3.3.3. Il viaggio dellʼeroe: il vero senso della storia

In molti romanzi fantasy si assiste al cliché: lʼeroe deve compiere un viaggio per cercare il talismano che salverà il mondo. Il fantasy non è lʼunico genere narrativo in cui si assiste al "viaggio". In altri termini: Il protagonista della storia ha una vita normale, ma all'improvviso si ritrova ad affrontare una minaccia; per sconfiggerla deve intraprendere un viaggio nel quale imparare o ottenere qualcosa di nuovo e quindi può tornare e sconfiggere l’antagonista.

Può esistere una storia senza un viaggio di qualche tipo?
È viaggiando che si fa la storia. In tutto il mondo, i veri cambiamenti ci sono stati, nel bene e nel male, quando qualcuno si è messo in testa di viaggiare. Cristoforo Colombo ha voluto viaggiare, è finito in una terra da sogno e per i nativi è iniziato il declino. Ma prima di lui cʼerano stati i Romani e dopo Napoleone e tanti altri.

Il viaggio geografico: è sempre necessario?
No. Il viaggio geografico in un romanzo fantastico può anche mancare, sta allʼabilità dellʼautore riuscire a tenere i suoi lettori in uno spazio delimitato, fosse pure un castello o un bosco. La storia è la storia, è quella che conta, alla fine.
E negli altri generi? Quando dobbiamo considerare il viaggio geografico?
In un giallo e in un poliziesco in genere cʼè una sorta di viaggio dell'eroe. Lʼinvestigatore di turno va in giro a far domande. È così che fa Montalbano e così Sherlock Holmes. Indagano spostandosi di luogo in luogo, ma in quel caso il viaggio è doppio: è sia fisico sia mentale, perché è la loro mente a compiere un percorso attraverso gli indizi fino al colpevole.
Ecco, nel romanzo dʼavventura il viaggio da un luogo allʼaltro direi che è lʼelemento fondamentale della storia.

Il viaggio interiore: può forse mancare?
No, forse non dovrebbe mai mancare.
Cʼè però un viaggio interiore, mentale possiamo dire, del protagonista che dentro di sé compie un percorso di consapevolezza che lo porta alla ribellione fino allʼepilogo, attraverso il proprio cambiamento.
Quando si parla di arco di trasformazione del personaggio, si sta parlando di un viaggio interiore. Il protagonista cambia, quindi ha compiuto un percorso che lo ha portato da un modello in cui prima si identificava a un altro.
Il vero senso della storia.
La trasformazione, sia fisica sia caratteriale sia culturale, è comunque un viaggio, rappresenta un percorso formativo, positivo o negativo che sia: è un percorso che forma il personaggio, che ne modifica lʼaspetto esteriore o interiore.
È questo viaggio a essere il vero se...

Read the whole post...