L'immutabilità della sfiga

A mio parere la Natura ha delle preferenze, e lo dichiaro dopo attenta osservazione, con cognizione di cause ed effetti.
Ad esempio: piove e, in lontananza, scorgiamo uno spettacolare arcobaleno che troneggia spavaldo sulla cupa nube, effimero riflesso di luce diffuso da milioni di goccioline d’acqua.
Sì, bello, ma, chiedetelo a quelli, ancora sotto l’acquazzone del nembo, se sono contenti di subire il nubifragio tremebondo e per niente passeggero.
Oppure: a estate inoltrata, su una spiaggia sabbiosa del torrente Agogna, ammirare lo svolazzare delle libellule blu, diafane, libere, sintomo di aria tersa, che veleggiano indisturbate alla ricerca d’insetti.
E già, perché anche loro devono nutrirsi.
In un giorno assolato, tutti sollevammo un dito, e puntualmente, questi anisotteri atterrarono e, dopo aver raschiato i polpastrelli, non trovando nulla di gradimento, si defilarono.
A Piero no! A lui no.
Piero fu pinzato da una libellula gigantesca!
Mentre ammiravamo le colleghe riprendere il volo, girandoci, lo osserviamo alle prese con una libellu-sauro che si aggrappa il suo indice cercando caparbiamente di scorticarlo, indifferente ai tentativi di scacciarla. Noi ridiamo, e lui ci maledice; noi ci spanciamo, e lui sviene; noi lo rianimiamo con la Coca-Cola, e a momenti soffoca.
Intanto la mega libellula s’allontana delusa.
Sono ancora più convinto che la Natura abbia delle predilezioni. Se poi fa coppia con la Fortuna, trovano il modo di mutare il reale, figurandolo immaginifico, e poi, trac, la scure, il colpo di grazia.
Femmine.
Non è come il Caso, serio, tutto d’un pezzo, incorruttibile, che non si piega di fronte a nulla. Lascia una scia di avvenimenti destinati a ripercuotersi all’infinito, ma senza partecipare, al massimo si volge a controllare che il suo mantello di fili sottili non gli intralci il cammino.
Recuperiamo Piero. Un bravo ragazzo del cinquantuno, mai fumato, niente alcool; la sua massima soddisfa-zione era tirare le corde della chitarra, insistendo per ore sugli stessi accordi, persistente, senza donarci un briciolo di entusiasmo, petulante, mentre noi, appena possibile, ci occupavano di altre passioni: i sensi, ad esempio.
Oddio, non è sempre stato così: anche lui cercava di uniformarsi agli altri, cioè noi, i suoi amici, che sin dalle elementari lo trascinavamo nelle scorrerie di ragazzi ma, crescendo, le necessità diventarono altre.
Perfino lui tentò nel corso degli anni, spesso cercando d’insidiare le ragazze con cui mi lasciavo.
Verso la fine degli anni Sessanta le nostre coetanee non concedevano nulla: baci a labbra serratissime e occhi spalancati, pronte a respingerci se qualche mano furtiva cercava delicatamente di ...

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