Il segreto di Ida


Sfida dei 5 elementi

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  1. DanielaB
     
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    Sfida degli elementi n°9: killer, angelo, bosco, fotografia, grosso vortice.

    Il killer

    1



    Rafael era preoccupatissimo. Il tempo stava per scadere e non era ancora riuscito nel suo intento, non aveva ancora raggiunto lo scopo per cui si era dato tanto da fare, invano, purtroppo.
    Un fallimento! Sarebbe stato un assoluto fallimento.
    - Chissà come la prenderà il Capo? – Si chiese – Mi affiderà un altro caso o mi demansionerà?
    Rifletté che non aveva successi nel curriculum; in realtà neanche insuccessi, perché era appena arrivato. Quello era il suo primo incarico in assoluto. Certo, all’inizio era stato abbastanza facile e anche piacevole, ma poi! Il suo protetto aveva subito una cocente delusione amorosa, aveva sofferto così tanto che l’animo aveva cominciato a inaridirsi; aveva cercato di rincuorarlo prospettandogli altre possibilità e interessi, ma niente. L’accusa infamante contro il padre, che perse il lavoro, la madre morta consumata dal dolore, gli sguardi ostili di amici e conoscenti avevano segnato il punto di non ritorno. Il padre era poi stato scagionato, con tante scuse, ma ormai il danno era fatto.
    Il suo protetto, Glauco, era cambiato; la sua anima era come rinsecchita, svuotata, inesistente, nascosta dal dolore causato dalle ingiustizie subite: si era votato al crimine, divenendo il killer più ricercato sia dalla polizia, sia da chi aveva bisogno di eliminare qualcuno e farla franca.
    - Era diventato un caso difficile, per un principiante, - si consolò Rafael – forse il Capo ne terrà conto. Essere l’angelo custode di un killer avrebbe richiesto più esperienza.
    Rafael era dispiaciuto per il proprio fallimento ma anche per il suo protetto, perché gli voleva bene e sapeva che i suoi giorni sulla Terra stavano per finire: se non fosse riuscito a redimerlo, Glauco sarebbe finito all’inferno.
    Da fonti non proprio ortodosse aveva saputo che Laggiù stavano già cercandogli il posto adatto e pensando alla pena cui sottoporlo.
    - Non oso pensare a cosa potrebbero escogitare, quelli! – Mormorò Rafael – Crudeli e fantasiosi come sono! Il mio Glauco, il mio Glauchino!

    2


    Glauco aprì la cassetta della casella postale con cui i committenti lo contattavano dopo averne avuto il numero tramite un passa parola nei luoghi e con le persone giuste. Trovò una busta.
    Tornò a casa e l’aprì. Conteneva i soldi, tutti, per commettere l’omicidio, una fotografia e un foglio dattiloscritto.
    Lesse: Claudia Carrini, insegnante di yoga. Ha una palestra in via Latorre 27 a Cervinia.
    Il cuore mancò un battito.
    - Certo un’omonimia! – Si disse.
    Osservò la foto.
    No, nessuna omonimia, era proprio lei, il suo sfortunato amore di gioventù che sorrideva, chissà a chi, nella foto.
    Il tempo era stato clemente con lei, le aveva donato solo qualche ruga attorno agli occhi cerulei che ne esaltava l’espressione dolce. Sulle labbra, che ricordava morbide, ancora il rossetto color pesca, quello di sempre.
    Chiuse gli occhi e la sensazione del corpo flessuoso stretto al proprio, le mani affondate nei capelli serici, biondi, ora corti e grigi, lo colpì a tradimento, facendolo boccheggiare.
    - Quanti anni sono passati, Claudia! – Mormorò alla foto – Sei ancora bella, come allora. Perché mi hai lasciato, così, su due piedi, senza una spiegazione? Perché qualcuno ti vuole morta?
    Si riscosse, l’animo di nuovo indurito, e scacciò ogni romanticheria: era lavoro, per giunta ben retribuito; aveva una reputazione da difendere. Avrebbe svolto il compito per cui era stato pagato profumatamente.
    Per giorni si appostò nei pressi della palestra e seguì la donna, ne studiò le abitudini, seppe dove abitava e chi era solita frequentare.
    Gli sembrò strano trovarsi a spiare quel primo e unico amore, così, da lontano, entrare nella sua vita come un clandestino, come un ficcanaso senza alcun diritto.
    - Ne avrei potuti avere, di diritti! – si disse – Ci siamo amati tanto, di un amore che sembrava unico ed eterno.
    Per un po’ lasciò parlare il cuore. Se non l’avesse lasciato, ora sarebbe con lei, avrebbero condiviso la vita, magari avuto dei figli.
    Risentì la sua voce:
    - Ne faremo tre, che è il numero perfetto.
    - Un maschio, una femmina e…?
    - E un’altra bambina, voglio la quota di maggioranza in famiglia! – Rideva abbracciandolo.
    - Non distrarti! – Lo ammonì la coscienza professionale – È pericoloso indulgere nei ricordi, specie se piacevoli. Ti ha mollato all’improvviso, rammenti? Non eri degno nemmeno di una misera spiegazione.
    Glauco si indurì. L’aveva cercata, dopo la telefonata con cui lo aveva lasciato; era sparita, volatilizzata. Gli era sembrato di impazzire. La madre, quando si era rivolto a lei per sapere dove fosse, lo aveva trattato malamente, ingiungendogli di non cercarla più perché Claudia non lo voleva.
    Risentì la voce cruda della donna:
    - Rassegnati! Rassegnati e vattene, non tornare più.
    Annichilito, era rimasto chiuso nella sua stanza per diversi giorni, poi la vicenda del padre e della madre. Il suo cuore morì.
    - Bene, Claudia, sono stato pagato per ucciderti – le disse come se l’avesse davanti – e lo farò. È il mio lavoro

    3


    Aveva studiato tutto nei minimi particolari. Controllò il fucile da caccia comprato, tramite i soliti canali, da uno stock di armi rubate.
    L’avrebbe seguita nel grazioso boschetto di pini mugo dove si recava ogni settimana ad abbracciare gli alberi.
    - Abbracciare gli alberi! – La derise – Roba da matti!
    Avrebbe simulato un incidente di caccia, approfittando dell’attività venatoria aperta in quei giorni.
    Si sarebbe tenuto lontano, la sua infallibile mira e la potenza dell’arma lo permettevano. Un colpo netto alla testa, non avrebbe neanche dovuto raggiungerla per constatarne la morte.
    Il giorno stabilito la seguì.
    La vide camminare svelta e agile nel bosco, fermarsi ogni tanto a toccare ora una felce, ora un tronco rugoso, finché raggiunse il boschetto.
    Glauco si fermò a una decina di metri, appostato tra gli arbusti, in una postazione dalla quale la vedeva perfettamente, di spalle, abbracciata a un tronco.
    Prese la mira, ma, quando stava per tirare il grilletto, lei si voltò. Gli occhi chiusi, un sorriso beato sulle labbra.
    - Non posso, maledizione, non posso! – Mormorò il killer – In qualche modo restituirò i soldi.
    Restò a guardarla, l’antico amore mai sopito a stringergli il cuore.
    - Dannazione! – Si disse – Non posso andarmene, devo sapere perché e chi vuole la sua morte, perché, se non la ucciderò io, lo farà qualcun altro.
    A passo svelto raggiunse La donna.
    - Perché mi hai lasciato? Chi ti vuole morta?
    Claudia lo guardò stupita.
    - Glauco!?
    - Sì, sì, Glauco! Rispondimi, dannazione!
    Una violenta folata le scompigliò i capelli e sollevò un turbinio di foglie e terra.
    - Andiamo via, Glauco, il cielo si è fatto nero, c’è un vento tremendo, tra poco scoppierà il finimondo qui. Ti racconterò tutto, prometto.
    Poi lo guardò come se avesse compreso solo in quel momento le sue parole.
    - Uccidermi? – Chiese.
    - Sì, sì!
    Ogni discorso fu interrotto. Goccioloni enormi e pesanti scesero dal cielo plumbeo e un grosso vortice si profilò, scuotendo gli alberi.
    - Una tromba d’aria! – Esclamò Glauco afferrando Claudia.
    La scaraventò in un anfratto e le fece scudo col proprio corpo.
    - Non mi interessa perché mi hai lasciato – le sussurrò – ti amo e voglio salvarti dalla bufera e da chi ti vuole morta.
    Il grosso vortice passò accanto a loro, lasciando cadere sulla schiena di Glauco un albero che aveva sradicato.
    L’impatto fu violento e il killer morì all’istante.

    4


    - Accidenti! – Esclamò Glauco – È vero quel che dicono: vedi il tuo corpo dall’alto quando sei morto. Ehi, sono morto!
    Cercò Claudia, che era sparita.
    - Oh no! Sono morto e non sono nemmeno riuscito a salvarti, amore mio! Il vento ti ha trascinata via, sono morto inutilmente!
    - No, ragazzo mio! – Intervenne una voce melodiosa – Ti sei redento. Il tuo gesto altruista ha in parte lavato i peccati della tua vita.
    - Ma tu chi sei? E Claudia?
    - Io sono Claudia, cioè, sono Rafael, il tuo angelo custode. Ho finto di essere Claudia e ho finto di essere il committente del suo omicidio. La donna che hai pedinato i giorni scorsi era lei, ma oggi ho preso il suo posto. Volevo metterti alla prova, vedere se in te era rimasto qualcosa di buono.
    - Ma Claudia?
    - Sta bene, tranquillo, ha bucato una gomma ed è rimasta a casa; il mio era solo uno stratagemma.
    - Sai di lei, di noi… allora tu sai anche perché mi ha lasciato! Dimmelo, ti prego!
    - Non posso, mi spiace. È contro le regole svelare gli animi altrui; potrei chiedere al suo angelo custode, ma per ora non si può.
    - Perché? – Incalzò Glauco.
    - Beh, non sei immacolato, chiedere un favore a un angelo è affare serio. Sei morto e nessun diavolo si è presentato a esigerti, quindi sei dei nostri, ma hai commesso una quantità enorme di peccati, seppur, in qualche modo e, bada, prendendola molto alla larga, spinto dal destino avverso. Devi espiare, poi vedremo.
    - In che modo dovrò espiare?
    - Questo non lo so. Ora ti accompagno dal Capo e lui te lo dirà.
    Rafael prese Glauco per mano e tenendolo stretto, spiccò il volo.

    Edited by Ida59 - 12/10/2023, 22:18
     
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