MATEMATICA E FISICO.
- Hai uno sguardo di velluto, e occhi aguzzi che perforano.
Quando mi hai rivelato questo, un brivido arcano ha percorso la schiena, e sentivo le gambe cedere sotto un peso inaspettato.
Da diversi mesi ti osservo, ma in modo furtivo, e sinceramente non pensavo di essere stata colta in flagranza, ma dovevo aspettarmelo.
Sei troppo attento.
Dall’espressione che sembra evadere, ho intuito che invece sai cogliere le frazioni, e ciò che ti disgusta è facile da indovinare: arricci il naso, come fossi investito da un cattivo odore, che arreca fastidio.
Con tutte quelle colleghe che ti si ammonticchiano, avevo il timore che non mi scorgessi.
Alcune cercano il contatto, spingendoti in un angolo, sfiorandoti con quelle grosse poppe, e con qualsiasi scusa ti parlano di lavoro, ma i contenuti vorrebbero essere ben diversi; oppure si appoggiano allo spigolo del tavolo in sala professori, divaricando le gambe in segno di accoglienza. Se solo volessi, avresti la via aperta ai loro paradisi (sic), ma noto l’assillo che ti attanaglia per tanta disponibilità.
Perciò te ne esci con spiritosaggini briose, mai volgari, con quel sopracciglio sinistro inarcato, e belle o brutte, le fai gioire con un nonnulla.
Non parliamo della preside. Nei consigli di classe, se potesse sedersi sempre accanto, se non sopra, cambierebbe i voti, maggiorandoli, solo a un tuo cenno.
Non te ne rendi conto, ma quando consigli “sognatemi!”, loro lo faranno veramente.
È capitato anche a me, ma non ti confesserò mai i risultati.
In tutto questo bailamme di femminilità ostentata, mi ero accontentata di guardarti con crescente ossessione: fianchi stretti e spalle larghe, quel tuo modo di camminare lungo il corridoio con passo elegante, mai un tentennamento, evitando tutti, concedendoti, emanando una scia di ferormoni irresistibile.
Se poi parli con quel tono profondo, da turbamento, che fa venire la pelle d’oca, quando ti avvicini, quasi confidenziale, anche se esponessi la fisica quantistica, mi faresti fantasticare sull’universo che si sposta insieme a te.
Non immagini neanche lontanamente ciò che provo di fronte alle tue cortesie, con quell’occhiata che trasmette amabilità, ma anche determinazione e, non ultimo, divertissement.
La bocca è spesso atteggiata in un sorriso impercettibile, ironico lo definirei, come la goliardia, e gli improvvisi lazzi, e i motteggi che giungono sempre, puntuali e imprevedibili.
Con i tuoi congiuntivi mi hai sedotto, sorpresa dal tuo vocabolario, senza presunzioni e sufficienze.
Certo, se ammiccassi, anch’io capitombolerei nel tuo gineceo, diventando una delle dieci ragazze che ti guardano dalle cornici delle tue...
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