Analogia (similitudine) - [3 di 4]
Similitudine: figura retorica che esprime, spiega o illustra un concetto attraverso il paragone con un altro:
entrare in un ristorante come lupi affamati che scendono dalle montagne.E' la figura retorica (di contenuto) in cui si paragonano persone, animali, cose, sentimenti, immagini, situazioni per associazione di idee; è introdotta da come, sembra, pare, è simile, somiglia, etc. .
Sul piano letterario è la più importante delle due forme di Paragone; l’altra è la
Comparazione.
Si ha “similitudine” (non “comparazione”) quando i termini del confronto non sono intercambiabili, perché la loro intercambiabilità altererebbe almeno il senso del paragone: Questo rimorso pesa come un macigno è ben diverso da Questo macigno pesa come un rimorso.
Si ha, invece, “comparazione” quando il paragone fra due entità è reversibile senza alterazioni di senso: Quel pioppo è alto come la mia casa è molto simile a La mia casa è alta come quel pioppo.
Differisce dalla
metafora per la presenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, sembra,pare, è simile, somiglia, ecc.) e per le conseguenze nella struttura della frase che questo comporta.
Esempi:
“..
Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d'Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo..”
(Dante, Inferno, Canto III, vv.112-117)
“..e caddi
come l'uom cui sonno piglia..”
(Dante, Inferno, Canto III, v.136)
“..
Come un branco di segugi, dopo aver inseguito invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co' musi bassi, e con le code ciondoloni, così, in quella scompigliata notte, tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo. …”
(Manzoni, I promessi sposi, Cap.XI))
"..quando partisti, come son rimasta!
come l'aratro in mezzo alla maggese.."
(Pascoli, Lavandare, Myricae, vv.7-8)
“Fresche le mie parole ne la sera ti sien
Come il fruscio che fan le foglie
del gelso..”
(D'Annunzio, La sera fiesolana, vv.1-3)
“..Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, a pensarla, un ricordo remoto
dell’infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. E’
come il mattino. Mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti…”
(C. Pavese, Incontro, vv. 14-18)
...
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