Il segreto di Ida


3.6 - ImmedesimazioneAppunto n.3 Personaggi: costruzione e crescita

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    3.6 - Immedesimazione

    3.6.1. Processo di immedesimazione
    3.6.2. Umanità e riconoscibilità
    3.6.3. Sofferenza del personaggio (1 di 2)
    3.6.3. Sofferenza del personaggio (2 di 2)

    SC-CostruzioneCrescita-Immedesimazione
    Foto di HANSUAN FABREGAS da Pixabay



    3.6.1. Processo di immedesimazione

    Gli esseri umani sono capaci di immedesimarsi in altri io tramite la percezione/condivisione delle emozioni. La scrittura narrativa si basa proprio sul fatto che l’immaginazione è immedesimazione.
    Se nel romanzo si riesce a ispirare empatia perfino per un personaggio negativo (un assassino) significa aver compreso una delle tecniche narrative (l'immedesimazione) più utili e difficili da padroneggiare.
    Raccontare una storia nei suoi infimi dettagli serve a scuotere le coscienze. La coscienza che interviene in caso di conflitto deve permeare ovunque il romanzo. Occorre riuscire a far desiderare e indignare il lettore tramite i personaggi e le loro azioni. Per fare ciò occorre attribuire una coscienza precisa ai protagonisti.

    Il personaggio è una maschera narrativa per raccontare storie.
    Il personaggio non è un’entità nuda, bensì un’entità che indossa una maschera. Un’entità nel senso di oggetto, pianta, animale, persona, deità.
    Focalizziamo l’attenzione sul genere persona. Un genere rappresenta una massa di entità. Le persone considerate in una massa appaiono un tutt’uno, senza nome né età, una massa senza abiti, un insieme di persone nude. Quando si estrapola dalla massa nuda una persona per abbigliarla con una storia, si crea un personaggio. Il processo di estrapolazione, l’identificazione di un personaggio nella massa di entità nude non avviene per caso. Spesso è un segno distintivo che riguarda il modo di parlare, muoversi, vestirsi; potrebbe essere una figuraccia o una malattia a identificare il personaggio. Dalla persona, che in genere è un’entità complessa, attraverso i processi di selezione e riduzione si costruisce un personaggio.
    Esempio: i personaggi contraddistinti da una caratteristica. Se la persona è un cinico il personaggio sarà il cinico, se la persona è un ubriacone il personaggio sarà lubriacone.
    Il personaggio deve essere credibile, un micro-mondo sensibile che agisce all’interno di un mondo possibile e sempre in movimento. Ogni persona in famiglia, in ufficio, allo stadio o alla partita di tennis, indossa una maschera diversa: in modo più o meno marcato, consapevole o meno, si trasforma in un personaggio.
    Per ottenere un risultato ottimale nell'identificazione nel personaggio, affinché s’instauri una relazione empatica con il lettore, il personaggio deve essere costruito con esattezza. Ciò che fa funzionare un personaggio non è l’eccesso di particolari bensì la loro precisione.
    Ci vuole una "scheda personaggio" da cui emerga la sua tridimensionalità. Il narratore deve conoscere tutto o quasi del suo personaggio, anche se gli piace o meno la maionese, il nome del suo cane o degli ex compagni di scuola! Non importa se questi elementi non saranno inclusi nella storia della "maschera narrativa". L’importante è che i personaggi si prendano delle libertà nel corso della scrittura. Questo accade quando son ben delineati e la loro personalità risulta forte e chiara. Allora il personaggio acquista una voce e incomincia a parlare, si muove tra le pagine del testo. Se il personaggio funziona, la simpatia, divenuta empatia e sfocia nell’immedesimazione del lettore; e proprio l'immedesimazione è il principale piacere della letteratura.

    Alcuni elementi fanno perdere l'immedesimazione al lettore.
    Errori ortografici, di concordanza o sintassi possono sbalzare di colpo il lettore fuori dal mondo della storia ricordandogli che sta solo leggendo un libro e facendogli perdere del tutto l'immedesimazione.
    Ma anche con personaggi poco credibili o incoerenti il lettore avrà difficoltà a immedesimarsi perché la storia gli sembrerà irrealistica. Rifiuterà di entrare nel personaggio, vivere e condividere le sue scelte perché tutto gli suona irrimediabilmente falso.

    Con un personaggio cliché il lettore non si immedesimerà perché tutto gli appare già visto e conosciuto: i processi decisionali a cui dovrebbe partecipare sono scontati e poco stimolanti.

    Edited by Ida59 - 4/3/2023, 16:40
     
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    Foto di Stefan Keller da Pixabay



    3.6.2 Umanità e riconoscibilità

    Per quanto sia "costruito", il personaggio non deve mai perdere una caratteristica fondamentale: l’umanità, anche nel caso in cui sia un animale, un oggetto o un alieno.
    Questo elemento/caratteristica di umanità deve essere riconoscibile dal lettore. Solo così suscita il suo interesse, se e quando il lettore può trovare qualcosa di sé nel personaggio. Questo avviene perché abbiamo tutti una visione antropocentrica del mondo ed egocentrica della nostra vita. Allo stesso modo, ciò che attrae il lettore è il riconoscimento intimo, il senso di identificazione che fa vibrare qualcosa dentro di lui. Non importa che il personaggio gli somigli, fisicamente o caratterialmente, e nemmeno che sia umano; l'importante è che vi sia l'elemento di riconoscibilità che gli dia modo di immedesimarsi, di provare un punto di sintonia o affinità con il personaggio. Solo così il lettore continuerà con curiosità la lettura, per scoprire come il personaggio “interessante” se la cava nella storia.
    Ė l'effetto di catarsi, di purificazione e liberazione già individuato da Aristotele che, nella Poetica, descrive la catarsi come il liberatorio distacco dalle passioni tramite le forti vicende rappresentate sulla scena dalla tragedia.
    Per scatenare l'effetto catartico è però indispensabile (e lo era anche nelle tragedie greche) che il personaggio (sì, anche l'eroe tragico, superiore all'uomo comune) possieda caratteristiche umane che lo rendano credibile e riconoscibile. In particolare, deve possedere un difetto o un punto debole che lo renda fallibile come ogni altro uomo: un eroe invincibile non suscita catarsi, né identificazione, perché l'invincibilità non è umana. Ecco perché talloni vulnerabili e kryptonite sono così importanti!
    Le debolezze rendono umano il personaggio, avvicinandolo al lettore che può rispecchiarsi nei suoi errori e paure.

    Se vogliamo creare empatia tra protagonista e lettore è importante farlo calare quanto più possibile nel personaggio e nelle sue emozioni. Occorre soffermarsi molto sulla sua psicologia, entrarvi dentro a fondo mostrando tutte le sfaccettature della sua personalità, la storia personale e ciò che si agita nel suo intimo.
    In particolare, è utile fare attenzione a:
    • modi di esprimersi nei dialoghi;
    • sentimenti ed emozioni;
    • pensieri e riflessioni;
    • modi di fare con le persone;
    • gestualità;
    • reazioni a situazioni;
    • ricerca di soluzioni ai problemi.
    Occorre sempre ricordare che il vero coinvolgimento del lettore con i personaggi avviene se e quando il lettore dimentica che sta solo leggendo un libro.
     
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    Foto di Gerd Altmann da Pixabay



    3.6.3. Sofferenza del personaggio (1 di 2)

    Perché far soffrire un personaggio?
    Perché le sue sofferenze aiutano il lettore ad avvicinarci a lui e, quindi, a sentirsi più coinvolto nelle sue avventure/disavventure. Maggiore è il coinvolgimento personale e più il lettore riesce a calarsi all'interno dell'esperienza (fittizia) della storia.
    Questo accade perché il lettore prova simpatia per i personaggi che mostrano emozioni forti: la sofferenza è l'ideale, perché oltre a essere un sentimento molto profondo è anche un'emozione legata al conflitto.
    Si può, anzi forse è meglio, far soffrire il personaggio fin dalla prima pagina, senza scrupolo alcuno. Nel proseguire della storia, le sofferenze dei personaggi (soprattutto quelli positivi, ma anche il "nemico" può avere le sue sofferenze) dovranno aumentare e la loro situazione farsi sempre più difficile.
    Dalla simpatia si passa all'empatia e il meccanismo di immedesimazione è innestato.
    L'identificazione può essere così profonda da provocare una specie di pulsione interiore che spinge il lettore a intervenire, a spronare il personaggio, a suggerirgli cosa dovrebbe fare o come dovrebbe comportarsi. Ecco, questo è l'obiettivo che occorre porsi quando si scrive una scena: se lo si raggiunge il lettore sarà felice di percepire così a fondo le emozioni dei personaggi e te ne sarà grato.
    James N. Frey sfata il mito del personaggio con doti ammirevoli (vedi punto 1.4.2 - Statura del personaggio) e punta invece sui quattro elementi seguenti.

    • Simpatia [1]
    Far soffrire il personaggio. Di fronte a una persona che soffre il lettore tende a condividere le sue emozioni. Se il personaggio soffre, è tormentato dai sensi di colpa di un passato da dannato, è solo, umiliato, odiato, vessato, rifiutato o anche semplicemente in pericolo, riuscirà a guadagnarsi la simpatia del lettore, che arriverà a provare pena, compassione e pietà per lui.

    • Immedesimazione
    Quando un personaggio soffre, il lettore simpatizza per lui, ma quando è costretto a soffrire, o ancor meglio (secondo me), sceglie consapevolmente di soffrire per raggiungere obiettivi che anche il lettore condivide, quest'ultimo si calerà nel profondo dell'esperienza. Sarà lì, al suo fianco, per spronarlo a resistere e vorrà che il personaggio riesca a raggiungere lo scopo. Talvolta capita addirittura che il lettore voglia proprio essere il personaggio stesso.
    Per l'immedesimazione è importante il valore del personaggio nel presente della storia. Se è un criminale che ha ucciso degli innocenti, ma durante la storia vuole rimediare e lotta con tutte le forze per farlo, il lettore può immedesimarsi anche in lui. Io, ad esempio, adoro i personaggi tormentati e dal passato dannato…

    [1 - Il termine simpatia deriva dal greco συμπάθεια (sympatheia), parola composta da συν + πάσχω = συμπάσχω, letteralmente "patire insieme", "provare emozioni con..." Nel significato etimologico, il termine simpatia è usato per la condivisione di sofferenza o infelicità.]
     
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    Foto di Gerd Altmann da Pixabay



    3.6.3. Sofferenza del personaggio (2 di 2)

    • Empatia [2]
    Occorre usare i giusti dettagli che provochino emozioni nei lettori. Frey ricorda le regole dello Show it, don't tell e suggerisce di usare dettagli sensoriali per evocare sensazioni nel lettore. Io aggiungo che per aumentare l'impatto emotivo di una scena in cui un personaggio soffre, occorre utilizzare tutti i canali sensoriali delle emozioni, come abbiamo visto nel punto 2.2.
    Quando abbiamo paura sentiamo un nodo allo stomaco, si blocca la gola e magari anche il respiro. Usare metafore può aumentare l'impatto emotivo: una mano di ghiaccio gli strinse la gola.
    Inoltre, credo sia più utile mostrare le reazioni (emotive) del personaggio piuttosto di ciò che lo fa soffrire; vedere/sentire/percepire le sue reazioni alla sofferenza la trasmetterà molto di più al lettore.
    Infine, personalmente, penso che sia più facile, ma anche molto più potente, rendere la sofferenza psicologica rispetto a quella fisica.
    Ė difficile far percepire al lettore il dolore della carne bruciata, anche se gli suggerisci l'odore: probabilmente chiunque si è scottato, ma ha subito ritirato la mano e al massimo si è formata una dolorosa vescica. Ma se l'ustione va molto oltre? Se l'intera persona prende fuoco? Quali sono le reali sensazioni fisiche provate? In ogni caso, è davvero difficile trasmetterle.
    Le sofferenze psicologiche, invece, sono più facili da trasmettere. Sono emozioni che chiunque può aver provato: il dolore per un amore perduto, la morte di una persona cara, un lancinante senso di colpa che adombra la serenità. Ci sono davvero tante possibilità e l'autore può attingere alle sue stesse esperienze..

    • Conflitto interiore
    Mostrare dubbi, insicurezze, sensi di colpa e indecisioni del personaggio aiuta il lettore a immedesimarsi perché il personaggio diventa più umano, quindi simile a lui: le emozioni, sensazioni e percezioni sono comuni
    Queste emozioni sono molto spesso evocate da conflitti interni al personaggio, magari anche questioni morali. Trovandosi di fronte a un conflitto interiore il lettore è spinto a prendere decisioni, quindi a fare la stessa cosa che sta esperendo anche il personaggio, che deve decidere come comportarsi e lo stesso fa il lettore per lui. Più immedesimazione di così...

    Qualche consiglio per evocare una sana dose di sofferenza (ebbene sì, sono una scrittrice molto sadica!) guidato da alcune interessanti domande.
    - In che modo posso ferire fisicamente il personaggio? Ci sono infinite possibilità, credetemi.
    - Come tirare la corda il più possibile senza spezzarla? Basta non ucciderlo. Oppure essere in un mondo in cui farlo resuscitare, oppure era solo un sogno…
    - Magari il protagonista è in grado di sopportare la sofferenza, se è l'antagonista a tormentarlo. Ma se fosse invece un'altra persona a fargli del male? Se fossero le sue stesse azioni che tornano come incubi dal passato? Se fosse qualcuno che gli vuole bene a ferirlo, magari costretto dall'antagonista? Oppure che lo ha tradito?
    - Chi è la persona più cara al personaggio? Si può sempre farle del male, molto male, e, se per caso non è un personaggio essenziale per la storia, si può sempre ucciderla in modo doloroso o magari umiliante.
    - Che cosa danneggerebbe maggiormente la carriera/onore del personaggio?
    - Quali sono i gruppi cui è più affezionato? Può essere un loro appartenente a tradirlo/venderlo? O magari metterlo in cattiva luce per qualcosa che il personaggio non si merita? O addossargli una colpa (meglio se grave) non sua?
    - Quali sono i punti deboli del personaggio che possono essere più dolorosamente colpiti?
    - Quali cicatrici lasciargli? Vanno scelte in modo che pulsino di dolore per tutta la storia e quelle psicologiche spesso sono meglio di quelle fisiche.


    [2 - L’empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui, che si tratti di gioia o di dolore. Il significato etimologico del termine è "sentire dentro", cioè mettersi nei panni dell'altro.]
     
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3 replies since 11/1/2023, 12:29   111 views
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