Foto di andreas160578 da Pixabay
IL PESCATORE
Stavo pescando in barca con un amico, ci divertivamo un mondo e prendevamo dei bei pesci: spigole, orate e saraghi.
All’improvviso sento uno strappo alla canna!
Un grosso pesce aveva abboccato e facendomi perdere l’equilibrio mi trascinò in mare.
Stavo per affogare, quando una sirena corse in mio aiuto: mi afferrò per mano e mi accolse in una grossa bolla d’aria.
Quando ripresi i sensi, capii di trovarmi in un sommergibile.
Era diventata la sua dimora, dopo l'affondamento.
Ogni giorno, equipaggiato di bombole di ossigeno altrimenti sarei sicuramente annegato, mi accompagnava a esplorare le bellezze marine, spiegandomi le caratteristiche del fondale.
Voleva farmi conoscere quel mondo sconosciuto, con la sua flora e la fauna, chiarendomi ogni particolare, interrogandomi sul perché l’uomo, con la plastica e i veleni che versa in mare, stesse distruggendo la profondità degli abissi.
Stupito, mi resi conto che anch’io ero in parte responsabile.
Mi chiese perché mi ero così accanito contro gli abitanti del suo mondo:
- Pescando, uccidi i miei simili.
Avevo capito che quello era il suo universo e voleva tutelare e salvaguardare gli ospiti del mare.
Mi chiese se ero in grado di riparare il sommergibile: voleva spostarsi con me, esplorare altri fondali e analizzarne le condizioni.
Mi misi all’opera pur non avevo tutto il materiale necessario, ma caparbiamente costruii i pezzi che servivano per farlo navigare.
Standole vicino, osservando la sua bellezza e i suoi modi gentili e graziosi, e ascoltando i suoi canti melodiosi, m’innamorai perdutamente.
Era bello starle vicino, sentivo il cuore battere come un tamburo.
Per riparare l’imbarcazione ci stavo mettendo un’eternità, ma così riuscivo a starle vicino, e nuotare con lei.
D’improvviso suona la sveglia, e il sogno svanisce.
Peccato.
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