fase di scrittura può iniziare con successo.

    Voi progettate il vostro romanzo o preferite scrivere di getto?
    Quando iniziate una storia, avete ben chiaro dove volete arrivare o scegliete il percorso durante il viaggio?
    Vi lasciate distrarre da altre idee, inserendole nel romanzo, o tenete fede all’idea iniziale?


    Edited by Ida59 - 24/11/2018, 13:01
     
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    2-1_Come_programmare
    (© - Ida 23 novembre 2018)

    Come programmare il romanzo (1 di 3)


    Idea e logline


    Trovata lʼidea forte, che possa competere con quelle già in circolazione, e magari attirare lʼattenzione di una casa editrice, si scrive la logline che contiene già in sé la storia.
    Se una semplice idea si può trasformare in una buona logline, lunga poche righe, abbiamo già compiuto un primo passo importante.
    La logline è lʼessenza della storia, il succo della trama: una o due frasi al massimo per riassumerla e incuriosire il lettore, introducendolo nel cuore stesso della storia.
    Gli elementi che la compongono sono:
    - il protagonista;
    - il suo obiettivo;
    - lʼantagonista.
    In pratica si ha: in un [ambientazione] un [protagonista] deve [problema] [causato dallʼantagonista] e dovrà [conflitto] per poter [obiettivo].
    Non bisogna usare il nome del protagonista perché il lettore ancora non lo conosce. Il protagonista va accompagnato con aggettivi descrittivi, usati per caratterizzarlo e fornire qualche informazione in più al lettore. Tarzan diventa “un bambino orfano cresciuto da un branco di scimmie”, Renzo “un giovane filatore di seta”, Montalbano “un commissario di Polizia della città di Vigata”, ecc.
    Nella brevità della logline dobbiamo far capire al lettore lʼambientazione della storia con pochissimi dettagli. In più, una buona logline deve anche avere un ritmo incalzante.
    Non si deve usare un linguaggio complicato né frasi contorte, ma arrivare dritti al cuore del lettore. Ė meglio usare verbi attivi con un protagonista proattivo, quindi mostrato dal suo punto di vista. Ritrae la storia in modo istruttivo e divertente fornendo le informazioni necessarie per capire di che libro si tratta, ma allo stesso tempo racconta la storia.
    Indica il genere letterario: da pochi dettagli il lettore deve capire a quale genere narrativo appartiene il romanzo.

    Parlare in teoria è sempre facile, poi, alla prova dei fatti tutto diventa difficilissimo. Hai paura di svelare troppo e così finisci per dire troppo poco, oppure per raccontare solo banalità che potrebbero adattarsi a mille altre storie… e addio originalità.
    Per esperienza personale, posso dire che è molto più facile scrivere la logline quando la storia è ancora solo un’idea, sebbene già ben sviluppata (e, in effetti, è proprio a questo punto che bisognerebbe definire la logline), che non quando il romanzo è terminato: ci saranno troppe informazioni essenziali che sgomitano per finire nella logline, rendendo la scelta davvero ardua per il povero autore.


    Perché è utile scriverla


    Aiuta a mantenere il focus della storia, a restare nei binari e a rispettare la premessa.
    Deve "vendere", quindi comunicare in modo attraente ciò che il lettore troverà poi nella storia. Deve emozionare il lettore che deve sentirsi spinto a comprare il libro e leggerlo. In questo breve testo dobbiamo suscitare lʼinteresse del lettore.
    Ci informa sulla validità della storia: se la logline non funziona, significa che è la storia a non funzionare.

    Esempi (libri e film) (tratti da Penna Blu)
    Il mago di Oz di Lyman Frank Baum: “Una solitaria ragazza di provincia, spazzata via da un tornado e finita in una terra magica, si mette alla ricerca di un Mago che può aiutarla a tornare a casa.” 30 parole
    Harry Potter e la pietra filosofale di J.K. Rowling: “Salvato dallo scandaloso abbandono dei suoi zii adottivi, un ragazzo con un grande destino dimostra il suo valore frequentando una scuola di magia.” 23
    Twilight di Stephenie Meyer: “Una diciassettenne si innamora di un vampiro, per scoprire poi che per lui quellʼattrazione potrebbe significare ucciderla.” 17
    I pirati dei Caraibi: "Unʼavventura nel Mar dei Caraibi nel XVII secolo dove il furbo ma affascinante Capitano Jack Sparrow si unisce a un giovano fabbro nel galante tentativo di salvare la figlia del Governatore dʼInghilterra e reclamare la sua nave." 37
    Titanic: "Un ragazzo e una donna di differenti classi sociali si innamorano a bordo di uno sfortunato viaggio in mare." 19
    E.T.: "Un ragazzino si lega a un bambino extraterrestre che è stato abbandonato sulla Terra; il ragazzo sfida gli adulti per aiutare lʼalieno a contattare la nave madre, così che possa tornare a casa." 33

    Per quanto mi riguarda, mentre trovo intrigante la logline de Il mago di Oz con lo strano tornado (incidente scatenante) che muta la realtà e trasporta in una terra magica (ambientazione), la logline di Harry Potter non mi piace neanche un po’ e mai sarei stata indotta a comprare il libro, mentre quella di Twilight è molto banale e, in un certo senso, prevedibile. La logline di E.T. mi sembra quasi che racconti troppo, perfino il finale è compreso tra quelle parole. Le logline de I pirati dei Caraibi e Titanic sono “sincere”, immettono bene nel clima del film senza svelare troppo.

    E ora veniamo alla mia personale “produzione”. Per quanta riguarda il romanzo in corso di pubblicazione (Dentro l’anima) a posteriori ho partorito, con molta fatica, una logline molto banale che, in effetti, può riferirsi a qualsiasi libro di fantasy.
    CITAZIONE
    Un viaggio alla scoperta di sé in un luogo celato nelle pieghe del tempo e dello spazio: amore e avventura fantastica sullo sfondo di uno scontro feroce tra luce e oscurità.

    Il buono è che individua il genere che, con un titolo come “Dentro l’anima” è importante affinché non si pensi a un romanzo di tipo religioso/esoterico. Ma, per il resto, non brilla di originalità: si salva solo perché nella quarta di copertina è abbinata a un breve estratto del romanzo stesso.

    La logline di “Cornice rossa , il romanzo che sto scrivendo – sono solo ai primi capitoli ma tutta la programmazione è già stata fatta in modo minuzioso, quasi maniacale – mi soddisfa invece molto di più:

    CITAZIONE
    Un nobile scozzese scopre il segreto dell'immortalità ma non riesce a salvare dalla morte la donna che ama. Centocinquanta anni dopo, una giovane donna eredita il castello.

    Che ne dite delle mie due proposte?
    Quale preferite?
    A cosa vi fanno pensare?
    Comprereste quei libri?

    Avete scritto delle logline per i vostri romanzi? Volete condividerle?
    Quali difficoltà avete riscontrato?
    Sono state utile alla promozione dei vostri libri?
     
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    2-2_Come_programmare
    (© Ida - 23 novembre 2018)

    Come programmare un romanzo (2 di 3)

    Premessa

    Ne parleremo in modo più diffuso nella appunti sulla Trama.
    Lo scoglio più grande da affrontare quando si scrive un romanzo è proprio riuscire a individuare/creare una solida premessa. Perché vogliamo scrivere quel romanzo? Che cosa vogliamo dire, dimostrare? Che messaggio vogliamo dare ai nostri lettori?
    Lo svolgimento della storia dovrà poi soddisfare/dimostrare la premessa. Esempio: l'amore vince su tutto, anche sulla morte.
    Anche per la premessa bastano poche righe.
    Basta che sia ben chiara all’autore, cosa che non sempre è.

    Voi sapete a priori cosa volete dimostrare con la vostra storia? Oppure la scoprite/costruite durante la scrittura?
    Detto tra noi, volete davvero sostenere una tesi con la vostra storia?


    Trama e sinossi

    La trama del romanzo è costituita dai fatti principali della storia: gli eventi significativi, cioè il risultato di cause ed effetti. Il concetto che a ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria fa parte della nostra cultura: la trama è l'elenco di queste conseguenze, dall'incidente scatenante fino all'epilogo.
    Quando scriviamo una sinossi (per un editore), dobbiamo scrivere una sorta di riassunto del romanzo, che comprenda gli eventi essenziali, che rivestono un significato particolare nella storia.
    Differenza fra trama e sinossi:
    - la trama è per lo scrittore, è un testo che riassume i fatti rilevanti della storia;
    - la sinossi è per lʼeditore, ha lo stesso contenuto, ma si veste di marketing perché deve far presa sullʼeditore, quindi ai fatti di rilievo, alle cause e agli effetti va data più attenzione.
    Per la scrittura della trama, come per la sinossi, è sufficiente una pagina.

    Quanto è stato difficile scrivere la sinossi del vostro romanzo?

    Io ho provato con i miei due romanzi, e non è stato facile. Si ha sempre paura, da un lato, di dire troppo e fare “spoiler”, dall’altro lato di scadere nel banale e non riuscire ad attrarre l’attenzione. Un’alchimia difficile da raggiungere.

    Dentro l'anima (in corso di pubblicazione)
    CITAZIONE
    Un lungo, pericoloso e intenso viaggio in un luogo singolare, ma anche in profondità dentro l’anima alla ricerca della propria vera essenza, nel superamento di un passato dall'eredità pesante per costruire un futuro che non sembra più esistere.
    L'ambientazione è fantasy: una valle incantata celata nelle pieghe del tempo e dello spazio da una potente magia che affonda le proprie radici nella filosofia, dove pensieri e ricordi sono il filo conduttore.
    Il giovane stregone, Xeymus O'Moore, dovrà trovare la fiducia in se stesso; comprendere il sentiero di predizione delle rune e ricongiungere l'anima; accettare il perdono e abbandonarsi all'amore; e sconfiggere infine l'oscurità sfidando con coraggio e dolore mille pericoli.
    E' una storia d'amore e d'avventura, alla ricerca del proprio vero io; la lotta tra maghi, stregoni, esseri umani generosi e spiriti malvagi, lo scontro feroce tra luce e oscurità per la sopravvivenza; la ricerca del perdono per le proprie colpe e l'anelito verso l'amore, nella riscoperta della propria luce e valore.
    E' la battaglia disperata dell'Anima Oscura per raggiungere la propria integrità a scapito di ogni essere vivente; è la difesa coraggiosa di chi ha imparato di nuovo a credere in se stesso, in un crescendo di incantesimi sempre più potenti, eredità incisa con le rune nel leggendario libro di un potente stregone che, per amore, ha saputo scindere anche l'anima.

    Cornice rossa (in corso di scrittura)
    La sinossi è incompleta… perché se scrivo di più ho paura di rivelare troppo. La trama è complessa e in parte misteriosa, il presente che si intreccia al passato.
    Per ora ho scritto questo.
    CITAZIONE
    Una giovane insegnante eredita un fatiscente castello scozzese. Il suo spirito romantico è rapito dalle mura antiche che sembrano custodire i suoi sogni, forse l’essenza stessa della sua anima. All'oscillante lume della candela, si addentra con rispetto nell'ovattata intimità delle sale e il maniero a ogni passo sembra rivivere negli sguardi dei dipinti: in particolare, due ardenti e tormentati occhi neri l'ammaliano. Quando le pare di riconoscersi in un ritratto, teme d'aver perduto il senno.

    Che ne dite? Vi incuriosiscono?

    Edited by Ida59 - 7/11/2019, 19:12
     
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    2-3_Come_programmare
    (© Ida - 23 novembre 2018)

    Come programmare (3 di 3)

    Soggetto

    Ė un concetto che proviene dal cinema.
    Mentre la trama è un testo freddo e scarno, il soggetto è scritto sotto forma di racconto che sviluppa la trama: contiene anche personaggi e ambientazione, ma non i dettagli.
    Scrivere un soggetto per il romanzo può aiutare ad avere una visione dʼinsieme delle vicende da narrare, a capire se tutti gli elementi principali stanno in piedi. Un conto è vederli come un insieme di fatti, un altro come un racconto.
    Secondo Wikipedia la lunghezza del soggetto va dalle 3 alle 10 pagine, mentre secondo la Treccani dalle 10 alle 15 pagine.

    Io non ho mai provato a scrivere un soggetto. Per il romanzo che sto scrivendo ho scritto una trama molto dettagliata e già sono 11 pagine fitte fitte: se ci aggiungo anche personaggi e ambientazioni, altro che 15 pagine…Ok, lo so, è una trama piuttosto complicata, infatti senza programmazione minuziosa non se ne esce…

    Voi avete mai scritto un soggetto per il vostro romanzo?
    Avete avuto difficoltà?
    Vi è stato utile?


    Trattamento

    Nel cinema per trattamento si intende un approfondimento del soggetto (rappresenta un copione in prosa), quindi un testo in cui si inseriscono non solo i dettagli, ma anche le descrizioni dei luoghi e lʼaspetto fisico e psicologico dei personaggi e perfino i dialoghi. Ė la trasposizione del film in racconto, prima ancora che sia nato il film.
    Usare il trattamento in narrativa permette di creare precise linee guida da seguire per la storia. Va usato quando la storia lo richiede e questo dipende dalla sua complessità.
    La lunghezza del trattamento varia in funzione delle fonti: dalle 30 alle 100 pagine, ma c'è chi pone come limite 40 pagine, chi meno.

    In base a quanto detto sopra nel caso concreto del romanzo che sto scrivendo, 100 pagine sembrerebbero tante, fa forse ci stanno tranquillamente. In pratica, nel trattamento mancherebbe solo l’introspezione dei personaggi (e io ne faccio tanta) ma per il resto è come un riassunto. Mah… a questo punto tanto vale scrivere la storia. A meno che sia un romanzo ancora più complicato della mia idea (dove già si intrecciano… no, meglio se non ve lo dico), tipo quei romanzi costruiti su più storie, con le varie trame che si intrecciano tra loro e una porta avanti l’altra. Ecco, allora in questo caso, forse…

    Scaletta

    La scaletta ha la funzione di elencare il susseguirsi delle scene.
    Serve da guida nella suddivisione della storia in capitoli ma aiuta anche a passare dallo schema lineare della fabula a quello dell'intreccio.

    Questa è proprio essenziale. Difficile da costruire, ma assolutamente necessaria, soprattutto se lo schema dell’intreccio è utile allo sviluppo della trama: occorre prime mettere in scaletta la fabula, nell’esatto ordine cronologico degli avvenimenti, e poi scompaginare il tutto alternando le scene con la dovuta maestria.
    Eh già… fosse facile…

    Come ve la cavate con la scaletta?
    Complica o semplifica la vita?


    Stesura

    Per scrivere un romanzo, per mettere la prima parola e continuare, pur seguendo una traccia, servono sia tecnica sia creatività.
    A qualcuno le fasi esposte sopra sembrano futili, lunghe, svantaggiose o perfino stressanti, secondo me servono invece a facilitare il lavoro di stesura. Alcune sono abbastanza veloci, altre richiedono più tempo, ma hanno un’enorme utilità, soprattutto se l’idea portante della trana è molto complessa.
    La stesura è la fase poetica del romanzo, è narrazione pura, è un dialogo diretto fra scrittore e lettore. Le fasi precedenti sono state invece un dialogo fra lʼautore e se stesso. Ed è meglio che sia un dialogo molto chiaro.
     
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    5_Vantaggi_programmazione
    (© Ida - 23 novembre 2018)

    Vantaggi della programmazione

    Avere sotto controllo la trama

    Avere unʼidea, sviluppare l'embrione di trama e mettersi a scrivere di getto può essere pericoloso. C'è il rischio costante di andare fuori tema, di dilungarsi inutilmente, di deragliare dalla trama e modificarla. È normale che qualcosa cambi durante la stesura, ma difficilmente possono essere modifiche sostanziali, altrimenti la coerenza interna della storia ne soffrirebbe.
    Pianificando il romanzo, la trama è sotto controllo, sappiamo cosa succede in ogni momento, quando deve apparire un certo personaggio e quando deve accadere qualcosa. In tal modo, tutto nella storia può essere costruito con coerenza e credibilità per raggiungere il fine voluto.

    La mia prima esperienza di scrittura (fanfiction) è stata disastrosa sotto questo punto di vista: già nei primi cinque capitoli mi ero bruciata tutta l’essenza della parte “romantica” della trama: insomma, già i due protagonisti stavano convolando senza difficoltà alcuna a giuste nozze. E, no, così non andava affatto bene. Così ho dovuto trovare altre idee, scompigliare tutta la felicità raggiunta, creare un enorme conflitto… e ricominciare tutto da capo. Però, alla fine, ne è venuta fuori una storia molto intrigante e sicuramente inattesa per i lettori.

    Evitare lacune nella storia

    Una pianificazione non completa può portare a punti morti in cui continuare la storia è difficile, magari perché il protagonista non si trova al punto giusto nel momento giusto, in quanto invischiato in una sottotrama che sembrava tanto interessante, ma che gli fa perdere il treno per arrivare puntuale allo scontro con l'antagonista.
    Accade così che ci siano parecchie cose che non quadrano nella trama, incoerenze e problemi contingenti o strutturali, lacune piccole o grandi di cui il lettore attento può accorgersi.

    Accorciare i tempi di stesura

    Il famoso, e temuto, blocco dello scrittore si verifica perché l'autore non pianifica il suo romanzo. Parta lancia in resta con la sua idea e poi resta a bocca aperta senza sapere come continuare, perché non ci ha pensato prima. E più semplice sviluppare i punti (prestabiliti) della trama che tirare fuori un intero capitolo dal nulla!
    Pianificare permette di scrivere il romanzo in modo più veloce, perché molto lavoro è già stato fatto a monte, proprio nel momento in cui si è sorretti dall'eccitazione dellʼidea appena avuta. Questo dimostra che non è vero che pianificare non è creatività, perché è proprio in quel momento che lo scrittore sta creando la storia.

    Io sono una paladina della programmazione, proprio perché, come accennato sopra, la prima volta che mi accinsi a scrivere mi bloccai dopo pochi capitoli, semplicemente perché non avevo la più pallida idea di come far andare avanti la storia. Avevo solo un bozzolo di idea e me la sono bruciata subito.
    Da quella volta sono passati oltre quindici anni e ho imparato (molto) dai miei errori (tanti). Più il tempo passa e più la mia programmazione si fa minuziosa, anche perché le idee che mi vengono sono sempre più complicate e intricate. Ma anche più interessanti per i lettori, spero.
    Pianificare la storia all’inizio della sua stesura trovo sia un processo esaltante: sviluppando un’idea me ne vengono in mente molte altre. Alcune devono forzatamente essere scartate: faccio ancora molta fatica a farlo, perché mi ci affeziono troppo in fretta; allora le metto da parte, in attesa di ripescarle per un’altra storia. Altre idee, invece, si accoppiano perfettamente con l’idea iniziale e la trama prende vita, come per magia, allargandosi e approfondendosi, facendo nascer altri personaggi, secondari o marginali che siano. È un momento di elevata creatività, coinvolgente ed elettrizzante. Almeno, per me le è.

    E per voi?

    Creare un intreccio interessante

    Conoscendo in anticipo i vari capitoli della storia, si possono mescolare i pezzi di trama in modo fantasioso ed efficace, ma anche in modo comprensibile e logico, per creare un bellʼintreccio e non offrire al lettore solo una storia lineare: l'intreccio rende sempre tutto più affascinante.

    Ottenere stabilità nella storia

    Una storia non adeguatamente programmata, rischia di non stare in piedi. Ci sono punti nella trama che vanno studiati con attenzione, occorre trovare le soluzioni giuste e coerenti con il mondo narrativo del romanzo, evitando ove possibile (e con la pianificazione è possibile) di scatenare terremoti risolutivi o richiedere l'intervento del deus ex machina.
    Sviluppando la trama prima di scrivere la storia, il dipanarsi degli avvenimenti fa nascere una serie di domande cui l'autore deve far fronte trovando risposte originali. Ė quella serie di soluzioni che da vita alla storia.

    I punti “difficili” della trama vanno affrontati con calma a tavolino e occorre valutare le soluzioni migliori, anche in funzione del resto della trama. Ci sono “snodi” complessi, dove la storia potrebbe deragliare: occorre avere briglie salde e sapere esattamente dove si vuole arrivare. Solo in questo modo la storia porterà fino alla fine il messaggio che volete dare.

    Ecco una lista di sette domande (elaborate sa Stefania Crepaldi, vedi bibliografia) per non perdere la rotta e scrivere un romanzo coerente.
    1. Qual è l'evento che dà inizio alla storia?
    2. Cosa vuoi comunicare al lettore?
    3. Qual è il contesto nel quale si svolge la storia?
    4. Chi sono i personaggi della storia e come sono relazionati tra loro?
    5. Qual è la vicenda e come si svolge?
    6. Cosa tormenta il/la protagonista?
    7. Come si conclude la storia?
    Prima, durante e dopo la fase di scrittura del romanzo rispondi a queste sette domande. Se non riesci a dare delle risposte precise, vuol dire che non hai le idee chiare. Se le risposte sono incoerenti tra loro, vuol dire che non hai le idee chiare.
    Se le risposte che hai dato prima della fase di scrittura e quelle che hai dato dopo la fase di scrittura non combaciano, vuol dire che in corso d'opera hai preso una direzione diversa (non sbagliata, attenzione!) rispetto all'idea di partenza, quindi accertati che tutto sia coerente.

    Come sono le vostre risposte?
     
    .
  6. Mitsuki91
     
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    User deleted


    Ciao Ida! Finalmente le newsletter non si perdono più nello spam... E io sto recuperando un po' tutto u.u
    Dunque, ho iniziato da questo topic perché è sempre utile, per aspiranti scrittori, sapere "come scrivere" e confrontare la teoria con le varie metodologie applicate.
    Allora, comincio con il dire che quando scrivevo fanfiction non avevo la minima idea di nulla: mi ci sono "buttata a pesce", seguivo molto l'emotività e in effetti buona parte delle mie storie iniziali (che per tua fortuna non credo tu abbia mai letto) sono abbastanza piatte e banali. Anche laddove avevo un'idea un po' più originale la stesura lasciava a desiderare... Naturalmente, direi, a malapena sapevo scrivere!
    Pian piano ho appreso quasi tutto quello che hai scritto (ad esempio non avevo idea ancora ad oggi di soggetto e trattamento, che non ho infatti mai fatto - a quel punto tantovale darsi alla stesura! Sono più punti, secondo me e come hai detto tu, da cinema), ma per le fanfiction ho sempre fatto tutto "a mente", complice il fatto che non avevo mai tantissimo da fare e potevo scrivere quasi ogni giorno, riuscendo a finire anche storie più lunghe e "complesse" in poco tempo, senza perdere il filo. Ovviamente con il tempo ho iniziato a strutturare scalette... Ma, come ho detto, tutte mentali!
    La prima, vera volta in cui mi sono posta più problemi è stato quando ho dovuto affrontare il mio (si spera) romanzo. L'idea è nata da un sogno, e in quanto tale era abbastanza confusa inizialmente. Nella mia testa è rimasta a "macerare" per parecchio, rimestandosi e ampliandosi... Ma era ancora acerba, considerando che si trattava non propriamente di un fantasy ma meglio di uno young adult, o come si chiamano quei romanzi che prendolo l'elemento fantastico (nel mio caso, la magia) e lo mischiano nel mondo reale e contemporaneo (o futuristico, ma la mia non era propriamente una distopia). Considera che in quel periodo ero prossima alla laurea in economia, e avevo incastrato tutto in chiave economica, compresa la cattiva che in realtà era a capo di una grande multinazionale.
    Ho notato con il tempo che non ero pienamente soddisfatta del setting, e sono passata al fantasy, il mio grande amore. Ovviamente è stata dura: dover creare un intero mondo da zero, le sue regole... E io non sono la persona che decide ogni minimo dettaglio a priori: ciò che creo dev'essere funzionale. Alla trama iniziale che avevo creato si è aggiunta un'altra linea narrativa, ovviamente intrecciata, nata da un personaggio che non aveva motivo di esistere nella precedente "au" e quindi non ideata prima per questo.
    È stato a questo punto che mi sono messa carta e penna e ho iniziato a schematizzare. Partendo da una banale mappa, ai nomi (... La cosa che ancora ad oggi mi riesce più difficile, soprattutto dei luoghi), agli effettivi intrecci di trama. Ho cercato di creare passaggi logici e questo mi ha fortunatamente salvato durante la stesura, perché diciamo avevo un punto "fisso" a cui arrivare di volta in volta, anche se poi ho scombinato alcune cose (sul piano temporale, non effettive), perché determinati passaggi mi sembravano troppo forzati.
    Parlando di questo: durante tutta la stesura, ad ogni singola azione, pensiero e dialogo di ogni singolo personaggio, mi sono chiesta: perché fa/pensa/dice questo? È coerente con la sua caratterizzazione e in generale?
    Mi sono accorta che diverse scene che avevo immaginato nella miaente risultavano prettamente emotive ma non logiche: su carta sarebbero risultate grottesche, non coerenti ed esagerate. Le mie perenni domande mi hanno aiutato tantissimo; avendo i "punti fissi" da raggiungere, come stabilito dalla scaletta, sono riuscita a rendere fluido e naturale ogni passaggio (... o almeno, spero di aver fatto un buon lavoro ^^").
    Un'altra cosa che mi ha aiutato nelle mie domande è stato capire il perché di determinate cose... Ho ideato così la copertura di diversi buchi di trama, alcuni chiusi del tutto in stesura, altri lasciati volutamente aperti, come piccole domande a cui un lettore poco attento non presterebbe attenzione, ma che si dovrebbero chiudere in toto nei due successivi romanzi (di cui ho già fatto la scaletta. Il libro che ho scritto è a tutti gli effetti autoconclusivo, perché non amo particolarmente le saghe, ed ogni successivo sarà così... Mi sono lasciata solo dei piccoli "margini d'azione". Uno degli esempi più eclatanti è nella premessa stessa del libro: la cattiva è alla ricerca dell'unico potere che le manca per completare la sua collezione... Ma, mi sono chiesta, come fa in primis a sapere dell'esistenza di questo potere? Vorrei in qualche modo rassicurate eventuali lettori che nulla è lasciato al caso, e tutto già ideato).
    Quando poi ho concluso la prima stesura ho inviato il romanzo alla mia editor, una ragazza che come me scriveva storie su efp... E che nel frattempo ha preso una laurea proprio specializzandosi nell'editing. Con lei ho scoperto l'esistenza della logline, che non conoscevo, e onestamente non ricordo cosa ho scritto nella mia =___= dovrei andarla a recuperare. Ricordo solo che è stato molto, molto difficile, in effetti... Come dici tu, andrebbe fatta come prima cosa.
    Non ho mai fatto una sinossi, altra cosa che mi riesce davvero difficile. Ad ogni modo, non dovendo proporre il romanzo a case editrici (almeno non per ora), non ne sento l'esigenza.
    ...
    E poi è tutto qui. Mi è stata data indicazione dalla editor di riscrivere i primi capitoli, dato che mi sono state evidenziate alcune debolezze; ne ho scritto uno che ha avuto un riscontro molto positivo e... Ho cominciato a lavorare a tempo pieno, e ho pian piano abbandonato la scrittura, e poi mi sono trasferita e il tempo da dedicare alla mia passione si è assottigliato ancora di più... È almeno un anno e mezzo che non accendo il pc. Non so neppure se funziona ancora (... Fortunatamente ho tutto il lavoro fatto salvato su più dispositivi).
    Vorrei, in questo 2019, impegnarmi di nuovo come si deve ^^"

    E ti ringrazio davvero per questa guida :3
     
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    CITAZIONE (Mitsuki91 @ 2/1/2019, 22:11) 
    Ciao Ida! Finalmente le newsletter non si perdono più nello spam... E io sto recuperando un po' tutto u.u

    Evvai, Sara! 😉
    Stasera sono di corsa (appena rientrata da una mini vacanza) ma domani leggo il tuo messaggio e ti rispondo.
     
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    Aah! Ma allora anche tu stai scrivendo un romanzo fantasy!
    (Commento mentre leggo...)
    Anzi, lo hai già scritto e ideato due ulteriori romanzi di continuazione!!! Epperò... e non dicevi nulla!
    Dai, su, corri a recuperare la logline e postala!
    Nooo... hai smesso di scrivere! No, no, no, non va assolutamente bene: in questo 2019 devi riprendere tutto in mano... e ti auguro di esserti lasciata ottimi appunti/scalette e così via, o di avere una memoria di ferro, perchè per me riprendere a scrivere "Cornice rossa" dopo l'interruzione di anni è stato un vero dramma come ho spiegato qui.

    Concordo, trovare i nomi dei luoghi (fantasy) è ancora più difficile che trovare i nomi dei personaggi!

    CITAZIONE
    Parlando di questo: durante tutta la stesura, ad ogni singola azione, pensiero e dialogo di ogni singolo personaggio, mi sono chiesta: perché fa/pensa/dice questo? È coerente con la sua caratterizzazione e in generale?
    Mi sono accorta che diverse scene che avevo immaginato nella miaente risultavano prettamente emotive ma non logiche: su carta sarebbero risultate grottesche, non coerenti ed esagerate. Le mie perenni domande mi hanno aiutato tantissimo; avendo i "punti fissi" da raggiungere, come stabilito dalla scaletta, sono riuscita a rendere fluido e naturale ogni passaggio (... o almeno, spero di aver fatto un buon lavoro ^^").

    Mi sembra che tu abbia fatto un ottimo lavoro di programmazione alla ricerca della massima coerenza di trama e personaggi.
    Per me tagliare (non scrivere) scene immaginate ad alto impatto emotive è molto difficile, non so se ci riuscirei, ma probabilmente hai ragione tu.

    Come ti sei organizzata per la scaletta? Quanto è diventata lunga? Poi l'hai rispettata o sei uscita parecchio dallo schema previsto? Io, non so perchè, ma i capitoli mi si moltiplicano tra le mani: talvolta i personaggi sono molto ostinati e non vogliono fare quello che dico io, così divagano e mi ci vuole un sacco di tempo per riportarli sulla retta via... Per darti un'idea, la previsione iniziale di capitoli di "Dentro l'anima" era di 23, mentre alla fine ne sono venuti fuori ben 34!

    Sono molto curiosa di leggere il tuo romanzo, quando sarai riuscita a riprendo in mano: sì, lo so, il lavoro è tremendamente deleterio...
    Pensi di autopubblicarlo?
     
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  9. Mitsuki91
     
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    Ciao Ida!
    Stasera sono fuori a cena (è il mio primo anniversario con il mio ragazzo ^^"), quindi ti rispondo con calma credo domani :3
     
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  10. Mitsuki91
     
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    Eccomi qui a rispondere, velocemente mentre sono in pausa pranzo!

    Allora, la storia del mio romanzo è un po' lunga: ho sempre voluto scriverne uno e va bene, e quandi ho scoperto le fanfitcion ho colto un'opportunità per migliorare come scrittrice... Non mi sono mai sentita veramente "pronta", ad ogni modo, nonostante alcune idee: mi sono decisa più o meno mentre scrivevo la tesi, dato che si basava prorio su quei libri nati da chi scriveva fanfiction e/o su piattaforme amatoriali (... All'epoca l'unico esempio era 50sfumature, che non volevo usare, e ho scoperto wattpad proprio trovando casi in america, dove già era successo. Sospetto ancora che qualcuno mi abbia "rubato" le idee, perché subito dopo è esploso il boom dei libri da wattpad anche sul mercato italiano... =___=), e volevo buttarmi autonomamente a "provare" il mio punto. Anche per questo, all'epoca, scelsi l'autopubblicazione... Ma ovviamente ho sempre avuto ben chiaro che mi sarei dovuta avvalere di un'editor, e per fortuna conoscevo questa ragazza.
    Era anche facile scrivere per me in quel momento: tesi fatta e finita, libera dallo studio, e lavoravo poche ore a settimana in un call center... Avevo tutto il tempo da dedicarci.
    Poi il progetto si è "arenato", fortunatamente dopo la prima stesura e tutti gli schemini fatti (non sono lunghissimi, sono dei punti elenco di una paginetta molto sintetici tipo "personaggio X scopre cosa Y"; ma non sono certo le uniche cose appuntate... Per i seguiti se non ricordo male ho sviluppato meglio i punti con delle specifiche, e sono usciti quindi necessariamente più lunghi), perché ho trovato questo lavoro da un commercialista a tempo pieno e quindi mi son messa a lavorare, giustamente. Poi il trasferimento, ho lasciato il mio ex ragazzo, ho imparato a convivere con spese e bollette... A tutt'oggi non ho finito di sistemare casa, ho un nuovo ragazzo e mi sono di nuovo rimessa a dieta, quindi sono abbastanza impegnata, ma nei buoni propositi del 2019 c'è sicuramente scrivere quindi mi stavo informando per l'acquisto di un pc portatile che mi sarebbe necessario (... Il mio vecchio, oltre ad avere ormai la bellezza di dieci anni, non lo accendo da due, quindi credo proprio che sia quasi morto).
    Avevo già mandato il testo alla editor, che mi aveva consigliato di riscrivere i primi capitoli (e lo capisco: oltre a trovare l'incipit difficile di per sé, l'avevo scritto almeno uno o due anni prima di pensare seriamente al progetto, e non era stato revisionato granché perché ai tempi avevo fretta di finire la prima stesura), e io avevo rifatto il primo, ma poi non ho più avuto tempo da dedicarci, appunto ._.
    Quindi, per quanto riguarda il mio libro, questa è la storia ^^"

    Magari se sei interessata alla trama ecc posso aprire un'altra discussione in un altra sezione, o dimmi tu dove è meglio parlarne... Potrebbe spingermi a riprendere tutto in mano, chissà ^^"

    Il log l'avevo sul pc, mi viene difficile recuperarlo ora :/ sto rispondendo da telefono anche per questo...
    C'è da dire che il libro lo scrissi quasi tutto sul tablet, nell'attesa di iniziare a lavorare, ma poi al momento di mettere insieme tutto il file piansi sangue per la formattazione (ad esempio decisi di passare alle virgolette basse al posto di "... Usando world tiene distinte quelle di apertura da quelle di chiusura anche nel formato alto, quindi è bastato un "trova e sostituisci", ma sul tablet la formattazione è univoca e ho dovuto cambiare tutto completamente a mano... Un incubo), quindi come dicevo preferirei acquistare un piccolo pc/notebook dove mettermici al lavoro :3

    Ps: i personaggi fanno sempre quello che vogliono, e mi sono ritrovata a dover cambiare direttamente più che allugare, talvolta semplicemente spostando l'ordine degli avvenimenti e talvolta modificandoli in toto... Ma alla fine sono arrivata dove volevo, e quello è l'importante.

    Ho anche visto che hai fatto fatica a riprendere in mano dopo anni, ho letto la discussione pur non avendo risposto, ed è un po' una mia paura... Ma ho ideato parecchie scene anche in questi anni di non-scrittura, e spero vivamente che non sia diventata tutta nebbia... So dove volevo arrivare, quantomeno.
     
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    CITAZIONE (Mitsuki91 @ 9/1/2019, 12:59) 
    Magari se sei interessata alla trama ecc posso aprire un'altra discussione in un altra sezione, o dimmi tu dove è meglio parlarne... Potrebbe spingermi a riprendere tutto in mano, chissà ^^"

    Se ti va, puoi aprire una discussione nella sezione "La vostra scrittura" così la inauguri!

    Riguardo alla formattazione del dialogo, posso solo immaginare l'incubo...
    Io uso i trattini mentre la casa editrice i caporali, quindi hanno modificato loro tutta la formattazione.
    Adesso, riprendendo in mano il nuovo romanzo devo decidere cosa fare. Non è solo questione del segno grafico usato per il dialogo, è che a seconda dell'uno o dell'altro cambia anche tutta la punteggiatura del dialogo stesso e degli inserti descrittivi. un casino, insomma.
    Quando affronterò questo problema poi aprirò qui sul blog una discussione per trattare l'argomento.

    Non ho capito bene la questione di Wattpad, piattaforma che go scoperto da pochi mesi.

    Spero che tu sia più fortunata di me e possa riprendere in mano il tutto senza difficoltà. In ogni caso, la prima stesura già c0era e questo è fondamentale. Ti rimane solo di racappezzarti con i due seguiti.
     
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  12. Mitsuki91
     
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    Ecco, pure la punteggiatura, dovetti cambiarla tutta a mano... =___=

    Per quanto riguarda wattpad, la presi ad esempio solo perché c'erano casi in america, ma il mio ragionamento vale per qualsiasi piattaforma e molto in breve è: è più semplice per una ce pubblicare una storia di un autore che è già conosciuto online e ha grandi seguiti sulle piattaforme, perché dimezza se non annulla tutto il lavoro di promozione e marketing che dovrebbe fare con un autore esordiente da zero. In questo caso l'autore è già conosciuto e ciò garantisce anche alla ce che delle copie del libro andranno vendute a prescindere.

    (Poi nel dettaglio, nel mio caso specifico, non essendo conosciuta, la mia strategia era pubblicare un tot di capitoli e lasciare tutto in sospeso al primo colpo di scena per suggerire il successivo acquisto dell'ebook per vedere come la storia proseguiva, tecnica anch'essa adottata già su wattpad oltreoceano. Avrei stabilito una scaletta precisa di aggiornamenti, mi sarei fatta promozione anche sui social, precisando cosa avevo intenzione di fare sin dall'inizio, ovvero arrivare a pubblicare il libro, e avrei visto come sarebbe andata. È ancora il mio obiettivo, alla fine, e la strategia che intendo mettere in atto, pubblicando su varie piattaforme... Quando il libro sarà finito, ovviamente. Non punto né a fare i soldi né ad essere conosciuta o altro: realizzo il mio sogno di pubblicare e mi diverto vedendo come va).
     
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    Mi sembra che la tua strategia sia buona e ben percorribile.
    Riguardo al fare i soldi pubblicando libri, credo sia una chimera da pochi raggiungibile. ma quelli che la raggiungono di soldi ne fanno davvero tanti, vedi la Rowling!.
     
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12 replies since 24/11/2018, 12:25   415 views
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