ESERCIZIO N°7. DESCRIZIONE DI UN AMBIENTE CHIUSO CON LE PAROLE DI QUALCUNO CHE NE SENTE IL FASCINO.
Foto di Peace,love,happiness da Pixabay
LA SALA DEL TRONO
Entrò con estrema reverenza nella grande sala del trono.
Quante volte ne aveva sentito parlare! Aveva ascoltato rapita i racconti della mamma, sognando a occhi aperti.
Ora era lì, toccava a lei. Era la dama di compagnia della giovane regina.
Gli occhi, sgranati e increduli di tanto onore e bellezza toccati proprio a lei, si posarono sulle enormi colonne di marmo rosa di Carrara, provenienti dall’Italia; si soffermarono sugli arazzi Gobelin, ad esse alternati: riproducevano le più importanti battaglie che avevano reso il Regno quello che era, grande e opulente.
In uno riconobbe il suo trisavolo, accanto al re: osservava con orgoglio la resa del nemico dopo un estenuante combattimento; l’artista aveva reso molto bene la riconoscenza del sovrano, che gli poggiava la mano sulla spalla. Si sentì scossa da un brivido, tanto era grande il peso del passato sulle sue giovani spalle.
Alzò gli occhi verso il soffitto a cassettoni, dove ogni riquadro raffigurava gli stemmi delle casate nobiliari più antiche. Rispettosa, ma amorevole, cercò la sua.
- Sarò degna di voi? – Si chiese. – Saprò farmi onore sorreggendo la Regina e mantenendo il riserbo, dimentica di avere occhi, orecchie e bocca?
Le colonne incombevano su di lei, guardiani fedeli e diffidenti.
Le centinaia di candele di pura cera, non di sego, emanavano un profumo intenso e penetrante; le loro fiammelle tremolavano in una danza avvolgente e sembravano canticchiare:
- Ti teniamo d’occhio, da quassù tutto vediamo e sentiamo. Invece tu non avrai occhi, né bocca, né orecchie.
Le mani sudate, si rassettò l’ampia gonna e avanzò titubante verso il trono.
Ricoperto di velluto rosso, aveva l’aria scomoda, con lo schienale dritto, il cuscino poco imbottito e le gambe dorate, lisce e sobrie.
Era posto su un’alta pedana il cui tappeto riportava i colori della casata reale. Non c’erano tende né drappi, per evitare che qualche sicario potesse nascondersi.
Arretrate di qualche passo, ai lati del trono si trovavano due poltroncine per la mamma della Regina e il principe consorte, lo sposo della sovrana; più in fondo la sua.
Non osò salire sulla pedana, non ancora, avrebbe dovuto aspettare la cerimonia importante prevista tra qualche giorno.
Camminò quasi in punta di piedi sul tappeto rosso che correva tra il trono e la porta del salone ma, prima di uscire, si voltò, lascia...
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