Primo guest post del blog: un consiglio di lettura redatto dall'amica Stella Mattioli (nick Starliam)


"Il sorriso di Jackrabbit" è l'ultimo capitolo (in ordine di tempo) della saga creata da Joe R. Lansdale che vede protagonisti gli amati Hap e Leonard.
La saga è iniziata molti anni fa, con "Una stagione selvaggia", per poi proseguire con una serie di altri romanzi. Se non avete letto gli altri, però, sarete comunque in grado di apprezzare questo nuovo capitolo.

Una breve introduzione per chi non conoscesse i personaggi: Hap e Leonard sono due "amici del cuore", ma completamente diversi. Uno è bianco, l'altro è nero. Uno è democratico, l'altro è repubblicano. Uno è etero, l'altro è gay. Vivono nell'immaginaria cittadina di LaBorde, Texas, e sono poveri in canna. Nel corso dei libri, si troveranno loro malgrado ad avere a che fare una una serie di personaggi strampalati e vicende che li mettono invariabilmente in una situazione di pericolo.

In questo nuovo romanzo, Hap e Leonard hanno avviato una nuova agenzia investigativa, e si trovano a doversi occupare di un caso piuttosto delicato: una ragazza di nome Jackie (soprannominata “Jackrabbit” – lepre- per i suoi denti prominenti) è scomparsa da diverso tempo. Suo fratello e sua madre vogliono trovarla, e assumono Hap e Leonard per avere notizie della figlia. Il tutto sembra subito complicato: la famiglia di Jackie sostiene la teoria della supremazia dei bianchi, e Jackie ha avuto una relazione con un uomo di colore. Possibile che la sua scomparsa abbia a che fare con complicate questioni razziali? Oppure sotto c’è qualcos’altro, forse ancora più complicato? E Jackie è viva o morta? Ed è vero che ha avuto un figlio dal suo ragazzo nero? E se è vero, il bambino dov’è? Sono molte le domande a cui Hap e Leonard devono trovare una risposta e, come al solito, si troveranno ad avere a che fare con una serie di situazioni strane e personaggi a dir poco pittoreschi, raccontati con lo stile ironico tipico dell’autore.
Ho apprezzato molto questo nuovo romanzo di Lansdale, che mantiene il suo consueto stile nel descrivere due dei miei personaggi preferiti. Come sempre, si vede che dietro la scrittura del romanzo c’è un lavoro di ricerca accurato, e l’autore ha delineato la storia pensando ai minimi particolari. In particolare, mi sono piaciuti i primi capitoli: l’incontro fra Hap e Leonard e i suprematisti bianchi, che avviene durante la festa per il matrimonio di Hap, vale da solo la lettura. I capitoli finali, però, non mi hanno soddisfatta del tutto. Non scrivo nulla per non rischiare di rivelare la trama, ma la soluzione adottata per la complicata vicenda di Jackrabbit mi è sembrata un po’ sottotono, rispetto ad altri lavori dello stesso autore (c...

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